Palmarola

Lettera aperta al Sindaco di Ponza e all’Ente Parco del Circeo

di Biagio Vitiello

 

Tra i tanti problemi gravi che minacciano le nostre bellissime isole Ponziane forse il più grave nei tempi lunghi, segnalato fin dai tempi di Déodat de Dolomieu (leggi qui) è la progressiva erosione ad opera del mare, del vento e delle piogge, che di recente è stata inserita nel termine più comprensivo di “dissesto idrogeologico” includente anche le problematiche non solo costiere ma di tutto il territorio retrostante.

Premetto anche che nessuna amministrazione comunale fino ad ora, ha affrontato seriamente il problema, a parte piccoli interventi su smottamenti e frane che si sono verificate; ma nessuna prevenzione e nessun intervento realmente in grado di contrastarlo.

In passato ci sono stati dei progetti, finanziati con fondi comunitari, per il contenimento e/o la eradicazione delle capre a Palmarola, che per la moltiplicazione  incontrollata e sproporzionata rispetto al territorio che hanno colonizzato, stanno portando a una grave instabilità del terreno per depauperamento della componente vegetale (e radicale) di contenimento. Questi progetti a mio modesto parere sono serviti a poco o a nulla, forse perché poco seguiti nel tempo e nei risultati o forse anche perché calati dall’alto senza un adeguato coinvolgimento della popolazione locale. Quindi, anche dal punto di vista economico, un investimento a vuoto.

Penso che noi locali residenti che amiamo le nostre isole, sappiamo di esse più cose di coloro che decidono gli interventi da mettere in atto. Una di queste è la necessità assoluta di eradicare le capre non solo da Palmarola, ma anche da  Ponza, e i mufloni da Zannone, per gli stessi motivi.
Questa decisione dovrebbe avere carattere di urgenza, perché chi scruta di continuo il territorio, sa quale grave danno è si sta compiendo nelle isole sotto l’aspetto ambientale: le capre mangiano di tutto; al monte Guardia, lato sud-ovest, versante Faro della Guardia non c’è più un fico d’india, e prima tutti ricordano come fossero numerosi; a Zannone i mufloni non permettono la rigenerazione del sottobosco e del bosco (mangiano persino le piante giovani di “mortella”Myrtus communis).
E al riguardo di Zannone, mi chiedo e chiedo: il progetto PONDERAT non prevedeva una recinzione di parte del bosco, per impedire il pascolo dei mufloni e permettere alla lecceta di rigenerarsi?

Per la soluzione di questo problema, proporrei al Parco e al Comune di Ponza, un piano di cattura delle capre (con l’ausilio di volontari locali, me compreso) a mezzo reti, e spingendole verso di esse con l’ausilio del drone per le zone più impervie.
Dopo la cattura esse andrebbero regalate ai ponzesi che ne fanno richiesta o, in mancanza, ad altri.

Per Zannone, i mufloni andrebbero catturati con lo stesso sistema e una volta presi andrebbero messi in una zona dell’isola  recintata; se sono troppi qualcuno potrebbe essere regalato al ponzese che ne fa richiesta.

Penso che questo mio suggerimento sia fattibile, ma da mettere in atto al più presto. Penso anche che non occorrono grossi fondi, ma solo quelli per la recinzione dei mufloni a Zannone, e pertanto il Comune in primis e l’ente Parco se ne dovrebbero fare promotori.
Biagio Vitiello

Immagine di copertina. Una scena dal programma Geo su Palmarola, del 27 nov scorso: una capretta e il suo piccolo all’ombra di un gruppo di palme nane

***

Nota (a cura della Redazione)
A dimostrazione della ciclicità con cui questi allarmi si ripetono – senza che nulla cambi – riportiamo un articolo comparso su Ponzaracconta (ripreso da la Repubblica), nel lontano (!) 2019

https://www.ponzaracconta.it/2019/09/29/capre-a-palmarola-un-problema/

2 Comments

2 Comments

  1. La Redazione

    30 Novembre 2024 at 06:29

    A dimostrazione della ciclicità con cui questi allarmi si ripetono – senza che nulla cambi- riportiamo un articolo comparso su Ponzaracconta (ripreso da la Repubblica), nel lontano (!) 2019

    https://www.ponzaracconta.it/2019/09/29/capre-a-palmarola-un-problema/

  2. Bixio

    3 Dicembre 2024 at 16:37

    Per Biagio Vitiello e l’Ente Parco: c’è da segnalare anche il forte propagarsi dei rovi che stanno sovrastando tutta la macchia mediterranea preesistente. Come intervenire?

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