di Francesco De Luca
Lo ammetto senza reticenze: sono diventato seguace di Trump. Dopo aver ascoltato le parole dell’insediamento non riesco a trovare argomenti per nutrire critiche alle decisioni politiche che si accinge a rendere operative Trump.
Dal 20 gennaio 2025 – lo ha annunciato il Presidente in persona – è iniziato il periodo più fiorente per l’America. E’ iniziato il suo “periodo d’oro”.
E allora? Come non uniformarsi a quelle intenzioni. C’è troppa convinzione, troppa determinazione. In America si aspetta un periodo storico esaltante.
Ora, è vero, noi qui siamo in Europa e dunque dovremo accontentarci dei residui ma … occorre coltivare l’ottimismo inscalfibile di Trump e qualcosa di buono toccherà pure a noi europei.
Una nuova era, una florida ricchezza, un nuovo ordine si imporrà nel mondo. L’ America sarà la prima a beneficiare di questa Età dell’ Oro, e poi, di seguito, tutte le nazioni, tutti i popoli del mondo.
Come rimanere scettici? Nessuna remora… dobbiamo diventare tutti filo-Americani.
E chi si oppone? Chi si oppone si eliminerà da solo dal banchetto. Chi va contro l’ Ordine sarà costretto dalle circostanze a ricredersi.
Non è la logica del più forte… no… è la logica del più conveniente.
E’ un Ordine, si badi bene, benedetto dal Cielo. Trump è scampato al tentativo di omicidio perché protetto dal Cielo. E dunque senza ostacoli occorre sacrificare all’altare della scelta celeste ogni scelta individuale. Lo esige la Nuova Era di ricchezza.
D’altra parte l’ America già ha dimostrato nella Storia d’essere la predestinata al ruolo di capofila dei movimenti culturali, ed economici, e sociali che hanno lasciato l’impronta, ed essi brillano come fari di civiltà. Ha inserito gli Indiani nativi nella sua struttura statale con disinvoltura ed efficacia. Ha importato manodopera dall’ Africa, dando ad essa la possibilità di affermarsi negli States. E’ il paese più ricco del mondo (per presenza geologica e naturale), e il suo sfruttamento del suolo è rigidamente controllato a fruttare. E’ il paese dove si è affermata la conduzione dello Stato più garantista dei diritti umani: la democrazia. Il principio democratico è così radicato che va a votare una piccola percentuale di cittadini.
Questa visione ha bisogno di una sola opzione: crederci. A dispetto di critiche, di distinguo, di evidenti discrepanze fra ciò che viene esalato e ciò che realmente accade. Credere nell’ America, nella lungimiranza di Trump, nella robusta e intollerante forza militare, nella travolgente arroganza della sua economia, nella avvilente sua pratica democratica.
Credere d’essere i buoni, e perciò avere sempre ragione, e di conseguenza dominare le pulsioni che agitano il mondo.
L’individuo, ogni individuo non è altro che un consumatore e, come tale, deve alimentarsi lì dove c’è da acquistare. Siano beni materiali, siano aspettative, desideri o sogni.
Ebbene il più grande mercato di realizzazioni e misfatti è l’ America di Trump.
Si possono anche evocare maledizioni… tanto non scalfiranno la fede. Anzi… quanto più le disapprovazioni cresceranno di numero e di qualità… tanto più l’edificio di credenza si irrobustirà.
Soltanto l’ironia potrà bucare l’enorme bolla di balle che l’ America first di Trump sta sfornando.
E noi Europei ne spernacchiamo l’inconsistenza.
E’ questo che sto facendo.
NdR: la vignetta di apertura dell’articolo è di Altan (da Repubblica)
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