di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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Il riferimento è all’articolo pubblicato ieri sul sito: “Accordo Coesione per la Campania: firma a Palazzo Chigi“
“Coesione”. Basta la parola?
Molti anni fa al tempo di “Carosello” della Rai c’era la pubblicità di un confetto purgante. “Basta la parola” diceva la pubblicità per rimarcare l’effetto positivo della funzione intestinale. Da molti anni non si vede più quella pubblicità. Probabilmente l’affermazione era eccessiva. La parola non basta. Eppure ci sono parole che entrano nel linguaggio comune perché forti ed esaustive ma poi finiscono nel cosiddetto “politichese” fino a perdere di significato. Come la parola “coesione”.
Fu introdotta – a mia memoria – dal governo Monti una decina di anni fa. L’economista sociale Fabrizio Barca fu il primo ministro “per la coesione territoriale”. Per anni quello stesso ministero si è chiamato “ministero per gli interventi straordinari nel mezzogiorno e nelle aree depresse del centro-nord”. Era il ministero che controllava la “Cassa per il Mezzogiorno” (1950-1992) poi i fondi europei che sotto altre forme continuavano il sostegno economico e finanziario al sud per diminuire il dislivello con il nord d’Italia.
Una rivalutazione storica del ruolo che ha avuto la CASMEZ soprattutto nei primi venti anni di vita e prima del trasferimento alle regioni delle competenze con effetti disastrosi é stata fatta dal prof. Amedeo Lepore, ordinario di storia economica alla seconda università di Napoli, sia col suo testo principale su: “La Cassa per il Mezzogiorno e la Banca Mondiale” del 2013 sia con almeno tre libri successivi e numerosi interventi pubblici ovunque in Italia. É una missione quella di Lepore tesa a richiamare le classi politiche al ruolo originario dell’ “intervento straordinario” nelle finalità e nel metodo soprattutto. Un intervento senza “clientele”. “Coesione” – dice il Devoto- Oli – significa “intese, propositi, compattezza”. Non deve essere ridotto a slogan o a propaganda come é stato ridotto il termine “programmazione” sempre predicato da oltre 60 anni e mai veramente attuata. Finalmente è stata trovata la pace tra la premier meloni ed il Governatore De Luca per 3,4 milioni di investimenti “strategici” fino al 2027 in Campania con fondi “coesione” (ecco la parola!) e PNRR.
Qui nell’isola non c è alcun progetto di “coesione territoriale”. Ciascuno dei sei comuni fa per sé e non c è un piano di assetto territoriale per una razionalizzazione dello sviluppo economico e per una rigorosa tutela ambientale dai rischi vulcanico, sismico ed idrogeologico.
Dopo terremoto ed alluvione stiamo ancora agli interventi di emergenza della protezione civile.
Coesione? Non basta la parola.
Di Giuseppe Mazzella – Direttore de Il Continente