di Assunta Scarpati
Allora… viste le tante richieste per la replica dello spettacolo vi annuncio che ci stiamo pensando…. Approfitto dell’occasione e rubo un po’ di spazio sulla bacheca per uno “sfogo”… Perdonatemi ma serve ed è salutare (ed è la voce univoca di tutta ‘La Priezza’)…
Mettere in piedi lo spettacolo che avete visto è motivo per noi di grande gioia e soddisfazione ma… le tre belle ore che abbiamo trascorso insieme significano anche lunghe ore di lavoro… Ci dividiamo in gruppi: chi si occupa della scenografia, chi della sartoria, chi della direzione artistica, chi dell’attrezzistica, chi del suono, chi delle luci, del montaggio, delle pulizie… Ed è tutto tempo che troviamo, di solito, dopo cena e nei ritagli pomeridiani… perchè per vivere anche noi abbiamo un lavoro.
Per uno spettacolo come ‘La corrida’ impieghiamo circa 10 giorni… Per i lavori teatrali veri, circa tre mesi. L’ultima settimana poi è da folli: di solito stacchiamo la notte verso le tre…
Qualcuno si starà chiedendo: – Assunta… dove vuoi arrivare?
Adesso (come dice Totò) vengo con questa mia a dirvi…
Come pensate che ci sentiamo quando vengono fatte le programmazioni culturali e non veniamo nemmeno interpellati?
Come pensate che ci sentiamo quando gruppi o persone esterne ricevono fondi, apprezzamenti e altro, quando noi, che viviamo stabilmente e ci muoviamo sul territorio senza MAI chiedere nulla in cambio, veniamo sistematicamente ignorati????
Qualcuno dirà: – “Ma voi l’estate lavorate!”
Vero… Ma Ponza non è solo estate… È proprio l’inverno che sentiamo forte il bisogno di una migliore qualità della vita… È d’inverno che abbiamo bisogno di fare per “sentirci vivi”..!
Ci chiamano sempre “i giovani” e questo ci fa piacere, ma il più giovane del gruppo storico sono io…. e ho 44 anni… E nonostante ciò continuiamo ad avere adesioni… Avete visto quanti ragazzi “veri” ci sono in mezzo a noi?
Questo per noi è motivo di grande orgoglio.
Perchè la gente ci riconosce come qualcosa di sano… che dà e non chiede nulla in cambio….
E poi “La priezza” non è solo teatro: ci muoviamo sul territorio con mostre, sagre, folklore, motivi umanitari….
Non vi lamentate dicendo che la gioventù non ha voglia di fare: non è vero….
Noi mettiamo a disposizione di tutti la volontà e l’esperienza, ma ci servono spazi e mezzi…
Provo a spiegarvi cosa provo ogni volta che il direttore di scena annuncia: – “5 minuti in scena!”…
Innanzitutto mi viene il ballo di S. Vito… poi mi sale una sensazione stranissima che parte dalla pancia fino alla gola… È una nausea mista ad un mancamento: ansia, tremore, preoccupazione, panico, sudarella… Mi si ferma completamente la salivazione… Poi penso: – “Assù… e se i ragazzi ti vedono cosi’ è finita!!!” Ed è allora che mi faccio coraggio e comincio… “Forza… forza… In bocca al lupo!”…
Tutte le sensazioni che provo, cerco di incanalarle in modo che diventino energia costruttiva e dirompente….
Vorrei tanto che altri lo facessero con noi… dandoci possibilità di agire con maggiore facilità…
Credo nei miracoli?
Forse… o meglio… Ci spero…
Assunta Scarpati