Conte Maria

“Scetateve, ‘uagliun, e’ mala vita…”

di Maria Conte

Cara Redazione, tramite voi, desidero inviare un messaggio a due amici di Ponza: Vincenzo Ambrosino e Assunta Scarpati, le cui dichiarazioni nel sito mi hanno molto impressionato, ai quali innanzitutto esprimo la mia solidarietà e le mie congratulazioni per le posizioni assunte ed il richiamo ad un risveglio…

https://www.ponzaracconta.it/2011/03/24/i-problemi-di-ponza-3/: Caro Vincenzo, non mi conosci, ma io sono stata tanto amica (nel senso buono… quello di un tempo…) del tuo papà, dei tuoi zii e zie. Quando vengo a Ponza, voglio conoscerti. Proprio giorni fa, considerando il successo che questo sito ha provocato in breve tempo, ho pensato che ormai sarebbe il caso di considerare qualche problema reale dell’isola per vedere se possiamo fare qualcosa: a volte, basta anche  solo evidenziare un problema, senza per questo trascurare i racconti, i fatti storici, le tradizioni ecc.

Tu hai trattato, con grande precisione e chiarezza, alcuni problemi, io, modestamente, mi sono soffermata su uno in particolare, meno “grosso”, ma non per questo meno degno di considerazione: dal mese di dicembre 2010, la posta (non l’ufficio postale!) a Ponza è nel caos!! Difficoltà nella distribuzione, pare per l’arrivo (quale evento disastroso!) di un nuovo postino… Ancora oggi si palesano difficoltà nella partenza della posta da Ponza ed ancora nella distribuzione: ci sono ritardi notevoli. Personalmente, non ho avuto le ultime bollette della luce, nè la ricevuta di una raccomandata inviata da 20 giorni ad un ufficio dell’isola. Vuoi provare a darmi una spiegazione, TU, che ne conosci ben altri? Com’ è che, a Ponza, qualsiasi problema  non trova mai una soluzione logica? Come mai le autorità non prendono a cuore un problema, quando si presenta? Quante e quali difficoltà presenta la distribuzione della posta, irrisolvibili da 4 mesi? Come si fa a lasciar la popolazione, numericamente modesta nei mesi invernali, priva di un servizio essenziale quale la corrispondenza?

https://www.ponzaracconta.it/2011/03/24/quelli-tra-palco-e-realta/: Cara Assunta, anche a te dico: tu non mi conosci, ma io, sì… La spiegazione? Ho qualche anno più di te e di Vincenzo… Per prima cosa, rallegramenti per la tua, per la vostra attività. Quanto mi piacerebbe essere a Ponza nei mesi invernali ed appoggiarle. In gioventù, ho fatto parte, più di una volta, di compagnie teatrali isolane: particolarmente riuscita quella diretta dall’insostituibile amico Gennaro Mazzella. Davamo il nostro spettacolo anche a Le Forna e ricordo, come se fosse adesso, una serata in cui, dopo la recita, ce ne tornammo al centro a piedi, a tarda ora, cantando e scherzando. Che tempi!! Non perderti di coraggio: continuate a fare quel che avete fatto sinora, senza aspettarvi grandi meriti e lodi. I ponzesi, è una vecchia constatazione, ma credo possa esser valida ancora oggi, sono sempre stati amanti dei forestieri… Provate a far capire a qualcuno che anche il teatro è cultura… Sei giovane, siete giovani e mi dispiace non avervi citato, per una banale omissione, nella lettera da me inviata alla manifestazione di Latina del 5 marzo u.s., alla presentazione del sito, in cui richiamavo l’attenzione sui giovani ponzesi… da tener da conto, come unici, ormai, depositari di nuove energie. Non scoraggiatevi ed il tempo vi darà ragione: ne sono certa… E, per tirarti su, ti racconto questo ricordo: verso gli anni ’60, subito dopo la mia laurea qui, a Padova, venni esortata da alcuni benpensanti dell’isola, e con l’appoggio di mio zio, allora segretario comunale a Ponza, ad entrare in una lista civica da contrapporre all’altra “L’Aragosta”: non è necessario specificarne gli orientamenti politici. Noi volevamo il bene dell’isola, con l’entusiasmo giovanile. La lista era composta soprattutto da giovani, se non giovanissimi, ricordo, tra gli altri, l’amico fraterno Ernesto, che si proponevano con nuove idee, cercando di svecchiarne altre, per niente positive per l’isola. Risultato? Ci fecero fuori in men che non si dica… Votarono per il vecchio… Come sovente, è stato fatto sinora…

Allora, prova tu a cantare: “Scetateve, ‘uagliun, e’ mala vita…”.

Coraggio ed auguri di ogni bene a te ed a Vincenzo.

Da Padova, Maria Conte

 

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