di Giovanni Nappi
Dopo aver fatto una lunga immersione nel sito tra storie del passato, racconti , poesie e foto d’epoca devo riconoscere che è venuto anche a me il desiderio di contribuire in qualche modo, vincendo una naturale ritrosia che nasce dal fatto di non essere ponzese. Poi mi sono detto che lo spirito del sito (“la Ponzesità”) non è solo appannaggio di chi sull’isola è nato e vissuto ma anche di chi l’isola ama e continua a frequentare.
Sono giunto a Ponza per la prima volta alla fine degli anni 70 al seguito di un caro amico Ponzese che è mio vicino di casa a Napoli; da allora ci siamo ritornati a più riprese per lo più nei periodi estivi prima ospiti dell’amico, poi da più di 10 anni abbiamo preso casa in affitto per tutto l’anno ed infine 6 anni fa abbiamo comprato una piccola casa-cupola a Cala Feola e ci veniamo tutto l’anno anche d’inverno.
Perchè dei tanti luoghi di villeggiatura marini che offrono i litorali e le isole campane o calabresi o siciliane, che pure abbiamo visitato e apprezzato, abbiamo scelto di mettere radici a Ponza? Non è un risposta facile, è un po’ come rispondere alla domanda delle domande: che cosa rende Ponza un luogo unico non solo per chi ci è nato ma anche per chi come me la vede dall’esterno non condizionato dalle radici? Provo a mettere ordine nei pensieri che mi si affollano in mente e a dare delle risposte, alcune scontate ma tutte sincere:
– PONZA E’ UN’ISOLA “LONTANA” QUINDI E’ UNA VERA ISOLA, voglio dire che a differenza di Procida e Ischia che sono una propaggine della terra ferma Ponza è lontana abbastanza per essere isolata. Questo “isolamento” ha determinato la storia la lingua e il carattere dei Ponzesi. Nonostante il progredire delle comunicazioni e dei trasporti i collegamenti con Ponza sono sempre condizionati dal tempo e dal mare cioè dagli elementi naturali: questo è uno degli elementi di fascino dell’isola.
– PONZA E’ ANCORA GENUINA. Proprio per il suo isolamento insieme alla genuinità della lingua si è conservata quella della gente; lo dimostrano le tante storie, canzoni e filastrocche che emergono dalle pagine del sito.
Questa fu proprio una delle cose che ci colpì quando cominciammo a frequentare l’isola venendo dalla città: riuscivamo ad avere rapporti ed amicizie con la gente di Ponza che nemmeno nel nostro condominio a Napoli avevamo. A Ponza abbiamo ritrovato quella semplicità e familiarità di rapporti che forse si avevano una volta nei quartieri della vecchia Napoli e che ora non esistono più
– PONZA PUR IN ASSENZA DI UNA PROGRAMMAZIONE URBANISTICA NON HA AVUTO UNA EDILIZIA SELVAGGIA, come si riscontra sulle isole campane e su molti litorali, dove la costa è stata saccheggiata da costruzioni senza controllo. Salvo pochi casi (S. Maria) le spiaggie e le insenature dell’isola sono ancora come le ricordiamo 20 o 30 anni fa. Inoltre molte delle zone interne ( I Conti , Frontone, Il Fieno, Punta Incenso etc.) che erano adibite all’agricoltura e terrazzate con i muri a secco sono intatte ancorchè incolte. Inoltre si nota un ritorno a coltivare l’orto o la vigna dopo aver capito l’importanza dei prodotti cosiddetti biologici.
– PONZA PAESAGGISTICAMENTE SI PUO’ PARAGONARE SOLO ALLA SARDEGNA per le coste, per il mare, per la rigogliosa macchia mediterranea. Credo che l’isola di Ponza sia il migliore esempio, in termini paesaggistico-storico-culturali, di tipica isola mediterranea.
Non so se ho detto tutto, forse mi verranno in mente altre risposte che ora mi sfuggono, ma credo che quelle che ho elencato siano delle motivazioni più che sufficienti a giustificare il nostro attaccamento alla Vostra Isola: in fondo per noi napoletani venire a Ponza è un po’ come tornare alle origini o almeno a quanto di ciò sopravvive.
Ecco perchè ci dispiace vedere che tutto questo patrimonio non è abbastanza valorizzato o conservato, ma questo è un altro capitolo, forse della prossima lettera.
Un cordiale saluto a tutti gli amici del sito “ponzaracconta”
Giovanni Nappi