proposto dalla Redazione da “la Repubblica”
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Terza puntata e una seconda voce, quella di Barbara Chichiarelli. che nella serie Sky interpreta Margherita Sarfatti
Barbara Chichiarelli: “Nello specchio di M., per capire la violenza di chi vuole il potere”
di Arianna Finos – Da la Repubblica del 6 gennaio 2024
Parla la protagonista di “M. Il figlio del secolo”, che nella serie firmata da Joe Wright veste i panni della critica d’arte e amante di Mussolini, Margherita Sarfatti
Lei è sul pavimento, i piedini sensuali sporgono dalla vestaglia nera. Gli chiede di restare, ma lui è già sulla porta: torna da Rachele.
Lui si volta, si chiede e le chiede, dilaniato dall’idea di stare in Parlamento o alla testa delle Camicie nere: “Chi sono?”. Lei lo guarda sicura: “Sei la guerra e la pace, la forza e l’intelligenza, il male e la cura, la vita e la morte, sei tutto”.
Margherita Sarfatti è stata l’amante appassionata di Benito non ancora Duce, l’intellettuale che ha strutturato l’immaginario fascista e introdotto un Mussolini inesperto nei salotti milanesi. In M. Il figlio del secolo, la serie di Joe Wright dal libro premio Strega di Antonio Scurati (in onda su Sky e Now Tv dal 10 gennaio), Barbara Chichiarelli le dona fragilità e determinazione.
Margherita Grassini Sarfatti (Venice, 8 April 1880 – Cavallasca, 30 October 1961) was a famous Italian art critic.
Chicchiarelli, il suo primo incontro con “M.”?
«Nel 2018 ero a casa di un amico scrittore, mi disse: “Sai che i diritti di M. di Scurati sono stati comprati?”. Mi stupii. Era il primo libro che avevo acquistato su Kindle e lo stavo leggendo in quei giorni».
Cosa percepì del romanzo?
«Un’operazione mastodontica nella sua complessità e meticolosità. Mi sono chiesta chi potesse mettersi a fare una cosa simile, soprattutto in Italia, dove non abbiamo ancora fatto i conti con il nostro passato. Passano sette anni. Mi arriva una chiamata per un provino».
E..?
«Era un momento particolare: era appena finita una storia importante. Prendo il Covid prima del provino. Mi dispero. Salto il primo turno, tre settimane dopo recupero. Incontro Joe Wright agli Studios sulla Tiburtina: atmosfera teatrale, rigore. La posta in gioco è altissima. Non ricordo nulla del provino. La scena era il monologo in cui Mussolini, indeciso sulle elezioni, affronta la possibilità che una frangia si stacchi, e io dico: “Loro ti seguiranno”. Mi hanno raccontato che ho picchiato, schiaffeggiato e leccato l’attore che mi faceva da spalla: ero in trance. Joe mi diceva: “Voglio vedere carnalità, sessualità, potere.” Il secondo provino l’ho fatto con Luca Marinelli».
Avete fatto lo stesso liceo.
«Il Mamiani. Sono più piccola, ma lui era stato bocciato ed era in classe con le mie amiche».
Com’era?
«Come me, due cretini. Eravamo in una delle scuole più politicizzate di Roma. Nelle occupazioni organizzavamo cineforum, io cantavo e lui suonava. C’erano anche Silvio Muccino, Matteo Rovere».
Le occupazioni servono?
«La politica serve. Noi rivendicavamo la possibilità di studiare in un altro modo. Invitammo Vauro, Sassoli, Giulietto Chiesa. Ricordo quando una notte arrivarono i fascisti, li vidi entrare nel cortile, rasati, giubbotti neri e mazze. Ci barricammo. Ricordo quella violenza che sopprime la diversità. Ogni regime sopprime la diversità, ed è lì che muoiono cultura e libertà».
Ha una piattaforma di fan larga, dopo “Suburra”. Le dicono: “Mi sei simpatica anche se sei di sinistra”.
«È necessario prendere una posizione nella vita. Mi considero di sinistra, senza legarmi a un partito specifico. È lì che sono i miei valori: libertà di pensiero, inclusività. Nell’altro mondo vedo coercizione, paura, rifiuto del diverso».
Margherita Sarfatti era una personalità all’avanguardia.
«Straordinaria. Ho provato a leggere quasi tutto su di lei, da Dux, il libro che scrisse su Mussolini alla sua biografia. Era illuminata, poliglotta, folle e umorale. Mi identifico con lei nel non sentirmi legata a un genere, sentirsi esseri umani, non donne. Non aveva paura. Mussolini ne percepì la potenza visionaria».
E lei cosa trovò in Mussolini?
«Le fu suggerito da suo marito. Le scrisse nel 1911: “Devi conoscerlo, è il terribilista di Forlì”. Lo tenne cinque ore in anticamera. Lui aveva vent’anni. Vide l’uomo del futuro, consapevole che l’Italia era a un bivio: guerra civile o dittatura. Pensava di poterlo manipolare più di quanto ci sia riuscita. Avrebbe voluto fare il burattinaio».
Le scene di sesso: meglio o peggio girarle con un ex compagno di scuola?
«Sono totalmente finte. Joe voleva questa carnalità. Lei lo chiamava “il suo selvaggio”. La voracità sessuale ha sicuramente giocato un ruolo. Ma le scene sono finte. Conoscendo il dietro le quinte si riderebbe. Luca e io abbiamo un grande senso del pudore».
Marinelli ha detto di aver sofferto nell’incarnare Mussolini.
«Ho cercato di disturbarlo il meno possibile, lasciandolo nella sua concentrazione. È stato magistrale».
Ci sono scene molto violente.
«Sì, ma la violenza psicologica mi spaventa di più. Dogville mi sconvolge più di Salò. La voracità di Mussolini mi terrorizza: calpestare chiunque pur di arrivare al potere».
Avrebbe voluto vedere “M.” al cinema?
«La regia meritava la sala».
Marinelli a colloquio con Scurati
Marinelli e Wright rispetto alle reazioni a “M.” temono il silenzio.
«Io mi aspetto strumentalizzazioni, inevitabili con un materiale simile. Ma non il silenzio. Non si può restare in silenzio davanti a una cosa del genere».
8Intervista di Arianna Finos a Barbara Chichiarelli – Da la Repubblica del 6 gennaio 2024)
[Mussolini nella nuova serie su Sky (3). Intervista a Barbara Chichiarelli – Fine]
La Redazione
10 Gennaio 2025 at 07:50
Non è sulle reti nazionali, ma la serie M – Il figlio del secolo, la serie tv di Joe Wright tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati sull’alba del fascismo, di cui abbiamo appena finito di scrivere sul sito attraverso due interviste agli interpreti principali Luca Marinelli e Barbara Chichiarelli è da oggi 10 gennaio in onda su Sky e Now Tv (per chi ce l’ha)