proposto dalla Redazione
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Dopo la puntata nella grande isola – leggi qui: Aci Trezza, Sicilia – una piccola isola che somiglia tanto alla nostra, proposta da Emilio Marrese per la Repubblica. Che già la si conosca oppure no, è sempre interessante leggere come viene raccontata
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Il tour con le firme di Repubblica nei luoghi delle vacanze fuori dai circuiti tradizionali prosegue nell’isola amata da Elsa Morante che Massimo Troisi scelse per “Il postino” (sul sito, leggi qui).
Il racconto / Viaggio sentimentale
L’elogio della lentezza che rende Procida immortale
dall’inviato Emilio Marrese – da la Repubblica del 5 agosto 2024
È meno chiassosa rispetto alle più celebri sorelle Capri e Ischia. Ma a differenza delle altre è sempre viva e non conosce letarghi
Oltre alle sontuose mangiate di pesce, cercate i piatti della tradizione: la pizza di cipolle, il casatiello dolce e la pasta col pesce “fujuto”
Procida – La prima cosa, appena sbarcati a Marina Grande, è la colazione al Bar Roma con la lingua di sfoglia alla crema di limone. Per gettare subito la cima ai fantasmi delle estati passate, altro che madeleine, e rinnovare il mistero di questo scoglio così vicino eppure così lontano dal delirio metropolitano, un’altra dimensione a un’ora dal Vomero dell’infanzia. Magari bisogna aspettare la successiva sfornata di lingue: l’idea di adeguarsi alla richiesta non è entrata del tutto nelle vene dei procidani — ogni mattina sembrano sorprendersi — ed è questa l’assicurazione sulla vita dell’isola. Insieme alla lentezza, che è poi un ritmo.
«Se per caso uno straniero scende a Procida, si meraviglia di non trovarvi quella vita promiscua e allegra, feste e conversazioni per le strade, e canti, e suoni di chitarre e mandolini per cui la regione di Napoli è conosciuta su tutta la terra. I Procidani sono scontrosi, taciturni. (…) L’amicizia, da noi, non piace. E l’arrivo di un forestiero non desta curiosità, ma piuttosto diffidenza».
No, non è più così, come Arturo descriveva la sua isola a fine anni Trenta nel romanzo di Elsa Morante (Premio Strega 1957). Ma questo ancora spiega la differenza, e il segreto, di Procida rispetto alle più celebri e spettacolari sorelle Capri e Ischia.
Nonostante il 2022 da capitale della cultura, e altri momenti di gloria — come il set de Il Postino con Massimo Troisi nel maggio 1994 alla spiaggia del Pozzo Vecchio o l’attuale fiction Rai Mina Settembre — l’accoglienza è rimasta limitata: non ci sono locali alla moda né discoteche, la sera Procida offre solo lo spettacolo delle stelle e delle lucine dei pescherecci in mare. Dopo il tramonto, l’isola ammuìna free tira giù la serranda e a bordo restano solo quelli che sanno godersela così com’è. A differenza delle altre due, Procida non conosce letarghi: i diecimila abitanti in 4 km quadrati scarsi la tengono sempre aperta. Non deve aspettare l’estate — la stagione, si dice qui — per sentirsi viva.
«La semplicità e l’assenza di attrazioni sono la salvezza di questa isola quieta, per ora» dice Lucia, architetto di Pozzuoli. I giovani procidani preferirebbero in realtà garantirsi col turismo quel benessere che i loro avi traevano storicamente dalla cantieristica e dalla marineria imparata all’ex Regio Istituto Nautico, attività che fecero Procida se non proprio ricca, fieramente autonoma. Un prete, don Scotti, nel 1788 stampò il Catechismo nautico. Ora, senza considerare il rischio dei mesoteliomi provocati dall’amianto delle navi (circa 15 casi su diecimila contro l’uno su centomila di media nazionale), nessuno ha più voglia di passare la maggior parte dell’anno in mare per poi aver bisogno, attraccando al ritorno, di riconoscere casa dal colore, leggendaria spiegazione alla policromia della Corricella, l’antico borgo- presepe che è la cartolina dell’isola. O forse si dovrebbe dire reel.
«La mancanza di angoli acuti, quel confondersi delle loro tinte delicate e incantevoli ricordano pure i gelati di questi paesi. Anzi un solo gran gelato di sapori diversi in lenta liquefazione, coi buchi delle terrazze fatti col cucchiaio»: così la fotografava Alberto Moravia nei suoi soggiorni con la Morante a Villa Eldorado, albergo ora chiuso che qualcuno ha identificato con l’immaginaria Casa dei Guaglioni de L’isola di Arturo. Altri riconoscono la decadente dimora di Arturo nel nobile Palazzo del Guarracino o nell’Hotel La Vigna, dal rosso profilo di castello. Chiedete di visitare il giardino e la vigna affacciata sul mare. Di fronte all’hotel c’è anche un vigneto privato, e se avete la fortuna di incrociare il professore che lo possiede vi spiegherà tutto degli antichi giardini e orti procidani, organi vitali insieme al mare dell’isola pescatrice e contadina, come ben testimonia la tavola.
Oltre alle sontuose mangiate di pesce annaffiato dalla Biancolella (da Crescenzo al porticciolo della Chiaiolella o alla Conchiglia sulla nera spiaggia di Chiaia), cercate i piatti della tradizione povera: la pizza di cipolle in padella, la minestra del contadino con fave piselli e carciofi, il casatiello dolce e la cosiddetta pasta col pesce fujuto, scappato, ironica definizione del sugo di pomodoro.
Carciofi e limoni sono i sapori speciali di questa terra vulcanica. L’insalata di limoni, per esempio, fatta con la parte bianca dell’agrume (albedo) a tocchetti più cipolla, olio, peperoncino, sale e menta.
Procida va scardinata e scarpinata, al massimo con l’aiuto del bus o di una bici elettrica da noleggiare al porto, affrontando con pazienza le sue tante scalinatelle. Non si potrà dire di esserci stati senza salire alla contrada di Terra Murata dove svetta il Palazzo d’Avalos, fortezza del ’500 a picco sul mare: i re borbonici ci venivano per la caccia al fagiano, prima di trasformarlo in scuola militare e nel 1830 in casa penale. Dopo aver imprigionato detenuti come Luigi Settembrini e Junio Valerio Borghese, chiuso nel 1988 l’ex penitenziario è oggi visitabile nella sua inquietante cupezza tra brande, indumenti e reperti della vita carceraria.
Propedeutica la visione di Detenuto in attesa di giudizio con Alberto Sordi, girato anche in queste celle.
Lungo la discesa bisogna un po’ perdersi ficcando il naso tra cortili, androni e orti per poi ammirare i “vefi” del Casale Vascello, le antiche case di tufo col balcone coperto da una volta ad arco, il “vefio” appunto. Merita l’isolotto di Vivara, amato un tempo dai Micenei e oggi da archeologi e conigli selvatici, è una verdissima riserva naturale collegata dal ponte pedonale.
Agosto, sia chiaro, invade scostumato anche Procida, sebbene anziché la solita Miss venga qui eletta ogni anno una “Graziella”, protagonista del romanzo di Alphonse de Lamartine. Ma già da settembre l’isola riprende il suo respiro naturale. E la sua essenza da proteggere: «Qualche anno fa — raccontano preoccupati Enrico e Luigi, napoletani innamorati dell’isola — la Corricella era ancora il borgo dei pescatori in cui gran parte del molo era occupato dalle loro reti da rammendare e dalle barche tirate in secca. Dai due o tre ristoranti che c’erano ora il molo è un lungo refettorio con un’accozzaglia di stili dove anche passeggiare è diventato complicato».
Chissà Arturo che direbbe, se si decidesse a tornare. Magari aprirebbe il Resort dei Guaglioni, meglio non sapere.
In Campania – In senso orario: Alberto Moravia ed Elsa Morante; il porticciolo della Chiaiolella; Massimo Troisi e Maria Grazia Cucinotta nel film Il postino (Capone Antonio /AGF)
Immagine di copertina – Terra murata, il borgo a picco sul mare che è il punto più alto di Procida con Palazzo D’Avalos, l’ex carcere borbonico (foto di Riccardo Siano)
CAPONE ANTONIO / AGF
L’articolo in file .pdf: La Repubblica del 3.08.2024. Procida
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Numerosi nel sito gli articoli su Procida, l’isola cugina del Golfo di Napoli. Se ne segnalano solo alcuni:
Di Rosanna Conte:
https://www.ponzaracconta.it/2013/04/03/oltre-ponza-in-giro-per-isole-procida-6/ –
A cura della Redazione
https://www.ponzaracconta.it/2013/04/06/sul-dialetto-ponzese-3/ Vefio (1)
https://www.ponzaracconta.it/2013/04/10/sul-dialetto-ponzese-4/ Vefio (2)
Di Rita Bosso la serie (1-12) “La mia Procida” sui ponzesi che hanno frequentato l’Istituto Nautico di Procida. Questo il primo:
https://www.ponzaracconta.it/2021/04/28/la-mia-procida-1-listituito-nautico/