di Vincenzo Di Fazio (Enzo)
Da molti era conosciuto come “Mondiale”, soprannome ereditato dal padre, titolare di una cantina dove amava definire “mondiale” per la qualità che lo distingueva, il vino che vendeva.
Paolo Iannuccelli lo aveva ricordato nel suo libro “Gente di Ponza” e su questo sito (leggi qui).
Silverio, zio Silverio, se ne è andato alle quattro di stamattina, più o meno alla stessa ora in cui d’abitudine iniziava la sua giornata di lavoro.
Aveva seguito la sua piccola, famosa trattoria “La Lanterna” fino allo scorso anno, quando all’improvviso si era ammalato.
La sua giornata di lavoro cominciava con la preparazione dei tavoli e proseguiva con la pulizia meticolosa delle posate e dei bicchieri che dovevano “brillare” come amava dire.
Poi attendeva il rientro delle barche per scegliere il pesce e, successivamente, l’apertura delle botteghe per l’acquisto della frutta e delle verdure.
Ogni cosa era fatta con la stessa cura, la stessa attenzione, la stessa apprensione degli anni in cui aveva avviato la fortunata attività.
Se doveva comprare i carciofi li analizzava uno ad uno per sceglierne i migliori, i più freschi; se doveva comprare le mele, le girava e le voltava tra le mani per scegliere le più belle.
Era fatto così e se qualche venditore si lamentava non ci pensava due volte ad andare da un altro.
– ‘I paghe… e po’ nun pozze fa brutti ffigure c’a ggente” – lo sentivi dire.
Ecco, notavi anche attraverso queste piccole cose che era un uomo giusto, come quando per le prenotazioni ai tavoli non faceva preferenze. Rispettava l’ordine delle richieste permettendosi il lusso, se i posti erano esauriti, di rimandare indietro anche personaggi come l’avvocato Agnelli e la principessa Carolina.
Negli anni la sua trattoria non è mai cambiata, come lo stile della cucina affidata da sempre alla bravura ed alla passione della moglie Giuseppina e alla collaborazione del figlio Erasmo.
D’altronde alla gente piaceva così.
A conferma di un’avversione al cambiamento anche i suoi capelli e i suoi piccoli baffi, sono rimasti, stranamente, uguali nel tempo senza mai diventare bianchi.
Era un uomo taciturno Silverio, a volte scostante da apparire burbero, ma era essenziale ed era un uomo buono.
Se ne è andato in silenzio, senza clamore, senza dare fastidio, con la stessa discrezione che lo ha accompagnato durante tutta la vita.