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Diario, domenica 15 ottobre 2024
Ieri, domenica, una bella giornata al teatro romano di Verona.E’ tornato il Tocatì tanto atteso, il Festival internazionale dei giochi di strada, 22esima edizione, viaggio tra le diversità dei territori italiani, con i vari giochi dai diversi colori e tradizioni (1).
Sono intervenute diverse Regioni tra cui il Lazio che ha portato “la corsa con la cannata” (2). Questo gioco è una corsa che richiede molto equilibrio e grande abilità, competenza che molte donne in passato, fin nel secolo scorso, avevano naturalmente sviluppato, per necessità quotidiane. Oggi per giocare non si deve far cadere appunto la “cannata” che si porta sul capo. Una volta l’acqua, ancora oggi bene prezioso, veniva trasportata in questi recipienti di coccio tenuti sul capo.
Un ricordo infantile mi riporta a ciò che accadeva in Campania, specie in campagna salernitana, dove si usava sia una zucca a forma di bottiglia, il cucumo analogo in terracotta della cannata, ma più piccolo, sia un secchio di ferro, o anche la Concua, grosso recipiente tondo di rame dall’interno stagnato, che si issava in testa, con sotto un fazzoletto intrecciato che in dialetto salernitano si chiamava ’O curuòglio, per portare l’acqua dal pozzo, o dalla fontana alla propria abitazione, o sul luogo di lavoro, per lo più agricolo o artigiano.
Nell’odierno mondo ludico, del Tocatì, nella sezione dedicata alle “Riflessioni” l’evento di domenica mattina al Teatro romano, ha avuto come protagonista il direttore del museo egizio di Torino, Christian Greco (3), con l’esposizione di un “racconto di viaggio” molto particolare, nel corso della sua conferenza intitolata “Dall’Antico Egitto con Amore”.
Ha narrato come, insieme al suo staff si è impegnato a portare la cultura e la conoscenza del museo, bene di tutti, proprio a chi faceva più fatica. Sentire che ha fatto censire la tipologia dei visitatori per capire come avvicinare le fasce che non erano attratte, per dare risposte risolutive è stato veramente coinvolgente. Per esempio hanno rilevato quali scuole non fossero mai andate con i propri studenti, a interagire, ‘giocare’ con il mondo Egizio; si sono posti il problema di conoscere le loro difficoltà per cercare di risolverle e l’han fatto. Lì dove l’impedimento era il semplice trasporto è stato risolto. Dove invece erano le differenze culturali, l’adeguamento alle conoscenze dei visitatori, è stato di aiuto. Per i bambini serviva un linguaggio accessibile e cosi è nato un libro per loro (4).
Vedere portare cosi i giovani, che sono il tessuto prezioso del futuro dell’umanità, al museo, mettendoli cosi al cospetto della bellezza con competenza culturale e scambio dialettico, è stato per noi ascoltatori, come vedere bel film. Anche una farfalla bianca di quelle che sessant’anni fa abbondavano in campagna nell’era ante-anticrittogamici, volteggiava tra il pubblico e il relatore creando una felice coreografia, dando una nota romantica di tempo sospeso.
Un momento di grande interesse è stato conoscere la storia riportata da Christian Greco, di quando morto il Dio/Faraone dell’alto e basso Egitto, il suo primogenito viene avvisato che deve assumersi la responsabilità del regno. Come spesso accade c’è chi trama nell’ombra per spodestare il legittimo erede, e mettere sul trono il fratello minore; costui però sentendo queste voci si spaventa di una possibile guerra civile fratricida e scappa, verso l’interno dell’Africa, forse nell’attuale Sudan. Questo suo peregrinare non fu scevro di sofferenze trovandosi in grosse difficoltà, ad abbracciare la sua sola ombra. Ma giunto nel vicino regno poiché in quel tempo essere egiziano era un gran valore, fu accolto, lavato e fatto rinascere alla vita. Viene accolto con molti onori gli vien data in moglie la principessa maggiore, per cui diventa viceré. Oggi si presume che il mondo egizio e gli altri popoli intorno fossero molto più in contatto di quanto si sia ritenuto finora e la terra dove era approdato fosse l’attuale Sudan. Qui ebbe una bella vita e molte figlie.
Tuttavia il richiamo delle sue origini, della sua terra natale, per preparare, come consuetudine del suo popolo, una dimora, quella veramente importante per intraprendere l’ultimo viaggio verso la vita eterna, lo richiamava, riportandolo in Egitto. Voleva assicurarsi cosi l’eternità del suo nome, proprio come quello dei faraoni, dalla cui famiglia proveniva. Giunto nella città natale la sua devozione fu riconosciuta, tutti si misero a disposizione e tutto fu compiuto nel migliore dei modi.
Continua il direttore dicendo che studi più recenti, fanno ritenere una maggiore osmosi tra le civiltà vicine ed ipotizzare che queste storie presenti sui geroglifici e papiri, venivano tramandate nella tradizione orale e che Omero vi abbia attinto regalando al mondo storia di Odisseo. Ulisse che viaggia e si arricchisce mentre ricerca la strada di casa dove chiuderà il cerchio della sua vita terrena. Viaggio mirabilmente ripreso nel suo più profondo significato, dal poeta greco Kostantinos Kavafis. in Itaca. Che tutti conosciamo (ma è anche qui).
Nota finale forse il museo organizzerà anche viaggi di cultura per appassionati, per meglio conoscere e condividere la cultura egiziana. Per adesso una collaborazione sarà esplicitata in convegni con la partecipazione del direttore del museo del Cairo, e con la crescita di studenti che fanno la tesi “al museo egizio”, oltre alla pubblicazione di testi come “Alla ricerca di Tutankhamun” “ (Ed. F.C. Panini) nel quale spiega come la scoperta archeologica ha cambiato il mondo.
Il libro comincia cosi:
Ho pregato affinché la resina non si sciogliesse
Il mio occhio destro è la barca della sera,
il mio occhio sinistro è la barca del mattino…
Note
1) Tocatì, in dialetto veneto vuol dire “Tocca a te”. Dal 13 al 15 settembre 2024 si è tenuta a Verona la ventiduesima edizione di Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada, organizzato dall’Associazione Giochi Antichi (AGA) in collaborazione con il Comune di Verona e con il sostegno della Regione Veneto.
2) La Pro Loco di Arpino (Fr), ha partecipato alla XXII edizione di Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada, a Verona, con la Corsa con la Cannata.
3) Christian Greco è il direttore del Museo egizio di Torino. Il museo è dedicato esclusivamente all’arte e alla civiltà egizia. Al suo interno si possono trovare gruppi statuari, mummie, papiri, arredi funerari e di uso comune e tutto ciò che riguarda l’antico Egitto, compresi animali imbalsamati. Nel 2013 il museo è stato inserito dal quotidiano britannico The Times nella classifica dei 50 migliori musei del mondo Una buona presentazione del Museo Egizio di Torino – il secondo al mondo per importanza e ricchezza di reperti dopo quello de Il Cairo – è in Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_egizio_(Torino)
4) Christian Greco. Tutankhamun, la scoperta del giovane Faraone (De Agostini)
Informazioni sull’Autore (fornite da lei stessa)
Virginia Pecoraro. Sono nata nel 1955 a Mercato San Severino (Salerno), dove ho vissuto praticamente sempre fino a circa 18 anni, perché finito il liceo scientifico, frequentato a Salerno – perché mi piaceva andare in città e vedere il mare -, mi sono trasferita a Napoli. Attività sportiva agonistica in gioventù (atletica leggera, corsa 100 e 200 metri e 60 a ostacoli). In gioventù ho fatto anche attività teatrale. A Napoli mi sono laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Neuropsichiatria Infantile.
Quindi da sposata e con il mio primogenito, negli anni ’90 ci siamo trasferiti a Verona, dove vivo tuttora. Lì la famiglia si è arricchita degli altri due figli. Ho lavorato fino all’anno scorso come specialista ambulatoriale. Pubblicazioni scientifiche in tema di neuropsichiatria infantile, sulla relazione Madre-bambino e sulla Pet therapy
Ora sono in pensione. Mi è sempre piaciuto viaggiare, per quanto è stato possibile. Dal post Covid, ho partecipato ad alcune attività con la Scuola di Scrittura del Viaggio che ha montato il mio desiderio di scrivere. Attitudine con continuo a coltivare.
Sandro Russo
18 Settembre 2024 at 08:56
Il resoconto di Virginia dalla giornata conclusiva del Tocatì di Verona, parla diffusamente del direttore del Museo Egizio di Torino (e di alcuni suoi libri). E’ un Museo che ho visitato qualche anno fa, una delle perle di Torino, imperdibile, insieme al Museo del Cinema con sede nella storia sede della Mole Antonelliana, altrettanto notevole.
MA forse non tutti sanno che Christian Greco, tuttora direttore del Museo Egizio (ho controllato su Wikipedia), di cui anche Virginia ha avuto una bell’impressione per l’entusiasmo e le capacità divulgative, è stati circa un anno fa al centro di polemiche che hanno riguardato la sua eventuale sostituzione nell’ambito dello spoiling system (Ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano!) attuato dal nuovo governo. Ho trovato in sintetico resoconto di come di sono svolti i fatti in questo articolo: https://www.fanpage.it/cultura/museo-egizio-il-caso-greco-lega-e-uno-scontro-politico-che-emargina-del-tutto-larcheologia/.
Luigi Dies
20 Settembre 2024 at 07:32
Ho fatto un passo indietro leggendo l’articolo “Il Tocatí” un angolo di mondo da dove sono passato e le sensazioni sono rimaste.
Quella “mappina” intorcinata a spirale messa in testa e l’agilità dei leggeri movimenti calibrati a inquadrare la centratura, fondamentale per l’equilibrio del carico con la perfetta distribuzione del peso. Ci casco dentro a queste assurde nostalgie che ti “squagliano” il cervello di una felicità che forse ti inventi soltanto perché quel sacco da un quintale non stava sulla tua testa.
Anche oggi abbiamo altre felicità. Casomai a noi adesso pensano e ci fanno solo più vecchi e intolleranti. Tra cento anni, altri guarderanno con gli occhi del “languore” la nostra vecchia foto dove le parolacce che diciamo non si sentiranno.
Sono finito poi nel ricordo della visita al Museo Egizio di Torino fatta qualche anno fa. Una brutta mazzata scoprire che “Omero” dei Faraoni ne sapesse più di me. Immaginavo di poter capire qualcosa di quel mondo grande come un oceano che hai visto guardandolo da un aereo o in cartolina. Parti con il piglio dell’esploratore-avventuriero. Farò mio questo mondo in un batter di ciglia. Sono uscito da quel museo con la sensazione che sarebbe bastato solo qualche altro minuto e sarei annegato.