di Francesco De Luca
Alle 16,30 mi reco in chiesa. All’ingresso leggo il programma delle funzioni e scopro che la novena inizia alle ore 17,30. Un po’ dispiaciuto per l’anticipo sto per allontanarmi quando entra Peppe e mi invita ad andare avanti, dove c’è l’armonium con Giovannino e le donne del coro.
Non posso aderire all’invito perché ho l’appuntamento col dentista alle 18,00.
Gli lascio un compito: “questa sera non potrò essere presente – gli dico – ma tu prendi nota di tutto e poi mi riferisci ”.
“Se ti accontenti…” – risponde.
“Certo… Sarà come stare lì con te”.
Queste righe perciò riflettono quanto mi ha riferito Peppe.
La statua dell’ Immacolata brilla di bellezza come sempre. “ La portiamo nel cuore…” Come Antonio che, da quando fu ricoverato in ospedale a ottobre ripeteva alla moglie che voleva venire a Ponza per l’8 dicembre…”
Non ce l’ha fatta perché il destino non ha voluto.
Aniello… il cugino di Antonio, è venuto appositamente da Roma. I dolori del fisico non lo fermano. Da Roma si attende anche la venuta di Luigi. Mancano alla comunità: la sua creatività, la presenza, la sua costanza.
La novena termina col canto: Tota pulchra… tutta bella sei, Maria…
La bellezza don Luigi Dies la indicava a noi ragazzi come la qualità ‘umana’ più preziosa. La bellezza… quella dell’anima. Cosa capivamo di questa indicazione? Non posso parlare per gli altri, per me e per i miei compagni di devozione, la bellezza d’animo significava lealtà, amicizia, franchezza.
Soltanto anziani… non c’ è un bambino, non una ragazza, non un giovane.
“Ci siamo noi” – ironizza Antonio, un altro affezionato alla Madonna, come Carmine, come Alfonso. come…”
“Noi… ci siamo noi… “
Grazie Peppe.