di Tonino Impagliazzo
per la prima parte: “Ventotene e il Piano di mobilità sostenibile. Riflessioni” (leggi qui)
Un po’ di storia
L’isola di Pandataria ha conosciuto il suo splendore con Augusto, allorquando decise che questa piccola terra dovesse assumere la condizione di un luogo da destinare a porto sicuro e di eccellente ingegneria per la fornitura di acqua alle navi romane in transito e dirette al Golfo di Napoli, in Grecia e a Cartagine. E decise di utilizzare questo lembo di terra sul mare a luogo per il relax e gli “ozii imperiali” e realizzarvi una splendida Villa sul mare in zona Punta Eolo (Villa Giulia).
Negli anni successivi l’Isola di Ventotene venne abbandonata e fu utilizzata in maniera saltuaria dai pirati del Mediterraneo e da asceti, per tornare nuovamente abitata ed attiva nel 1734, allorquando Carlo III° di Borbone ricevette in dono dalla madre Elisabetta Farnese ogni diritto sui territori delle isole di Ponza e Ventotene ed il figlio Ferdinando IV° di Borbone, qualche anno dopo, decise che quelle isole fossero ripopolate, dotate di un borgo abitato leggermente al di sopra del porto di riferimento e vi fossero ripristinate le attività rurali e della pesca.
L’Arch. CARPI realizzò per Ventotene due assi viari che avrebbero consentito ai primi cittadini di raggiungere la Municipalità di piazza Castello attraverso l’attuale mulattiera di Via Pozzillo e gli edifici sociali, il Cenobio e la Chiesa Cattolica con la piazza annessa, attraverso un virtuoso percorso a zig-zag che avrebbe collegato il Porto Romano anche alle tre vie cardini dell’Isola che conducono ai Fondi Rurali di via degli Ulivi, di via Fontanelle e di via Parata Grande.
Anni 1958 e 1961
Il documento elaborato dai tecnici per una “Mobilità sostenibile” fa soltanto degli accenni alle opere eseguite tra il 1958 e il 1967 e menziona, in maniera superficiale, che soltanto nel 1958 l’Isola ha potuto realizzare un accosto di poppa sugli scogli di Pascalotto con la posa in opera di una passerella mobile che avrebbe permesso ai cittadini di sbarcare sull’isola; che soltanto nel 1961 l’Isola iniziò i lavori per un Porto Sociale (in zona Cala Rossano) per le attività umane, socio-sanitarie e commerciali e che un violento temporale, nel 1964, distrusse molte di queste opere con successiva ripresa e completamento dei lavori nel 1967.
PROPOSTA OPERATIVA per un diverso “Documento di Quadro”
Lo studio realizzato dai tecnici, di cui alle Delibere di G. C. n° 37/2024 e N° 44/2024, per una “Mobilità Sostenibile nell’Isola di Ventotene” ci porta fuori dalla realtà e ci avvicina ad una visione tecnicistica “del mordi e fuggi“.
Una vacanza insulare che rinuncia ad offrire agli ospiti la bellezza della natura ed i valori della cultura e dei luoghi, a nostro avviso, va messa in discussione perché soffoca o distrugge quello “zoccolo duro” dell‘ eccellenza insulare che alcuni ancora stentano a riconoscere come “tesoro” e come valore.
Migliorare lo spazio turistico, per molti cittadini, significa dare all’Isola una visione complessiva più stimolante, avversa al “mordi e fuggi”, allontanando dall’isola quella lotta senza quartiere per accaparrarsi i bocconi più redditizi. Rinunciare alla tutela dei “valori della storia e della cultura dei luoghi” e non arginare quel modus operandi significa che forse un giorno potrebbe essere scritta la parola fine alla nostra piccola isola, vale a dire la morte definitiva di un piccolo borgo, senza storia e senza obiettivi.
Un Piano della Mobilità oggi non può prescindere dalla necessità di contemperare l’esigenza di tutelare la Storia con l’esigenza attuale di soddisfare la vivibilità dell’isola, disegnando una Mobilità compatibile con i luoghi e con la propria storia, distinguendo una Mobilità del Centro Storico da una Mobilità esterna al Centro Storico perché entrambe assolvono funzioni diverse e possono ridare respiro umano e culturale al Centro Storico di Ventotene.
Questa piccola terra sul mare non deve vivere unicamente in ragione delle attività commerciali, del solo accesso ai luoghi del consumo ma offrire servizi ricchi di storia, di sapori e odori intramontabili, nonché di valori umani e culturali unici, in quanto identitari.
Il bisogno di ritornare a luogo della storia, della cultura e dei valori umani, che già un tempo consentirono il nascere dell’isola dell’otium, del ripopolamento, della carcerazione e del Confino Politico, nonché della tutela dei valori e della cultura dell’Europa, sono la nostra storia.
ATTIVITA’ di SINTESI
1) Definire un approccio a più ampio spettro che possa prevedere:
a) un Piano del Centro storico con divieto di accesso alle autovetture a combustione (CO2);
b) un Piano della Mobilità esterna al Centro Storico.
2) Realizzare un punto di snodo in zona ex Città Confinaria che abbia la funzione di cerniera tra le esigenze di mobilità dei cittadini che vivono ed operano nel Centro Storico chiuso al traffico e quello relativo alle attività del commercio e dei servizi rurali offerti agli ospiti che domiciliano all’interno dello spazio Urbano. Con la previsione di alcuni “Box interrati“ per le merci ed altro e di una piccola stazione sul piano di calpestio per la mobilità urbana ed extra-urbana e l’assistenza ai cittadini ed agli ospiti.
3) Migliorare l’accesso al “Piano di Snodo” (Area Cameroni) attraverso la realizzazione di:
un ascensore multiplo o collettivo e panoramico, da posizionare in zona dietro Pascalotto con l’incrocio di Via Cala Rossano, per consentire ai passeggeri (max. 20/25), ai turisti, ai bagagli a seguito ed alle merci in urgenza, di salire al livello della strada di Via Cala Rossano e di Piazza Chiesa (ed estremamente vicino al “Punto di Snodo” in zona ex Cameroni).
4) Migliorare l’asse stradale che congiunge il II° Approdo in Zona Pietre Tagliate con la strada di Via Cala Rossano;
5) Definire un “Piano per la Mobilità dei Servizi all’Esterno del Centro Storico“ che abbia la funzione di cerniera tra il nucleo dell’abitato urbano e le residenze e le attività dislocate all’esterno dell’abitato.
6) Confermare la realizzazione dei tre assi viari, già pianificati negli anni pregressi e riportati nel (recente) Documento di Piano per la Mobilità sostenibile, e non leggerli riclassificati, a “Pista ciclabile”, come indicato nell’attuale Documento di Piano, perché laddove detti assi stradali esprimono strumenti di servizio tra le Aree della Mobilità Urbana ed extra-Urbana, non possono essere ridotte a “limitata circolazione”, perché le Aree extra Urbane hanno pari dignità con le Aree Urbane ed entrambe svolgono servizi analoghi ed utili al territorio.
7) Prevedere, nelle “Aree Esterne al Centro Storico“ punti di sosta, rotatorie di svincolo e raccordi di sicurezza in prossimità degli incroci stradali, al fine di realizzare una “Modalità di traffico” tra il Centro Storico e l’Area Extra Urbana.
La predisposizione di alcune aree di sosta, in prossimità dei “Punti di Snodo” e dell’incrocio con gli Assi stradali dell’Urbano potrà consentire ai residenti dislocati nell’Extra Urbano di poter godere delle attività storico-culturali allo stesso modo di quanto concesso agli abitanti dell’Urbano.
Ventotene e il Piano di mobilità sostenibile (fine)