Faccia da viaggio,
scorrevole che allarga l’orizzonte,
rende più intimo il mondo, ritrovo bisogni primari.
L’insolita faccia nuova che ogni viaggio dona, è ora rilassata, attenta, poco vigile, itinerante nel viaggio fuori porta, a fronte della stanziale tesa, umana, viva faccia del viaggio lavorativo.
Quella dei passati viaggi dice che oggi prendo il mio tempo in altro modo.
Allora la curiosità di scoprire e l’eccitazione del nuovo bello mi invadeva, che salissi sull’auto, tra i sedili posteriori, sul bus, viso incollato al finestrino, nonostante la chinetosi, incorporando ogni colore che la strada scorrevole emanava, o sul treno, finestrino giù, nell’ultimo scomparto del vagone, volta alla direzione e protesa a inspirare profumi, specie del mare talora così vicino da sentirne la brezza sulla pelle. Ciò mi appagava.
Ora tutto evoca con forza ricordi antichi: la bambina sotto il salice in giardino gioca con il coniglio color miele, affetto rassicurante per chi gli volge lo sguardo e lo carezza… e lui simbolo di paura, preda da sempre, ben allenato interpreta.
Quel giardino di casa padronale, mi riporta nell’altro, circondato dall’alto muro a secco, ricco di aranci, mandarini e mandaranci, profumi d’amore antico, la cui scia s’insinua tra fragranze intense, diffuse del gelsomino che all’ingresso accoglie l’ospite. Ma la delizia è avvicinare le narici alla rosa antica purpurea la quale, a dispetto delle tante piccole spine, quasi appiccicose che sullo stelo la difendono dai più rapaci incontri, emana una fragranza intensa e coi petali rosso granata avvolge come un velluto, donando un attimo di pura poesia, che riconcilia l’animo con il creato accanto alla targa in memoria del partigiano.
Più là, vicino al canale nell’acqua dove un mallard nuota beato ristorandosi dalla sua traversata, candidi fiori in mostra, sotto l’ombra dell’acanto, fa capolino l’aglio orsino, ritrovato oggi in un piatto stellato, a tavola con il mediano dei miei tre figli, reduce dall’Oman.
ll germano reale (Anas platyrhynchos Linnaeus, 1758) è un uccello della famiglia degli Anatidae noto in Italia anche come anatra selvatica o capoverde. In inglese mallard.
Viene considerato il capostipite della maggior parte delle razze domestiche dell’anatra, ad eccezione di quelle derivate dall’anatra muta o muschiata e gli incroci zootecnici avvenuti con quest’ultima.
Questa specie è caratterizzata da uno spiccato dimorfismo sessuale: maschi e femmine sono molto simili nella forma, ma differiscono nel colore del piumaggio per buona parte dell’anno.