.
“Un’ultima cosa” da Dora Maar a Carol Rama voci di donne straordinarie
di Marina de Ghantuz Cubbe – da la Repubblica cronaca romana dell’8 ottobre 2024
– Da domani al 13 ottobre storie di cinque donne in un confronto fra Concita De Gregorio ed Erica Mou
– II duo Concita De Gregorio ed Erica Mou in scena da domani al Teatro Sala Umberto
Artiste nella vita, ma muse per gli uomini. Personalità geniali, considerate folli. In una parola: donne.
Concita De Gregorio le porta sul palco della sala Umberto, da domani al 13 ottobre, con “Un’ultima cosa, cinque invettive, sette donne e un funerale”, per la regia di Teresa Ludovico e con la voce della cantautrice pugliese Erica Mou.
«Donne che prendono parola e parlano di sé al proprio funerale —spiega l’autrice — dicendo tutto ciò che hanno da dire senza che lo faccia qualcun altro».
Dora Maar, Amelia Rossetti, Carol Rama, Vivian Maier e Lisetta Carmi sono artiste che De Gregorio ha incontrato sin da bambina e di cui ha seguito le tracce in tutti questi anni.
Insieme ad altre 15, le storie sono raccolte nel libro “Un’ultima cosa” da cui è nato anche un podcast realizzato da Repubblica.
A teatro, ognuna di loro torna a parlare.
«Dora Maar per me è un’ossessione: è la donna che piange nei quadri di Picasso e sin da piccola provavo una grande pena sapendola ridotta alle sue lacrime. Una donna e artista eccezionale che però è l’emblema della musa, che è lì per ispirare l’uomo che la consuma, la fagocita, la divora», racconta De Gregorio. Che racconta anche il talento delle donne etichettato come squilibro mentale.
“La finestra delle quattro” è il titolo del secondo monologo in cui l’autrice interpreta le parole della poetessa Amelia Rossetti: «Sentiva le voci, parlava quattro lingue indistintamente. Quando una donna è fuori dall’ordinario viene giudicata pazza e Rosselli fu internata come Maar».
Ognuna di queste invettive è scritta con le parole delle protagoniste: De Gregorio usa sempre il loro vocabolario, un «dizionario del lessico privato».
Un’altra artista straordinaria è Carol Rama, amica di Warhol, Picasso, Sanguineti la cui arte «viene censurata dal regime fascista, le sue mostre erano proibite e Mussolini ha mandato al macero molte sue opere», spiega la giornalista, che ha incontrato Rama a Torino, nell’ambiente dei maghi che l’artista frequentava. L’orazione funebre di Maria Lai, artista sarda che rappresenta il tema del filo, del cucire, del tenere insieme le cose che insieme non stanno, si alterna a quella di Vivian Maier, fotografa americana di origini francesi, «che è un’altra mia ossessione perché è una maestra di auto-ritratti che ha sempre fotografato sé stessa come un riflesso».
La recensione in ritaglio-immagine da la Repubblica dell’8 ottobre
De Gregorio. Un’ultima cosa (Feltrinelli, 2024)