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Nei giorni scorsi, sul whatsapp di Gruppo, insieme ai compagni del Liceo abbiamo ricordato alcuni dei professori di quella stagione di dissipazione e allegria.
Bei ricordi, eppure in un recesso della mente ho covato un pensiero di colpa: quello di non aver mai detto “Grazie, e scusi” alla nostra insegnante di filosofia, la entusiasta e volenterosa professoressa Fiasconaro. Scusarci, per non averla mai presa sul serio, perché le cose che cercava di farci entrare in testa fluivano insignificanti per noi, tra tutti gli ormoni e gli interessi che ci frullavano in quel tempo.
Tra tutte le interrogazioni flop che mi/ci scivolavano addosso senza lasciar segni, una me ne ricordo. Mi è venuta in mente qualche tempo dopo il fatto. Di quando la poverina mi chiese cosa si intende per “significante e significato”. Non ne avevo idea e non l’ho saputo per parecchi. A quei tempi non è che si tornava al banco mesti e contriti e subito si cercava di colmare la lacuna scartabellando tra i libri… Macché! Nessuna curiosità: troppe altre distrazioni avevamo!
Non ricordo come e perché il tormentone significante/significato si ripropose, ma stavolta, memore dell’antica débacle, andai a informarmi.
Non era un concetto difficile da comprendere. Ne rendo conto qui con un certo scorno.
In linguistica con significante si indica il piano dell’espressione (correlato al significato o piano del contenuto) all’interno di un segno. Il significante è la forma che rinvia a un contenuto. L’unione di forma e contenuto, la relazione fra significante e significato, definisce il segno, secondo le enunciazioni di Ferdinand de Saussure (1) (Wikipedia).
Nodo cruciale degli studi di de Saussure, significante e significato sono legati da un rapporto di presupposizione reciproca: la forma espressiva articola il contenuto; il contenuto può essere manifestato solo attraverso una forma significante. Per questo si dice che significante e significato siano come i due lati di uno stesso foglio.
Ancora più semplice quest’altra definizione
Il significante è il gruppo di lettere e suoni che costituiscono la parola (cioè il modo in cui la scriviamo e la pronunciamo), mentre il significato è il contenuto della parola (cioè l’immagine che la parola ci fa venire in mente).
Per comprendere meglio la differenza tra significante e significato, può essere utile fare un esempio. Prendiamo ad esempio la parola “cane”. Il significante di questa parola è costituito dalle lettere “c-a-n-e” e dal suono che produciamo quando pronunciamo queste lettere. Il significato, invece, è l’immagine mentale di un animale a quattro zampe, con una coda e un muso allungato che associamo alla parola “cane”. Mantenendo l’esempio della parola cane, è importante notare che il significante può variare tra le diverse lingue: ad esempio, in inglese il significante corrispondente è “dog”, in spagnolo “perro”.
D’altra parte, il significato di “cane” è il concetto o l’idea che associamo a questa parola: un animale domestico a quattro zampe, che può essere di diverse razze e dimensioni. Il significato di un segno può essere influenzato da fattori culturali, sociali e personali, quindi può variare da persona a persona.
In conclusione, il significante è la parte materiale o acustica del segno, mentre il significato è il concetto o l’idea che il segno rappresenta. Questa distinzione è fondamentale per comprendere come i segni vengono utilizzati per comunicare e come il significato di un segno può variare in base al contesto e all’interpretazione (definizione e esempi ripresi da https://iccivitella.it/differenza-tra-significato-e-significante
Più semplice ancora (concisione estrema, ma così me lo sono rappresentato io per farmelo entrare in testa, all’inizio): “la forma” e “la sostanza” di un enunciato
In poesia
In poesia, il significante e il significato sono strettamente intrecciati e si influenzano reciprocamente. Il poeta utilizza il significante per creare immagini e suggestioni attraverso l’utilizzo di figure retoriche, ritmo, rime e suoni. Allo stesso tempo, le parole scelte dal poeta contribuiscono a creare atmosfere, emozioni e echi più profondi all’interno del testo poetico; in definitiva il suo significato
Ma perché viene fuori adesso, questo approfondimento su “significante e significato”?
È di comune impiego nel linguaggio colto: basilare e sintetico, come concetto; ma alla portata di tutti. Ne parla Alessandro Alfieri in tutt’altro contesto: un discorso sui Videoclip negli anni ’80, nei primi dieci minuti di un video – tutto molto interessante – che dura circa 50 minuti ) -> leggi e ascolta qui.
È trattata, la relazione tra significante e significato, in uno degli ultimi articoli pubblicati sul sito, quello sul segreto dell’immortalità, la ricerca dell’albero i cui frutti danno l’immortalità
Note
(1) Ferdinand de Saussure (1857 – 1913) è stato un linguista e semiologo svizzero. È considerato uno dei fondatori della linguistica moderna, in particolare di quella branca conosciuta con il nome di strutturalismo.
La nozione linguistica di significante ha avuto poi molte applicazioni in molte altre scienze dell’uomo, grazie in particolare al movimento dello strutturalismo linguistico e filosofico. Umberto Eco ha usato ampiamente questo concetto in semiotica, Claude Lévi-Strauss in antropologia, e Jacques Lacan in psicoanalisi