di Sandro Russo, con gli apporti di Gianni Sarro e di Tano Pirrone
.
Per il corso di Gianni, nella serie “Storie del cinema” (quasi al termine), abbiamo affrontato un film che all’epoca tutti avevamo già visto. Il notevole (possiamo dire quando piace a tutti noi del corso) Le vite degli altri (Das Leben der Anderen), un film del 2006 di Florian Henckel von Donnersmarck, vincitore del Premio Oscar 2007 per il miglior film straniero.
Il film, ambientato a Berlino est nell’autunno del 1984 mette in scena uno squarcio di vita nella Repubblica Democratica Tedesca e lo scenario culturale della città, controllata dalle spie della Stasi (il Ministero per la Sicurezza dello Stato), temuto organo di sicurezza e spionaggio interni.
Un capitano della Stasi, Gerd Wiesler (un grande Ulrich Mühe, morto un anno dopo questa interpretazione) viene incaricato di spiare Georg Dreyman, famoso scrittore teatrale e intellettuale, ritenuto all’apparenza non pericoloso per l’ideologia del Partito e la sua compagna, attrice di teatro.
Wiesler, uomo solo e senza una vita privata, ma tecnico-burocrate fedele al Partito e convinto dell’utilità del suo lavoro, inizia a spiare la coppia nella loro casa, la loro vita pubblica e privata e gli amici che li frequentano, cominciando un po’ alla volta a incuriosirsi all’arte e alla letteratura, aspetti della vita a lui fin lì sconosciuti.
La lezione ha messo a fuoco gli aspetti del film collegati all’atto del vedere senza essere visti – è la posizione dello spettatore di un film, a ben considerare – con agganci a due opere fondamentali: La finestra sul cortile (Rear Window, di Alfred Hitchcock; 1954) e La conversazione (The Conversation, di Francis Ford Coppola, del 1974), due monumenti imprescindibili per approfondire la tematica
Ma l’altro aspetto – ed è quello di cui scriveremo in questo articolo – è stato indagare, per quali minimi, appena percettibili moti dell’animo, il grigio e freddo burocrate è stato attratto da quel mondo, vi ha preso interesse e poi passione, tanto da compiere atti contrari al suo dovere e tesi a proteggere, per quanto possibile, i due sorvegliati. E di pagarne anche le conseguenze.
Una foto del cielo sul porto di Ponza, inviatami ieri mattina da Biagio Vitiello, che non è stata estranea alla decisione di scrivere questo articolo
Per rendersi conto del modo e dei tempi in cui il regista introduce e mette in scena il cambiamento bisogna vedere il film – se è potuto accadere a lui, così difeso, potrebbe succedere a tutti -, abbiamo identificato due momenti salienti. Il primo in cui Wiesler prende nella casa del suo “sospetto” il libro con una poesia di Brecht di cui aveva sentito alcune frasi, durante le ascoltazioni dei colloqui che lì si svolgevano, tra gli amici.
L’altro momento e quello in cui Georg, sconvolto per la notizia della morte di un amico che si è impiccato, si mette al pianoforte e suona un pezzo “Sonata per gli uomini buoni” – e dice alla compagna Christa Maria: – Può una persona che ha ascoltato questa musica, ascoltato veramente, intendo, essere una persona cattiva? (2).
–
In seguito alla lezione Tano si è procurato e ha fatto circolare la poesia di Brecht e io ho trovato su YouTube l’esecuzione del brano per pianoforte, Die Sonate vom Guten Menschen di Gabriel Yared.
Qui di seguito.
Ricordo di Maria A.
di Bertolt Brecht (1920) (1)
Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l’amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d’estate
c’era una nube ch’io mirai a lungo:
bianchissima nell’alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.
E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell’amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l’ho baciato un giorno.
Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall’alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.
.
Da YouTube. Sarah Schachner playing “Die Sonate vom Guten Menschen” from the film “The Lives of Others” composed by Gabriel Yared.
.
Note
(1) – La poesia fa parte della raccolta Libro di devozioni domestiche (Die Hauspostille) la prima opera poetica di Bertolt Brecht, pubblicata nel 1927, composta da 5 lezioni.
(2) – Confessò una volta Lenin a Massimo Gorkij dopo aver ascoltato una sonata di Beethoven: “Non posso ascoltare la musica. Agisce sui tuoi nervi, ti vien voglia di dire delle sciocchezze e di carezzare gli uomini che, vivendo in un sudicio inferno, seppero creare tanta bellezza. E oggi non puoi carezzare nessuno, ti divorerebbero la mano. Bisogna picchiare sulle teste senza pietà, sebbene il nostro ideale sia di non usare la violenza contro nessuno. Eh sì, il nostro mestiere è diabolicamente difficile” (cit. in https://www.marcelloveneziani.com/articoli/lenin-lorrore-comincia-con-lui/)