di Sandro Russo
Della settimana a Cefalonia con il gruppo di “Scrittura di Viaggio” continueremo a parlare/scrivere per un bel po’, tanto è stata ricca di esperienze e di stimoli. Una delle invenzioni di Claudio – il Virgilio del nostro viaggio -, è stato “il posto di blocco poetico”. Le nostre giornate erano abbastanza equamente divise tra una parte sedentaria di lettura-scrittura, e escursioni sul campo con le destinazioni più varie: spiagge, fari, visite a città e monumenti, cimiteri; un giorno tutto dedicato a Itaca; ebbene spesso, finito il giro quale che fosse, Claudio si piazzava all’uscita e ci chiedeva di leggere pubblicamente quanto avevamo scritto (un haiku spesso (1), o un breve componimento in prosa). Perché era l’esercizio della scrittura la principale finalità del viaggio. Tra le rovine di Sami vecchia, con Itaca di fronte, siamo andati alla ricerca del genius loci, che per me era l’incorporea presenza di Ulisse (2).
Il profilo di Itaca con le caratteristiche ‘gobbe’, dalle rovine di Sami vecchia
Genius Loci. Tra le rovine di Sami. Ulisse
I miei pensieri girano intorno a Ulisse. Come dire intorno a ogni uomo. Di ogni tempo e luogo.
I profili dei monti. I dorsi delle isole viste da lontano, ma non tanto. La traccia che lascia il sole quando abbandona le valli di olivi, prima verde cupo, poi quasi nero. Lo specchio del mare.
“Queste sono la mia terra e il mio mare; in quest’isola sono vissuti i miei antichi, prima di me. Ma non ci cresceranno i miei figli, se mai ne avrò. Strapparmi da questa terra mi dà un dolore continuo; che tornerà ogni volta che vedrò il mare. Ogni volta che tramonta il sole.
La nostalgia del luogo dove sono stato bambino, è un veleno sottile, per quanto dolce. So che non cesserà mai di far male. Eppure sto andando via. Devo andare”.
Passò Ulisse
Vide Itaca laggiù
ma proseguì
Ruderi di antiche mura a Sami
Note
(1) – Ulisse visse intorno al 1200 a. C. Omero ne scrisse nell’800 a. C., circa 500 anni dopo. Noi lo ricordiamo ancora a distanza di 3200 anni (!)
Di Ulisse, sul sito:
(2) – Degli haiku sappiamo abbastanza – leggi https://www.ponzaracconta.it/2021/04/11/epicrisi-326-il-fuoco-del-camino-e-gli-haiku/ .
La differenza tra haiku e haibun è che l’haibun combina un componimento in prosa con un haiku. L’haiku di solito termina il poema con una sorta di sussurrato e intenso poscritto alla prosa dell’inizio di un poema.
Itaca vista dal sito archeologico di Sami (Cefalonia) – Foto di Dunia Hashem