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Dalla stampa di oggi. Csm e ‘caso Ponza’, inadempienze Sep e Comune, Ventotene

a cura della Redazione

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  1. Guido Del Gizzo

    19 Luglio 2024 at 10:44

    Essendo un “forestiero”, leggendo la notizia sulla stampa, quest’oggi, ho dovuto documentarmi e mi sono imbattuto in fatti precedenti alla nascita del sito di Ponzaracconta: ma il web non dimentica nulla, almeno nel breve periodo storico.
    Già nel 1984 si verificò una frana – 6 tonnellate di roccia, riportarono i giornali – mentre si stava realizzando un solaio, malgrado un vincolo apposto dal Genio Civile che parlava di “area soggetta a frane di scivolamento” e di “scarsa portanza propria”, proprio nella Centrale di Giancos.
    Invece, “Sul mare luccica un olio nerastro” titolò l’edizione romana di Repubblica il 26 agosto 1992, all’indomani del guasto dell’impianto di raffreddamento della stessa Centrale e lo sversamento in mare di qualche centinaio di litri di lubrificanti.
    Dopo una prima, limitata, perdita di gasolio nel 2007, il 1° settembre 2009, i serbatoi di gasolio della SEP, posizionati sulla spiaggia di Giancos, sversano sull’arenile e in mare almeno 100.000 lt di carburante.
    La quantità è così ingente che il liquido risale a monte, passa sotto l’asfalto e allaga i seminterrati dei locali, aldilà della strada stessa.
    La documentazione fotografica è, ancora oggi, impressionante.
    Per dovere di cronaca, va segnalato che nei giorni immediatamente successivi, l’azienda comunicò, alle testate che ne parlavano, una richiesta di smentita della notizia data: la SEP asseriva di essere estranea all’episodio e, secondo il legale rappresentante, le tracce di benzene rilevate, ad esempio, dipendevano “dalle attività artigiane, tra le quali una calzolaia, che usa colle che contengono benzene, appunto..”

    L’ intervento assunto fu il posizionamento di barriere bentonitiche, per limitare lo spostamento del gasolio verso il bagnasciuga – la cui efficacia fu messa in discussione dall’ISPRA – e nient’altro.
    Negli anni sono stati predisposti dei pozzetti di controllo, che ancora l’ISPRA giudica montati in modo errato.
    La bonifica non ha mai avuto realmente luogo e le relazioni dell’ISPRA – convocata in Conferenza dei Servizi quale consulente istituzionale – del 2010 e del 2013 sono rimaste lettera morta.
    La Conferenza dei Servizi che avrebbe dovuto assicurarla, è stata “dimenticata”: da tutti, tranne che dagli inquirenti lo scorso giugno.
    Il Comune si costituì parte civile contro Silverio Vitiello ( padre dell’attuale azionista di riferimento della SEP, Monica ) solo nel 2014: l’amministratore venne rinviato a processo per disastro ambientale, ma il reato si è estinto con la sua morte, avvenuta nel 2016 e l’azienda ha potuto, incensurata, firmare la convenzione con il Comune che le ha così affidato la realizzazione e gestione della nuova centrale elettrica per i prossimi trent’anni e senza alcun obbligo di investire nelle fonti rinnovabili.
    L’unico effetto di quell’evento fu la perdita della concessione demaniale, proprio in quel tratto di spiaggia, per il pontile che gestiva da quarant’anni, da parte della ENROS srl, che restando lì manteneva alta l’attenzione sul problema.
    Ancora oggi, Mazzella, il titolare, non vuole parlarne per l’amarezza.

    Poi, i lavori interrotti dalla frana del 1984, sulla ex centrale di Giancos, ripartono: la struttura è destinata a diventare una struttura commerciale e si realizza, finalmente, il famoso solaio per predisporre una bella terrazza proprio dove è caduta la frana.
    No comment.
    Ovviamente, manca l’autorizzazione ai sensi del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI).
    Si presenta l’immancabile SCIA, ma al Comune non si accorgono né che il sito è contaminato, né che la Conferenza dei Servizi per la bonifica è ancora aperta e quindi non dovrebbe essere accettata.

    Anche se l’autorizzazione è stata ottenuta dalla precedente amministrazione, i Carabinieri del NIPAAF riscontrano una discrasia tra l’intervento e il PRG adottato e l’immobile viene sequestrato.
    Siamo nel maggio del 2023.
    Non sono sicuro di aver capito bene, ma il dott. Sarao sembra essere nella strana situazione di essere, contemporaneamente, controllore e controllato.
    Quello che è chiaro è che non ci sia stata nessuna bonifica, ma solo iniziative tese a limitare la diffusione dell’inquinamento.
    Quello che è incomprensibile è come abbiano fatto, i Ponzesi, a tollerarlo.

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