proposto dalla Redazione, da Le Guide di Repubblica del 28 ott. 2024
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Oltre la morte. Invito partenopeo per scoprire l’aldilà
di Francesca Alliata Bronner
– Show, visite, letture in quel patrimonio artistico e culturale inestimabile per divertirsi e riflettere tra “il sopra e il sotto”
– Antico, popolare e un po’ dissacrante: da sempre il culto dei defunti a Napoli assume tratti particolari. Da cui nasce “Uànema: festa degli altri vivi”: una serie di eventi fra arte, archeologia e scaramanzia
Una festa dei morti al contrario per portare a Napoli allegria, cultura e un pizzico di saggezza partenopea che rende da sempre la città e i suoi abitanti i più simpatici del mondo.
Torna da domani per il terzo anno, dopo il successo delle precedenti edizioni, “Uànema: festa degli altri vivi”, la rassegna promossa dal comune di Napoli e fortemente voluta dal sindaco Gaetano Manfredi, che racconta il particolare rapporto dei napoletani con l’aldilà, richiamando il legame tra morti e vivi che lo caratterizza. Cinque giorni (fino al 3 novembre) in cui luoghi d’arte e cultura e spazi ipogei della città diventano palcoscenici di aperture straordinarie, concerti, reading, spettacoli teatrali, visite guidate, cinema by night.
«Nella nostra città, ogni pietra e anfratto, anche sotterranei, narrano di storie ignote, cariche di quello spirito tutto napoletano che caratterizza il rapporto con l’aldilà mischiando sacro e profano», spiega il sindaco Gaetano Manfredi. «“Uànema”, superando i limiti della stagionalità e ravvivando antiche tradizioni, rappresenta un esempio concreto di come sia cresciuta l’offerta culturale della nostra città, svelando ai cittadini e ai turisti la Napoli di miti e culti che siperdono nella notte dei tempi rendendolaunica». Un iper-Halloween partenopeo, liberatorio e grottesco, antichissimo, popolare e dissacrante, perché i morti non fanno (solo) paura ma ci ricordano che il confine tra la vita e la morte è così sottile che a volte può dissolversi o scomparire e che, quindi, non ha davvero nessun senso prendere le cose di questo mondo troppo sul serio.
«Il nostro intento è, da un lato, quello di far scoprire tanto ai napoletani quanto ai turisti la bellezza di monumenti funebri di straordinaria ricchezza artistica e antropologica», spiega Andrea Mazzucchi,consigliere del sindaco per le biblioteche e la programmazione culturale integrata, «ma dall’altro è anche quello di provocare una riflessione spregiudicata, giocosa e liberatoria attraverso concerti, film, teatro e letture tratte dal grande canone della tradizione occidentale che proprio qui a Napoli ha raggiunto – penso a Giacomo Leopardi – i vertici della speculazione e della poesia su un tema così scandaloso eppure ineludibile, come quello della morte».
A inaugurare l’edizione 2024 di “Uànema” (che in napoletano significa “All’anima”, esclamazione di stupore, ndr )il poliedrico cantautore, poeta, attore e giocoliere della parola David Riondino, che
domani al Lazzaretto dell’Ospedale dellaPace, presenta il reading Delle parole morte, una performance che alterna composizioni originali a letture che spaziano dalla poesia lugubre barocca a quella sudamericana. Lo stesso giorno, al Teatro Instabile Napoli, Daniele Fabbri, noto stand-up comedian, propone A tutto c’è rimedio , show originale (e geniale) che dimostra come della morte non solo si può ridere, ma si deve ridere. Chiude la manifestazione, a sorpresa, un nuovo ospite internazionale: Lubomyr Melnyk, pianista classico attivo sin dagli anni ’80 e inventore della “Continuous music” universale. Questi spettacoli sono a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria (vedi scheda informazioni in alto) .
Giovedì 31 ottobre nella chiesa di Santa Luciella ai Librai, Imma Villa e Cecilia Lupoli leggono i Dialoghi Morti del filosofo greco Luciano di Samosata, per “incontrare” alcuni illustri defunti del mondo antico, da Alessandro Magno ad Achille, Ettore, Scipione, fino ai grandi filosofi. E ancora, nel giorno di Ognissanti, le catacombe di San Gennaro fanno da scenario alla mis-en-voix delDialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie , a cura di Putéca Celidònia: vertice comico e filosofico della speculazione letteraria di Giacomo Leopardi che cerca di mostrare come, dal punto di vista della morte, la vita appaia “cosa arcana e stupenda”.
Il 2 novembre, la festa degli “altri vivi” trasforma Napoli in una New Orleans sul Golfo, con la performance itinerante Q uando gli spiriti cantano: un funerale jazz della Castellan Brass marching band, gruppo di ottoni composto da ragazzi cilentani che, ispirandosi alla tradizione dei funerali jazz della Louisiana, mettono in scena la morte come fosse una festa.
Perché se “A tutto c’è rimedio… fuorché all’ansia”, come sostiene Fabbri con ironia, è proprio il tema della morte, di cui non parliamo più tanto e sconosciuta a farci paura, creandoci ansia: «Eppure ci sono cose molto peggiori», scherza il comico, «come il precariato, l’armocromia, o scegliere cosa fare a capodanno». E così sorridendo, in giorni di preghiere e visite al cimitero, Napoli e “Uànema” vogliono aiutare i “comuni mortali” a conoscere la temuta “fine” della vita in una veste a colori. O in bianco come Pulcinella che la mattina del 3 novembre, chiama adulti e bambini a Casa Guarattelle per un viaggio di marionette nell’aldilà (Pulcinella e le anime pezzentelle ). In scena anche Maradona poichè chi più di lui, per il popolo napoletano, evoca la volontà di riscatto, il desiderio di lasciare il purgatorio per “vivere” in paradiso? Anche quello terreste che dopo la morte, il pibe de oro non ha mai lasciato.
Articolo di Repubblica del 29 ott. 2024. Ritaglio-immagine
Il poliedrico cantautore e attore David Riondino inaugura la rassegna “Uànema” con la performance Delle parole morte
Copertina (ritaglio immagine). Le catacombe di San Gennaro, sono una magnifica area cimiteriale aperta alle visite che conserva le reliquie del santo patrono di Napoli (foto diRiccardo Siano)
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Torna la rassegna musicale
Note settecentesche sacre e misteriose
di Gaia Giuliani
Sono la Napoli della florida tradizione musicale settecentesca, quella di Scarlatti, di Nicola Porpora, Niccolò Jommelli, e dei tanti compositori accorsi da tutta Italia a formare la Scuola musicale napoletana, e la città che conserva ancora intatti, dopo secoli, segreti e misteri di un esoterismo dalle tinte vesuviane che animeranno la nuova edizione di “Vedi Napoli sacra e misteriosa e poi torni”.
La rassegna, promossa e sostenuta dall’Assessorato al turismo e alle attività produttive, quest’anno festeggia il suo terzo anniversario e, dal 3 novembre al 30 dicembre, si snoderà tra chiese, musei, palazzi e i mille tracciati che si dipanano dai suoi decumani celebrando un prezioso patrimonio culturale tutto da riscoprire.
Il ricco programma musicale questa volta si concentrerà sui capolavori della famosa Scuola dedicati al sacro, che gli studiosi del settore hanno voluto riportare alla luce, e alle note finalmente suonate, dal silenzio delle sale di biblioteche e archivi dove vengono gelosamente custoditi. Secondo un percorso d’ascolto che seguirà la filologia dei luoghi per cui furono composte, con concerti nella celeberrima Cappella del tesori di san Gennaro, il patrono più famoso dei partenopei per cui scrissero Domenico Cimarosa, Giovanni Paisiello, ancora Porpora. O nella chiesa di santa Caterina a Formiello, con il suo famoso organo creato dall’illustre organaro settecentesco Giuseppe De Martino e, ancora tra gli altri, nella basilica del Carmine Maggiore, dove lo stesso strumento è presente in tre vibranti versioni di epoche diverse.
Una sinfonia di sacro che trova il suo contraltare, o meglio un controcanto speculare e altrettanto fedele allo spirito della città, negli itinerari che andranno a setacciare miti, storie e leggende di una Napoli misteriosa ed esoterica. La chiesa di san Giovanni a mare ad esempio, l’antico complesso monumentale creato per accogliere e curare i crociati di ritorno dalla Terrasanta, rivelerà le sue storie dove fede cristiana e riti pagani si mescolavano negli antichi festeggiamenti legati al solstizio d’estate e alla notte delle janare, temutissime presenze stregonesche che, si racconta, erano solite riunirsi nei pressi della chiesa nel giorno dedicato al santo.
In questo tour dell’occulto non mancherà naturalmente la cappella di san Severo, in cui riposano il Cristo velato e i segreti del principe Raimondo de Sangro, alchimista, inventore e letterato, “incarnazione napoletana del dottor Faust”, come scrisse di lui Benedetto Croce.
Teschio di grazia. Uno dei teschi in ottone fuori dalla chiesa di Santa Maria del Purgatorio ad Arco, consumato dallo sfregare dei cittadini per le richieste di grazia
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N.B. – Tutti gli eventi di “Uànema: festa degli altri vivi” (da oggi al 3 novembre) sono a ingresso gratuito con prenotazione su: www.comune.napoli.it/uanema-2024 . Per tutti gli appuntamenti info e prenotazioni su: www.comune.napoli.it
Note
Sul sito c’è già un articolo (del 2020) dedicato a “Le anime pezzentelle“.
Inoltre una sequenza del Cimitero della capuzzelle si trova nel film, di Rossellini, “Viaggio in Italia” del 1954, con Ingrid Bergman.
Qui sul sito:
https://www.ponzaracconta.it/2020/11/24/boris-pahor-107-anni-un-grande-vecchio/
Qui su Facebook:
https://www.facebook.com/watch/?v=966190093404839