di Luciana Figini
“House With No Door” – Quando la tua casa sembra non avere porte – è il secondo brano del secondo album dei Van Der Graaf Generator, vale a dire “H To He – Who Am The Only One” del 1970, disco di grande successo in patria, e anche in Italia (dove divennero assai popolari), del gruppo progressive-rock di Peter Hammill.
Peter Hammill è, a mio parere, uno dei più grandi autori degli anni settanta e questa canzone lo dimostra ampiamente.
“A House with no Door” non è una canzone dal testo facile: parla di solitudine, disperazione, depressione.
All’inizio ci viene presentata questa “casa senza porta” che, a mio parere, simboleggia una persona sola e depressa, che non vede via d’uscita in quanto non c’è nessuna “porta”.
Fa freddo nella casa e non c’è un tetto, quindi la pioggia può entrare liberamente.
Il narratore cerca di capire cosa può fare per risolvere questa situazione, ma è isolato e addirittura si sorprende se qualcuno vuole prendersi cura di lui.
E’ confuso, non sa come reagire, cerca aiuto ma non sa come fare e niente sembra funzionare.
Come spesso accade alle persone depresse che non sono capaci di chiedere aiuto, il narratore si isola ulteriormente finchè nessuno tenta più di interagire con lui.
Negli anni settanta parlare di depressione o di problemi personali era molto difficile, se non impossibile, e spesso la musica ed i testi delle canzoni ci venivano in aiuto.
“A House with no Door” è la descrizione precisa di quello che prova una persona depressa, così come “Emozioni” del grande Lucio Battisti era la descrizione perfetta di quei sentimenti a cui non eravamo in grado di dare un nome (e che spesso non sapevamo neppure di provare).
Verso la fine della canzone il narratore sembra comprendere la sua situazione ma, invece di tentare di risolverla, si chiude ancora di più in se stesso; è come se stesse costruendo un muro o è come stesse lui stesso murando la porta della sua casa per non far entrare nessuno.
Forse c’è una piccola speranza: la mancanza di un tetto lascia spazio ad una possibilità di fuga e forse la pioggia potrebbe essere il simbolo di questa possibilità, di questa libertà possibile ma molto, molto difficile da raggiungere.
Ma nella casa non c’è neppure la luce, quindi questa speranza di libertà è molto lontana, anche se alla fine della canzone il narratore quasi lancia un urlo di disperazione affinché qualcuno lo aiuti.
A tratti sembra che il narratore soffra di un vero e proprio disturbo mentale – provate a leggere le parole del testo che ho evidenziato in neretto – che non gli permette di uscire dalla prigione che forse si è costruito con le sue mani.
Le melodie malinconiche, accompagnate dal pianoforte che sembra cadenzare il tempo e i suggestivi assoli di chitarra, aggiungono al testo strati di profondità. Questo arrangiamento musicale evoca un senso di desiderio, di introspezione e di intimità emotiva.
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There’s a house with no door and I’m living there
at nights it gets so cold and the days are hard to bear inside.
There’s a house with no roof, so the rain creeps in,
falling through my head as I try to think out time.
I don’t know you, you say you know me, that may be so,
there’s so much that I am unsure of …
You call my name, but it sounds unreal, I forget how I feel,
my body’s rejecting the cure.
There’s a house with no bell, but then nobody calls;
I sometimes find it hard to tell if any are alive at all outside.
There’s a house with no sound; yes, it’s quiet there …
there’s not much point in words if there’s no-one to share in time.
I’ve learned my lines, I know them so well, I am ready to tell
whoever will finally come in
Of the line in my mind that’s cold in the night, it doesn’t seem right
when there’s that little dark figure running …
There’s a house with no door and there’s no living there:
one day it became a wall … well I didn’t really care at the time.
There’s a house with no light, all the windows are sealed, overtaxed and strained
NOW NOTHING IS REVEALED BUT TIME
I don’t know you, you say you know me, that may be so,
there’s so much that I am unsure of …
You call my name, but it sounds unreal, I forget how I feel,
my body’s rejecting the cure …..
Won’t somebody help me …
Latraduzione italiana:
C’è una casa senza la porta ed io vivo lì
di notte fa così freddo e le giornate sono difficili da sopportare là dentro
C’è una casa senza soffitto, così la pioggia ci scende dentro
cadendo sulla mia testa mentre io tento di pensare
Io non ti conosco, tu non conosci me, può essere così
ci sono tante cose sulle quali sono incerto …
Tu chiami il mio nome, ma suona irreale
ho dimenticato la sensazione che fa
il mio corpo sta rifiutando le cure
C’è una casa senza campanello, ma nessuno suona
qualche volta mi sembra difficile credere che qualcun altro sia vivo fuori
C’è una casa senza alcun rumore; sì, tutto è tranquillo là …
non c’è un gran bisogno di parole se non c’è nessuno con cui scambiarle.
Ho imparato le mie frasi, le conosco molto bene, sono pronto per dirle
a chiunque alla fine entrerà.
Qualcosa di freddo nella mia mente
non sembra che vada bene
quando c’è quella piccola nera figura che passa…
C’è una casa senza la porta, e nessuno vive là
un giorno è diventata un muro… bene, non mi importava nulla a quel tempo
C’è una casa senza nessuna luce, tutte le finestre sono sigillate, aggravate e sprangate
ORA NON SI VEDE PIÙ NIENTE, SE NON IL TEMPO
Io non ti conosco, tu non conosci me, può essere così
ci sono tante cose sulle quali sono incerto …
Tu chiami il mio nome, ma suona irreale
ho dimenticato la sensazione che fa
il mio corpo sta rifiutando le cure
Qualcuno vuole aiutarmi?