Turismo

Logica meccanica

di Francesco De Luca

.

Ho incontrato Gino. Stessa età, fanciullezza comune, perso di vista nella maturità, ritrovato in pensione. Ha dimorato per quasi tutta la vita a Latina dove ha praticato la sua professione. E’ ritornato a Ponza da pochi anni, con la moglie, e vi soggiorna stabilmente. Diverso corso di studi, diversa scelta politica. Uniti nel ricordo, nella nostalgia, nelle aspirazioni per il futuro dell’isola.
Due caratteri, divenuti bonari con l’età.

Quando ci incontriamo spaziamo (si fa per dire) dalla medicina all’educazione, dalla politica alla religione.

L’ho incrociato stamane sul Corso Pisacane. Da lontano ha atteggiato il viso in modo che fosse evidente la sua disapprovazione. Per cosa? Per l’andazzo generale in cui il paese sprofonda con l’affollamento dei turisti, con gli imbarchi e gli sbarchi, le file, l’intasamento delle vie per le macchine e i motocicli.
Disapprovazione, certo… perché il disordine è tangibile ma… è un disordine dorato perché l’economia dell’isola poggia, oggi, interamente sugli introiti provenienti dal turismo.

Battibecchiamo spesso, Gino e io, su questo argomento. D’altra parte se questo caos è fruttifero non si può biasimarlo soltanto. Andrebbe regolato… ma anche qui la discussione ferve perché soluzioni semplici e immediate non ve ne sono! O meglio… già arrivare a concludere con soluzioni, già questo pensiero è fuorviante. Giacché ad una realtà estremamente fluida si vuole contrapporre qualcosa di definitivo. Soluzione irrealizzabile e fuori tempo massimo!

Gino scuote la testa, questi ragionamenti lo infastidiscono. E’ abituato ad una logica  meccanica, tipo causa-effetto. Ma oggi, lì dove i fattori della realtà sono intrecciati in maniera complessa, la logica meccanica è fuori luogo.
La realtà della situazione ponzese è complessa. Ci sono fattori legati alla volontà degli individui (scelte elettorali – scelte comportamentali), fattori dipendenti dalle determinazioni amministrative (politiche riguardanti i giovani, gli anziani, le vie di comunicazione, la scuola, il turismo), e poi fattori soggetti a cause esterne (nazionali e internazionali), e, ancora, fattori casuali (come quelli atmosferiche).

Quando parlo così Gino sospende di rispondermi e con gli occhi, lo so, mi manda a quel paese. Lui vuole, sceglie e pretende che si faccia ciò che si è deciso. E se  questi brevi, semplici, passaggi non si rispettano, abbandona il dialogo. Si astiene. Capito? Si astiene.
Come se questo risolvesse qualcosa! Anzi, non solo non risolve ma in più deprime la volontà, la scamozza. Ed è per questa ragione che bisogna continuare a dialogare. La ragione non è dei fessi, come sentenzia la massima popolare, la ragione non è di nessuno. Nessuno la possiede. E allora … quali decisioni prendere? Si prende la decisione che appare  la più opportuna.
Per costruire la realtà bisogna operare con intendimento, e valutare le conseguenze, per adottare nuove e più pertinenti soluzioni.

Il torto di Gino sta nella  ‘fissità’  della sua logica, non certo sulla buona volontà né sull’entusiasmo.

Sto parlando e… vedo il viso dell’amico. E’ pronto a rimandarmi a quel paese. Perciò smetto e… confido sulla bontà dei lettori per non incorrere nello stesso rimprovero.

 

NdR: la foto di copertina è di Rossano Di Loreto

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top