segnalato da Fabio Lambertucci dalla scheda editoriale del libro
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Il suicidio di Israele
di Anna Foa
«Quello che succede oggi in Medio Oriente è per Israele un vero e proprio suicidio. Un suicidio guidato dal suo governo, contro cui – è vero – molti israeliani lottano con tutte le loro forze, senza tuttavia finora riuscire a fermarlo. E senza nessun aiuto, o quasi, da parte degli ebrei della diaspora».
Israele stava già attraversando un periodo di crisi drammatica prima del criminale attacco del 7 ottobre 2023. Grandi manifestazioni chiedevano a gran voce le dimissioni di Netanyahu e del suo governo e il paese era praticamente bloccato. La risposta al gesto terroristico di Hamas con la guerra di Gaza rischia però di essere un vero e proprio suicidio per Israele.
Da un lato, infatti, abbiamo l’involuzione del sionismo, o meglio dei sionismi: da quello originario della fine del XIX secolo, passando per quello liberale e favorevole alla pace con gli arabi, fino alla crescita del movimento oltranzista dei coloni e all’assassinio di Rabin. Dall’altro, il resto del mondo ebraico – la diaspora americana e quella europea – si confronta oggi con un crescente antisemitismo che, contrariamente alla propaganda di Netanyahu, non è la stessa cosa dell’antisionismo, ma che certo dalle vicende della guerra di Gaza trae spunto e alimento.
Per salvare Israele è necessario contrapporre al suprematismo ebraico, proprio dell’attuale governo Netanyahu, l’idea che lo Stato di Israele deve esercitare l’uguaglianza dei diritti verso tutti i suoi cittadini e deve porre fine all’occupazione favorendo la creazione di uno Stato palestinese. Qualunque sostegno ai diritti di Israele – esistenza, sicurezza – non può prescindere da quello dei diritti dei palestinesi. Senza una diversa politica verso i palestinesi Hamas non potrà essere sconfitta ma continuerà a risorgere dalle sue ceneri. Non saranno le armi a sconfiggere Hamas, ma la politica.
Sempre segnalato da Fabio Lambertucci, su YouTube, un’intervista ad Anna Foa, in cui l’autrice spiega le ragioni del suo libro, da la7.it/otto-e-mezzo
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Aggiornamento del 25 nov. 2024 (cfr. Commento di Luisa Guarino)
Da la Repubblica di ieri, 24 nov. 2024, l’intervista di Laura Crinò a Anna Foa:
Foa “Criticare Netanyahu non è un atto di antisemitismo.
Il Paese cambi o resterà solo”
Segnalato da Luisa Guarino
25 Novembre 2024 at 20:54
Da la Repubblica di ieri, 24 nov. 2024, l’intervista di Laura Crinò a Anna Foa:
Foa “Criticare Netanyahu non è un atto di antisemitismo.
Il Paese cambi o resterà solo”
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In ritaglio-immagine nell’articolo di base