Racconti

Ti ricordi quei giorni…

di Fabio Lambertucci 

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Un racconto storico breve di Fabio – in due puntate -, ispirato dalla canzone di Guccini già presentata sul sito (leggi e ascolta qui).
Presentazione dell’Autore: Nella Roma degli anni Novanta i due universitari comunisti Irina e Fabrizio si amano e scelgono la via della lotta armata. Dopo il primo omicidio però, le loro strade si divideranno, il loro destino sarà tragico ma del loro amore non resterà solo il ricordo…”.

Ti ricordi quei giorni…

Alle Vittime del terrorismo

Roma, giovedì 20 maggio 1999, via Salaria all’altezza di Villa Albani, ore 8.
È da qualche minuto che mi aggiro in bici per queste vie. C’è ancora poca gente. Il mio compito, assieme ad altre due staffette, è controllare che non passino carabinieri o poliziotti che qui intorno hanno uffici e depositi. Si potrebbe dire che sono un “palo mobile”! L’obiettivo è un professore, un importante consulente del ministro del Lavoro, nemico della classe operaia, così ci  hanno spiegato i nostri ideologi delle Nuove Brigate Rosse. Il paradosso è che il governo è presieduto per la prima volta da un ex comunista! I due compagni che gli spareranno si trovano già  dalle 5.30 nascosti in un furgone. Quando passerà per raggiungere il suo studio in via Bergamo scatterà l’agguato.

Una manifestazione all’Università ‘La Sapienza’ negli anni ’90

Come sono arrivato a questo punto?
Ero studente del primo anno di Filosofia alla Sapienza quando nel 1990 scoppiò la Rivoluzione! Il Movimento studentesco contro la Riforma del ministro socialista Antonio Ruberti che prevedeva la privatizzazione dell’Università era partito da Lettere a Palermo e il 15 gennaio anche noi studenti comunisti, guidati dal nostro capo con il singolare nome del dio egizio dei morti, occupammo la Facoltà di Lettere e ci facemmo consegnare il fax dal preside Emanuele Paratore, seguiti da Scienze Politiche e Psicologia. A causa di una pantera nera fuggita forse da uno zoo privato e avvistata sulla Nomentana, il Movimento venne chiamato “la Pantera”.
Una sera nell’Aula I di Lettere venne a declamare le sue poesie il “poeta metropolitano” Ricky Memphis che era diventato famoso grazie al “Maurizio Costanzo Show”! Era un manovale e recitava con un modo da coatto che ci faceva sbellicare di risate! Fu allora che la notai: una bella ragazza, lunghi capelli neri, viso raggiante. Mi avvicinai.
Hai una sigaretta? – mi chiese.
Mi dispiace non fumo e anche tu dovresti, ti si potrebbe rovinare quella bella pelle! 
Mi scrutò incuriosita: – Che studi? 
Filosofia, primo anno.
Ah, apre la mente!
Così pare, me lo dicono tutti… per consolarmi!
Rise.
E tu? 
Biologia, anche se vengo dal Classico. 
Che c’è di più affascinante della Vita? Piacere, Fabrizio. 
– Io sono Irina. 
– Bel nome, sei russa? 
– No. Romana di origine calabrese!
– Io romano di origine marchigiana!
Questa volta ridemmo insieme.
Va bene. Ci si vede in giro. Ciao! 
Ciao! – e concludemmo così il nostro primo incontro.

Immagine della “Pantera”, presa dall’Autore da un manifesto nel 1990 in via Cavour durante un corteo

L’occupazione proseguiva e una sera, mentre sulle scale d’ingresso della Facoltà stavo leggendo Il Manifesto e ridevo tra me e me con le caustiche vignette satiriche di Vauro, mi sentii apostrofare:
– Fabrizio ciao! Ti va di venire al cinema Fiamma alla prima dell’ultimo film di Federico Fellini La voce della luna? Ci sono Benigni e Villaggio! – mi chiese a sorpresa Irina.
Con molto piacere! Come ci andiamo? Non ho la patente… – ammisi con una certa vergogna.
Niente paura! Ho la mia moto Honda CB 350 Four! 
– Ah, ok! – risposi e… – Speriamo bene! – pensai.
Giunti sani e salvi al Fiamma in via Bissolati le chiesi come mai avesse due inviti per quella prima super esclusiva.
Erano per i miei ma poi sono partiti per la settimana bianca a Cortina – mi spiegò. Non le chiesi chi diavolo fossero i genitori. Prima della proiezione, in diretta con il Tg1 il giornalista Vincenzo Mollica intervistò i due attori protagonisti Paolo Villaggio e Roberto Benigni che a suo modo elogiò Fellini e i presenti in sala il segretario della Democrazia Cristiana Arnaldo Forlani e il presidente del Senato Giovanni Spadolini. Salutò gli studenti che stavano occupando le Università e partì un applauso. Poi dichiarò il suo “schifo” per Silvio Berlusconi, presidente della Fininvest e del Milan, ammiccando al produttore del film Vittorio Cecchi Gori e a suo padre Mario, al che Villaggio, candidato di Democrazia Proletaria non eletto per pochissimo nelle ultime elezioni politiche, disse che lui invece lo riabilitava e lo salutava perché, prudentemente, non si sapeva mai…
– Ti è piaciuto? – le domandai poi.
– Mah, è molto… 
– …Felliniano! – conclusi la frase e ridemmo.
Ti va di venire da me? Beviamo qualcosa? – mi propose.
– Ok! Dove abiti? – risposi entusiasta.
– Ai Parioli.
– Ah, mica male! Io sto al Ponte della Ranocchia… 
Nell’elegante palazzo signorile Irina all’improvviso mi baciò sulle labbra e mi condusse per mano verso una camera da letto…

Il grande cantautore Francesco Guccini da me adorato portò la sua solidarietà agli studenti a Pisa e cantò la canzone inedita “Quello che non…”.
In un seminario sulla Storia dei Movimenti venne invitato a discutere un ex brigatista rosso e si scatenò un inferno contro di noi da parte della stampa di destra!
Tuttavia a seguito di divisioni tra i vari gruppi politici, tra chi voleva accettare le proposte del ministro e chi le rifiutava a prescindere, a fine aprile la Pantera ritornò nella gabbia e cessarono le occupazioni.

Sorte volle che rincontrassi Irina in una assemblea dei centri sociali nell’aula della Casa dello studente in via Cesare de Lollis.
– Fabrizio, ci siamo un po’ persi di vista – e all’orecchio mi sussurrò parole d’amore. Ci baciammo.
– Lo sai che i Sindacati per il Primo Maggio hanno organizzato un grande concerto a San Giovanni? – mi annunciò.
– Certo! 
– Amore, ci andiamo? 
– Sicuro!
Piazza San Giovanni era gremita: diretta TV, presentatori Carlo Massarini e Ombretta Colli. Apprezziamo soprattutto il rock dei fiorentini Litfiba di Piero Pelù e la musica etno-africana di Miriam Makeba. Gasati dalla musica ci scateniamo in una meravigliosa notte d’amore.

Intanto studio con entusiasmo marxismo con il germanista trentino Nicolao Merker.

Irina mi accompagna a un convegno in Campidoglio sul filosofo marxista Galvano Della Volpe, maestro del noto Lucio Colletti (devo confessare che i francobolli della mia collezione provengono dalla sua corrispondenza, perché me li portava di nascosto la signora Elena, la sua governante che viveva nel mio palazzo) e dell’oratore il filosofo marxista operaista Mario Tronti, parente del cantante Renato Zero.

A Roma il 12 gennaio 1991 manifestazione nazionale contro la guerra nel Golfo. Negli scontri tra autonomi e celerini veniamo caricati in via Emanuele Filiberto. Per fortuna ci rifugiamo nell’androne di un palazzo. Tra il fumo di un auto in fiamme vedo i celerini che maltrattano delle suore e un gruppetto di Hare Krishna! Irina mi bacia appassionatamente forse per lo scampato pericolo. Sono in estasi.
Vediamo il film Il Portaborse di Daniele Luchetti con Nanni Moretti, spregiudicato ministro socialista delle Partecipazioni statali. Ci piace molto.

Una bomba esplode di notte causando pochi danni alla sede della Confindustria all’EUR. È rivendicata dai Nuclei Comunisti Combattenti.
Irina mi sorprende: – Visto? Qualcosa si muove finalmente! Non indago e lascio passare così la cosa.

Andiamo al concerto del Primo Maggio 1992. Cantano, registrati e trasmessi su un grande schermo, Fabrizio De André e Roberto Murolo “Don Raffaè’ e dal vivo Ivano Fossati, Buontempo e La canzone popolare e il fantastico Francesco Guccini Quello che non… e l’epica La locomotiva.
Irina mi sale sulle spalle agitando il pugno chiuso e una bandiera del Che Guevara! Che serata!

Il nostro capo comunista con il nome da dio egizio, studente di Storia, tentò il suicidio per amore tagliandosi le vene dei polsi nel bagno del secondo piano di Lettere ma venne salvato proprio dal suo nemico, il preside Paratore che avvertito da una studentessa che aveva visto uscire sangue da sotto forzò la porta e fasciò le ferite del suicida. Ironia della sorte!

Devo poi partire per il servizio civile in un comune rosso in Toscana sul monte della Verna. Vedo sempre più raramente Irina fino al 1994. Intanto c’era stata Tangentopoli, Mani pulite, bombe mafiose e grandi magistrati antimafia saltati per aria. Si era così passati alla “Seconda Repubblica” e Silvio Berlusconi aveva fondato il partito Forza Italia che vinse le elezioni del marzo 1994 e formò il suo primo governo con la Lega Nord e il Movimento Sociale Italiano! Ci aveva visto bene Villaggio!
Berlusconi nel Collegio uninominale Roma Centro sconfisse di brutto il candidato del Pds, il grande professore Luigi Spaventa, ministro del Bilancio del governo Ciampi, sostenuto da Roberto Benigni! Il professore viveva in via Carlo Fea, la strada di Villa Mirafiori, sede della Facoltà di Filosofia, e la mattina lo vedevo partire da casa con una bella scorta di polizia ma la sera usciva da solo con il cane che portava a passeggiare nella semibuia via Nomentana e pensavo:
Che sicurezza del cazzo! 
Tuttavia Berlusconi durò poco, sostituito dal tecnico Dini.

I Nuclei Comunisti Combattenti attaccarono con una bomba a mano e colpi di pistola la Scuola di Guerra della NATO all’EUR.
Si preparano grandi cose! – commentò Irina.

[Ti ricordi quei giorni… (1) – Continua]

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