Libri

L’Europa delle biblioteche

di Giuseppe Mazzella

 

In un’epoca caratterizzata dalla memoria elettronica, alla quale forse spericolatamente affidiamo la nostra storia, ricordare i grandi centri europei in cui sono custoditi manoscritti e libri preziosi, può farci riflettere sulla inesausta volontà di preservare il nostro passato. Anche i monasteri di Ponza e Zannone hanno dato un contributo nel preservare e valorizzare l’antica cultura, un patrimonio che solo di recente si sta riscoprendo.

«Ogni libro è un capitale che silenziosamente ci dorme accanto, ma che produce interessi incalcolabili». Questa massima di Goethe esalta l’importanza del libro nella costruzione delle civiltà. Roger Chartier, uno dei più grandi storici della cultura, lega l’evoluzione della biblioteca allo sviluppo dell”’oggetto libro”. Per leggere i rotoli antichi bisognava impegnare tutte e due le mani; con i libri a fogli sciolti e legati le mani sono libere di scrivere e annotare. Ma quanto sopravvive della famosa biblioteca di Alessandria, la più grande del mondo antico? Cosa resta delle raccolte greche e romane? E della mirabile collezione di Lucullo, la più grande biblioteca privata dell’antichità? Quanto delle preziose e misteriose biblioteche egizie, persiane e babilonesi?

Dopo la caduta del1’Impero romano, gran parte di quella immensa ricchezza andò perduta. Sopravvissero però numerose opere importanti che la pazienza dei monaci dei secoli del IX e X secolo, riuscirono a preservare dalla distruzione e dall’oblio. In ogni monastero d’Europa operava un attivo scriptorium, l’officina degli abili amanuensi grazie ai quali la civiltà del mondo antico poté essere conosciuta dalla posterità. “Rinascimento del XII secolo”, come è stato chiamato questo periodo, vide la nascita di scuole rinomate e prestigiose come Auxerre, Laon e Chartres in Francia, di Corvey, Saint Gall e Saint Maurice nel centro dell’Europa, di Montecassino e Bobbio in Italia, di Vic e Montserrat in Spagna. In questo processo di crescita culturale le biblioteche ebbero un ruolo centrale. Da quella di Montecassino a quelle inglesi di Derry e Durrow, dalle francesi di Tours e S.Gallo, fondata nel 612, si origineranno durante il Medioevo prima nei monasteri poi presso le corti le prime raccolte del mondo mondo moderno.

L’ordine cistercense, al quale va grande merito, contava nel XIII secolo circa 500 monasteri in tutta Europa. Parallelamente si assistette a uno straordinario sviluppo della vita intellettuale, con la nascita delle università e di scuole. E non solo. Grazie ai viaggi di professori e studenti al di là delle frontiere politiche e linguistiche e all’uso diffuso del latino, fu favorita la conoscenza e la diffusione delle grandi summae teologiche, filosofiche, giuridiche e storiche, ma anche di opere letterarie. Si traducevano al contempo anche numerose opere scientifiche dal greco, dall’arabo e dal latino, e opere latine in volgare.

Anche i monasteri di Santa Maria a Ponza e quello di Zannone, diedero il loro contributo nella valorizzazione del prezioso retaggio del passato. Tra i monaci più celebri che operarono nelle nostre isole, merita una menzione particolare Raniero da Ponza, che fu tra i consiglieri più ascoltati di Papa Innocenzo III, sulle cui tracce e della cui riscoperta stanno fiorendo in questi ultimi anni importanti approfondimenti. Molto materiale inedito è, oggi, conservato e a disposizione degli studiosi nella biblioteca monumentale dell’abbazia di Casamari a Veroli, in provincia di Frosinone.

In quei due secoli l’Europa divenne così la grande depositaria della conoscenza, che esploderà nel grande risveglio del Rinascimento. La cultura antica, mediata dagli Arabi, irruppe come una deflagrazione che rinnovò il Vecchio Continente. L’elemento unificante fu dato in Europa soprattutto dalla cultura e dalla coscienza critica che ha alimentato il progresso. Esse furono alla base delle grandi biblioteche, istituzioni secolari e centri pulsanti di cultura, presso le quali continuarono a formarsi le nuove classi dirigenti. Ed è ancora dagli inizi del XV secolo, assistiamo con gli inizi della stampa e il trionfo della carta, l’istituzione del sistema postale, lo sviluppo dei viaggi e l’espansione europea al di là dei mari, mentre lo slancio dell’umanesimo e le nuove tendenze dell’arte spalancarono davanti l’Europa il Rinascimento e il mondo moderno. Non a caso il filosofo inglese Francis Bacon affermò che l’invenzione della stampa segnava letteralmente un’epoca, come restò famoso il collegamento che istituì tra tre invenzioni fondamentali: la stampa, la polvere da sparo e il compasso. Non è un caso se tra la metà del XII secolo e fino alla metà del XIV, si pone il periodo cruciale della formazione della maggior parte degli stati europei.

Oggi Parigi con la Biblioteca nazionale di Francia a Tolbìac, con i suoi 40 milioni di libri, s’impone come un patrimonio della cultura dell’Europa. La moderna biblioteca ha le radici nella antica e splendida raccolta di rue de Richelieu, fondata da Carlo V nel 1638 e aperta al pubblico nel 1692. La nuova biblioteca, costata otto miliardi di franchi, circa 2240 miliardi delle vecchie, si sviluppa su quattro torri altissime a forma di libro aperto che si guardano l’un l’altro, come a leggersi reciprocamente. Oltre ai libri, stampe e carte geografiche, contiene 180 mila manoscritti, di cui diecimila miniati e la più ricca collezione esistente di testi di alchimia e di scienze occulte. Le sale di lettura possono ricevere fino a 1700 persone. I grandi spazi e le nuove tecnologie permetteranno di ospitare per almeno 50 anni almeno 120 mila nuovi titoli l’anno. Insomma la memoria del futuro.

A Londra con i suoi 150 milioni dodici milioni di libri, è la seconda più grande al mondo, è stata trasferita dalla vecchia sede della British Library di Bloomsbury a quella di St Pancreas. La nuova maestosa sede, dispone di 300 km di scaffalature. Nella vecchia sede storica Karl Marx studiò per anni e scrisse Il Capitale, e George Bernard Shaw redasse tutti i suoi libri, mentre Gandhi la frequentò al tempo della sua università a Londra, negli anni dieci del Novecento. Oggi la British Library ha anche il primato della biblioteca più fornita e aggiornata del mondo nel campo tecnico-scientifico, e le sue collezioni di testi orientali, del sud-est asiatico e del Medio oriente, non hanno rivali. Tra le sue raccolte più preziose vanno ricordate le collezioni appartenute a re Giorgio III e i 3000 papiri egiziani e le 500 mila carte geografiche. Oltre ai 3000 incunaboli.
Tra le tante curiosità contenute nella British va ricordata un’ edizione minuscola del Vangelo, di soli 1,5 cm per lato, la Magna Carta e una copia della Bibbia di Gutenberg. La biblioteca dispone oggi del sistema Opac, uno dei più moderni sistemi per computer, che permette di accedere in tempo reale ai circa 12 milioni di schede dei documenti conservati nella biblioteca.

A Francoforte sul Meno risiede la Biblioteca della Repubblica Federale di Germania, fondata nel 1947 e dal 199l accorpata alla biblioteca tedesca di Lipsia. Tra le collezioni più prestigiose contiene l’Archivio musicale tedesco, ove sono custodite e archiviate preziose testimonianze dei più grandi musicisti tedeschi da Beethoven a Mozart, da Haiden a Bach. Contiene anche preziose raccolte sulla letteratura dell’emigrazione dal 1933 al 1945, un patrimonio che supera i quattro milioni di documenti.

Anche Madrid ha la sua gloria, la Biblioteca Nacional. Fondata nel 1712 da Filippo V, dopo vari trasferimenti, ha trovato la sua sede definitiva nel 1894, in un moderno edificio, nel quale sono stati sistemati oltre 33 milioni di libri, 3000 incunabili, 125.000 incisioni e disegni.
In Italia le biblioteche sono numerose, quale l’Ambrosiana di Milano e la Nazionale di Firenze, nella quale sono conservati i manoscritti dei più grandi scrittori italiani da Boccaccio a Leopardi, da Manzoni al Foscolo. Nella raccolta delle opere a stampa vi è conservato anche un esemplare della prima pubblicazione a stampa della Divina Commedia, nella edizione di Foligno del 1472.

Di tutte le biblioteche italiane forse la Vaticana però è quella più affascinante. Fondata sul modello della biblioteca di San Marco, venne ideata dal papa umanista Niccolo V verso la metà del XV secolo, sul nucleo della sua libreria privata formata da 800 codici latini e 353 greci. Bisognerà però aspettare il 15 giugno 1475 perché Sisto IV, con bolla solenne, inaugurava la biblioteca e vi ponesse come direttore il grande Bartolomeo Sacchi, più noto come il Platina. La Vaticana comprende quasi due milioni di libri, più di 60 mila manoscritti e 7.000 incunaboli. Tra le raccolte più preziose vanno ricordati alcuni codici delle opere di Virgilio del IV secolo, un Vangelo miniato anglosassone del VIII secolo e una ricchissima raccolta di autografi dei più grandi protagonisti della storia come S. Tommaso d’Aquino, Martin Lutero, Raffaello, Enrico VIII d’Inghilterra, Michelangelo e Galilei. Ed ha una sezione, cosiddetta segreta, quasi del tutta ancora inesplorata e che solo da pochi anni è stata aperta al pubblico.

Questi sono solo alcuni esempi della ricchezza delle grandi biblioteche d’Europa, nelle quali ogni giorno studiosi e ricercatori impreziosiscono con il loro impegno questi luoghi deputati alla cultura. «Mi sono sempre immaginato il Paradiso come una specie di grande biblioteca», affermava il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges: forse pensava all’insieme delle preziose raccolte di quelle di tutta Europa.

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