di Lino Catello Pagano
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Per la “Lettera aperta a Omero”, del 2 marzo 2012: leggi qui
Per la “Seconda lettera a Omero. Priamo e Troia”, 11 marzo 2012: leggi qui
Carissimo Ulisse,
per non farci i fatti tuoi, tanto sono sulla bocca di tutti, ma vedi quanti guai hai portato con la tua partenza per la guerra: prima alla tua Itaca, a Penelope e poi a tutti noi…
Per non parlare del tuo viaggio di ritorno! …Che quando sei partito da Troia e sei arrivato dalle parti nostre, hai portato tanto scompiglio, nel cuore di Circe e tra le sue ancelle. Quanti problemi con quei porci che erano i tuoi uomini! Non è che per caso te ne sei dimenticato qualcuno qui da noi?
Pensa, caro Ulisse, tu ti sei fatto legare all’albero maestro per non farti incantare dal canto delle sirene… E che dobbiamo fare noi, tutte le notti d’estate, con quelle della Polizia?
La tua venuta qui a caccia di sogni proibiti ci ha messo in una brutta posizione; non sappiamo più come affrontare la carestia che ci opprime; i giovani se ne vanno… Tu almeno avevi la tua nave, noi abbiamo la Laziomar, che in mancanza d’altro sta pensando di organizzare dei Corsi di nuoto, per farci andare su e giù con Formia.
Siamo tornati ai tempi dei confinati: dall’isola non si riesce a uscire!
Penelope tesseva la tela di giorno per far vedere che faceva qualcosa; poi la notte si dedicava a sfilarla: tale e quale a noi!
Ma tu te la ricordi com’era Ponza quando venisti a incontrare Circe? Era bella sì o no? Adesso ‘stucco e pittura’ per far bella figura; del futuro non si parla più.
Tu che hai avuto a che fare con i Proci che si erano insediati nella tua casa, non è che per caso qualche Procio a tua insaputa si era nascosto ed è arrivato da noi come clandestino? …Tanto per sapere, perché su quest’isola qualche Procio che ha messo radici deve esserci…
Carissimo Ulisse, …tornaa..! ’sta casa aspetta a tte… Vieni con tutta la tua armata.
Circe ormai ‘batte’ per nuovi lidi; i porci poco alla volta ce li siamo mangiati… Ci servirebbe proprio qualcuno che possa fare una bella pulizia, come hai fatto a casa tua. A Ponza non sono tutti all’altezza di tirare con il giavellotto… Puoi dire a Penelope che devi partire di nuovo in missione; dille che stavolta dovrebbe essere un lavoretto breve!
L’isola stavolta rischia proprio di affondare; abbiamo bisogno di tantissimi remi per metterci a remare tutti e cercare di portarla in salvo …E la guida di uno come te, esperto in grandi catastrofi e di ‘navigata’ esperienza.
Vedrai che non ti faremo sentire nostalgia della tua Itaca; a parte che anche questa è un’isola, ti facciamo trovare il PUA, ovvero Penelope Ulisse Argo… E poi ti ritroverai in piena Odissea..!
Ti faccio pervenire i miei saluti e quelli dei miei compaesani.
Un’ultima cosa, se posso interloquire ancora con te. Fa’ una cosa… devi dire a Giove di dare un’occhiata quaggiù, che quattro fulmini poi sa Lui dove mandarli…
Saluti a casa e alla sua signora Penelope.
Lucia Mazzella Russiella
1 Febbraio 2013 at 23:28
Grazie Lino delle belle poesie e della nostalgia di Ponza che hai nel cuore.
Io ci arrivo volando di notte nei miei sogni, ma non vedo Ponza dal 2005.
Con affetto ti saluto e aspetto una tua notizia.
Ciao
Lucia
Lino Pagano
2 Febbraio 2013 at 01:42
per Lucia finalmente io che ti cerco da una vita era ora che ti facessi sentire ti allego la mia mail [email protected]
Io non vedo Ponza dal 2007 e non la vedrò più spero di ricevere presto tue notizie e il regalo più bello che potevo trovare grande amica mia cara.
ti saluto con affetto e fatti sentire scrivimi e mandami il tuo telefono un abbraccio con affetto Lino