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La terza edizione del Premio Scalfari a Civitavecchia – leggi qui – è la rappresentazione iconografica di quella egemonia culturale della sinistra, così indigesta all’attuale esecutivo che ritiene che consista, in sostanza, nell’occupazione fisica di tutti i posti di gestione e attività culturale, da parte di una sorta di S.P.E.C.T.R.E., ordita dai bolscevichi.
Letto l’articolo e conoscendo i miei polli, il primo commento, ironico, è che non si capisce quanta gente sia venuta direttamente da Capalbio, e quanta dal resto del mondo.
I nomi dei partecipanti sono tutti di prim’ordine, intendiamoci: ma che siano in grado di esercitare una qualche egemonia culturale, in senso gramsciano, proprio non lo credo.
L’impressione è quella di una specie di autocelebrazione, o di celebrazione dei propri valori, che però, nell’Italia del 2024, non trovano riscontro.
Eugenio Scalfari – come Lucio Caracciolo – ha svolto un ruolo rilevante nella cultura italiana. Sono abbastanza vecchio per avere avuto tra le mani una copia del primo numero e per ricordare una famosa intervista, in cui si rivolgeva ad un interlocutore di cui non aveva grande stima, dicendo: – “Cultura… lei capisce questa parola?”.
Detto questo, Scalfari e molti altri intellettuali della nostra gioventù, verranno dimenticati e seppelliti dal lavoro dissennato che i governi, di entrambi gli schieramenti, hanno fatto sulla Scuola di questo paese, molto prima che Giorgia Meloni si accorga che l’egemonia culturale della sinistra è stata sconfitta da decenni.
La cultura viene percepita, da una larghissima parte della nostra società, come un valore dal quale si è tagliati fuori, esclusi: e allora, persa per persa, tanto vale rifiutarla.
E non solo la cultura in generale: anche la conoscenza e l’uso della lingua stanno decadendo pericolosamente.
Poi però, ottimista, mi consolo con Ponzaracconta.
Parlando, qualche giorno fa, con un amico ponzese, ex amministratore, ho appreso che Ponza, nel suo piccolo, ha qualcosa di simile : il premio ‘Schiano’ – “Ponziano Benemerito”.
Come il premio Scalfari, anche il Ponziano Benemerito è una autocelebrazione: della memoria, in primo luogo, e delle personalità, le più varie, che hanno contribuito, in modo più condiviso che notevole, a creare quella delle isole Ponziane. Non ho trovato informazioni sull’edizione 2024.
Premio Ponziano Benemerito. Locandina Ed. 2016
Scorrendo la lista degli insigniti delle edizioni precedenti, mi è venuta spontanea una domanda: – Ma Ponzaracconta, ve la siete scordata?
Com’è noto, non ho rapporti idilliaci con buona parte della redazione, che non ammette che si possa parlare dell’isola raccontando anche quello che vi accade e in che condizione si trovi: poi, però, la realtà è ostinata e le cartelle di Ambrosino sono arrivate quasi a tutti.
Tuttavia, io considero questo sito come una piccola meraviglia culturale, per la memoria che conserva e che è disponibile a tutti; e anche per la durata di un’esperienza – cui contribuisce oggi una pluralità di persone – che ne hanno permesso lo sviluppo e la diffusione, anche fuori dell’isola e molto oltre le stagione turistica.
Quindi, avanzo l’idea della sua candidatura all’edizione 2025: con la motivazione che conservare la memoria è indispensabile per comprendere il presente e per preparare il futuro.
Potrebbe ritirarlo la direttora, se per lei non è un problema.
Parafrasando il grande Scalfari: “Comprendere il presente… lei capisce queste parole?”