Libri

A Bixio, in amicizia. I libri, la lettura e il senso della vita

di Tano Pirrone

 

Il riferimento è all’articolo di Bixio: Paura dei libri

La stessa sensazione di paura nell’entrare nell’edificio-libro – sconosciuto, tranne per la critica letta o ascoltata, certezza improvvisa nata da una citazione in un altro dei libri letti o in corso di infinita lettura -, la provo anch’io, a volte, dopo un periodo di intensa lettura, di fameliche acquisizioni. Spesso supero il blocco, assaggiando, provandolo a cucchiainate.
Il libro, ho imparato, non è un medicinale, che bisogna leggere: è invece un desiderio che si cerca di esaudire: un espediente per sapere alcune cose, andando incontro, invece ad un nuovo mare d’ignoranza.
Diverse volte qualcuno entrando a casa mia e notando le numerose librerie piene zeppe di libri (oltre quelli a riposo ben custoditi in soffitta) mi ha chiesto:
– Ma li hai letti tutti?
Certamente no –, ho sempre risposto, con un quasi invisibile sorrisetto di compiacimento. Ma spero – ho continuato – di leggerne il più possibile.
E poi, quando mi viene voglia, desiderio o urgenza di leggere quel libro e non un altro posso benissimo alzarmi (so sempre dove stanno, non possono scappare) lo prendo, lo accarezzo, gli tolgo, se ne ha, quel velo di polvere che assicura che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, e comincio a sfogliarlo, leggo l’incipit o le note introduttive, insomma compio religiosamente quei preliminari amorosi che reputo necessari prima di entrare in un mondo che è stato creato anche per me e che io visitandolo – in un certo senso – cambierò. Quindi leggo liberamente, sì, ma anche consapevole, che, dopo, quel libro ed io non saremo più quelli di prima. La lettura non solo modificherà me, ma anche il libro (entità collettiva rappresentante i contenuti e l’autore, ma anche l’editore, lo stampatore, l’illustratore ecc. ed anche tutti quelli che lo hanno già letto e quanti, forse, ancora lo leggeranno.)

Capisco le tue difficoltà e capisco la tua liberatoria narrazione. Solo chi legge criticamente ha queste reazioni, non altri. Quanto ingoiato dev’essere digerito, deve diventare consustanzialità, parte integrante e indifferenziata dell’ospite. La crescita (senza connotazione di valore) inizia quasi da subito.

Il libro in fondo è un contenitore in cui sono stati sistemati concetti, conoscenze, parole…, è una bottiglia con dentro un messaggio. Ignorarlo non è bello. Cercare da soli e o con altri il modo di leggerlo è il compito delle Persone responsabili.

Sto leggendo pian piano il tuo libro: non l’ho guardato in cagnesco, e, come al solito ho cominciato il cammino. Le parole, non solo quelle del tuo libro, ma tutte, soprattutto quelle scritte, sono pietre, pesano e non sempre siamo nella forma psicofisica giusta. Ma non ritroveremo la forza senza fare il necessario esercizio.

Buona giornata a te e ai lettori, se ce ne saranno.

2 Comments

2 Comments

  1. Bixio

    13 Settembre 2024 at 19:39

    Vorrei ringraziare Tano Pirrone anche per le gentili parole. Il sottoscritto ha un modo contorto e contraddittorio nella quotidianità, non sempre lineare. Se provo a scrivere è solo in base a sensazioni del momento; da vecchio dovrei avere comportamenti sereni e tolleranti ma non succede perché vengo travolto da stati emotivi che mi fanno arrabbiare ma… è comunque una prova che sono vivo.
    Buona giornata

  2. Gianni Sarro

    13 Settembre 2024 at 20:37

    Una frase, Tano, mi piace più delle altre, quando dici che leggere un libro ci porta ad un nuovo mare d’ignoranza. Ultimamente ho letto Gerusalemme del divin Cardini: mi sono rapidamente reso conto di avere delle grosse lacune lacune in Storia medievale; ma non solo in Storia medievale, anche di alcuni aspetti strettamente filosofici inerenti il Cristianesimo. Infine la grande emozione provata dall’autore nel vedere la città santa.
    Grazie Tano, grazie Bixio.

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