di Tonino Impagliazzo
L’esame del Piano della “Mobilità sostenibile” nel Comune di Ventotene sui Fondi del PNRR per circa-14 milioni di euro, di cui alle Del. N°37/2024 e N° 44/2024, fa emergere dubbi e perplessità per scelte tecniche e amministrative poco convergenti con la realtà dei luoghi e con la storia dell’isola.
Il gruppo di lavoro che ha redatto il Documento di analisi, nella parte introduttiva (nelle prime 20 pagine) ha evidenziato un quadro alquanto buono ma carente negli aspetti generali, perché omette di citare riferimenti storici, culturali, ambientali e archeologici che rappresentano per l’Isola di Ventotene un valore aggiunto.
La presente nota è rivolta ai cittadini dell’isola, ma soprattutto ai Consiglieri Comunali di maggioranza e di opposizione.
Analisi critica della Proposta
- Il Progetto Tecnico “de quo” ipotizza la realizzazione di un “Budello Stradale“ che, partendo da Punta dell’Arco, attraversa il Centro Storico, il Porto Romano e termina al Porto Nuovo e ritiene che questo percorso possa essere regolato unicamente da “sensori, da telecamere video, da “impianti semaforici” e da navette multiple.
Il tutto per migliorare la “mobilità insulare” . - Una iniziativa progettuale di certo non “in linea” con la storia, con la cultura e con l’ambiente dell’isola e che, in un recente passato, quando sono state utilizzate analoghe attrezzature e scelte tecniche similari, hanno evidenziato, dopo una breve durata di circa 4/5 anni, una precoce rottamazione (e qui mi riferisco alle pensiline fotovoltaiche, agli impianti per la ricarica elettrica, biciclette ed altro) .
- Il modello proposto dai tecnici, sulla Mobilità Sostenibile nell’Isola di Ventotene, non può intendersi pertanto in linea con le Direttive Europee, perché non menziona limiti significativi su :
a) l’inquinamento acustico e da CO2 nel Centro Storico;
b) non abbatte la densità di traffico veicolare nel Centro storico;
c) non prende in adeguata considerazione che gli attuali assi stradali dell’isola sono “privi di marciapiedi” e che le civili abitazioni, un insieme di cubi realizzati in sequenza e dai colori pastello, oggi utilizzano soltanto una finestra che affaccia sull’Asse Stradale per la luce e per l’aria. - Una proposta operativa che tiene totalmente fuori dalla tutela “il Porto Romano”, mirabile ed unico esempio (integrale) di Ingegneria Marittima di Epoca Romana, eccellente struttura ancora esistente ed operativa del Mediterraneo, necessita di essere rivista.
Un luogo in cui si è fatta la storia e la cultura del Mediterraneo e di quella europea, il simbolo di un’Europa unita e libera, il luogo in cui si sono consumati l’esilio coatto (1826), la carcerazione di massima sicurezza (il penitenziario di Santo Stefano) ed il confino politico; un “borgo marinaro”, quasi una Portofino del Sud, un luogo selezionato a tutela degli ambienti naturali marini e terrestri (AMP e RNS), sono tutti elementi che giustificano ragioni e motivazioni rivolte alla tutela.
Oggi, e negli anni a seguire, affinché questo piccolo “borgo sul mare”, patrimonio e custode di eccellenti valori, possa continuare ad essere simbolo di storia e di luce nel Mediterraneo è necessario migliorarne il rispetto e la tutela e valorizzare il patrimonio storico-culturale-ambientale per finalizzarlo allo sviluppo di un’economia turistica sostenibile.
Sono in molti a chiedersi, cittadini, Amm/ri e Consiglieri di maggioranza e di opposizione, perché il “Borgo del Centro Storico” di Ventotene , non sia indicato come “zona a Tutela Integrale” con l’elezione del porto romano a piazzetta d’Europa.
Il Borgo del Centro Storico di Ventotene, così definito e tutelato, potrebbe rappresentare l’elemento identitario di un’isola che, in virtù di queste caratteristiche, potrebbe diventare un posto unico del Mediterraneo. I punti di forza sono: il Sito Archeologico del Porto Romano (un tempo utilizzato dalle navi romane per rifornirsi di acqua) la vicina Peschiera Romana (fruibile anche per visite notturne ) e, per finire, la “strada mulattiera” a zig-zag di Via Pozzillo (disegnata dall’Architetto Carpi) che conduce i pedoni dal porto Romano alla Chiesa Borbonica, alla Piazza del Castello, alla Municipalità ed alla Torre Borbonica,
Come nota negativa al progetto, così come formulato nel Piano della Mobilità Sostenibile, aggiungo anche quella derivante dalla posizione geografica dell’isola. Ventotene è esposta al cosiddetto “luscio di mare”, che irrora di salmastro l’intera Isola (il Centro abitato e la parte rurale) e tutte le attrezzature metalliche fisse o mobili ivi presenti. Ciò determina una progressiva corrosione dei corpi descritti nel “Progetto della “ Mobilità Insulare”, che si evidenzia con una costante opacità delle lenti ottiche, danni alle carcasse metalliche che contengono i segnali luminosi e, infine, una corrosione aggressiva dei corpi metallici (tettoie fotovoltaiche, stazioni per la ricarica, impianti e chiodature varie), tutti elementi che sconsigliano chiunque ad utilizzare tali attrezzature metalliche nelle Aree Marine delle Piccole Isole.
Per quanto descritto è opportuno, pertanto, rimodulare e pianificare una scelta tecnica che privilegi un Centro Storico a zero traffico veicolare, ad eccezione di una piccola mobilità elettrica interna ed un “Piano del Traffico” che favorisca il collegamento con la realtà dei luoghi, migliorando la viabilità nelle aree extra -urbane attraverso un servizio pubblico, per le Aree esterne al Centro Storico, e che abbia origine da una zona di “snodo” da ubicare in zona “Cameroni”.
Ventotene e il ‘Piano di Mobilità Sostenibile’ . Riflessioni (continua)