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Non che sia un collezionista di frasi famose, ma mi interessano i modi in cui viene raccontato l’amore. Un sentimento così importante e come pochi altri così gravato dalla retorica e dal melenso che si fa fatica perfino a pronunciarne / scriverne il nome, da quando è entrato nel sub-linguaggio comune: Amo’!
Però sull’amore si sono scritte anche cose molto belle, come no? Giusto per fare un esempio ‘alto’ e ampliare il campo: L’amor che move il sole e l’altre stelle (Paradiso, XXXIII, v. 145) è l’ultimo verso del Paradiso e della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Tema enorme, spaventoso, immanente… Ma perché ne scrivo ora? E come?
Sul giornale di ieri ho visto la prima puntata di una serie estiva, condotta da Elena Stancanelli, una scrittrice-giornalista che ci piace molto. Titolo generale: “La stagione dell’amore” […è un titolo di Battiato, tra l’altro: una canzone dall’album “Orizzonti perduti” (1983)].
Proporrò anche sul sito le cronache di poveri amanti di Elena Stancanelli, man man che escono.
E per precisare meglio il campo del mio interesse, devo confessare che è da quando esiste il computer che raccolgo articoli, su questo tema, ma anche su altri (…prima li ritagliavo con le forbici e li conservavo tra le pagine dei libri).
Mi interessò, diversi anni fa, una serie analoga uscita sempre su la Repubblica, dal titolo generale “La Chimica dell’amore”, una serie di articoli curata da Simonetta Fiori dedicata ai sentimenti e alle relazioni di coppie celebri. Coppie ormai quasi tutte defunte, purtroppo, ma comunque “nel mito” della mia generazione, come Dario Fo e Franca Rame, Italo Calvino e Chiquita, Moravia e Carmen Llera, Zygmunt Bauman e Aleksandre Kania… persone così.
Ho cercato la cartella relativa nel mio pc. Sono articoli di vent’anni fa…
Preciso ancora meglio i miei intenti, prima ancora di parlare di coppie reali, presentando come assaggio un breve brano da un libro di Paul Auster: ‘Moon Palace’ (1989), letto qualche tempo fa. Vi ho ritagliato questo ritratto […Sta parlando di Kitty Wu, la ragazza di cui il protagonista è innamorato]:
“…Kitty aveva un talento naturale per far uscire le persone dal loro guscio, era facile stare bene con lei, sentirsi a proprio agio in sua presenza. Come mi aveva detto zio Victor tanto tempo prima, conversare è come fare un allenamento sulla palla con un’altra persona. Il buon partner te la tira direttamente nel guantone, rendendoti quasi impossibile mancarla, e quando poi a ricevere è lui, prende tutto ciò che gli arriva addosso, anche i lanci più sbilenchi e sbagliati. Così faceva Kitty. Continuava a mandarmi dei deliziosi pallonetti direttamente nell’incavo del guantone e poi, quando le ripassavo la palla, portava a casa qualunque cosa ci fosse anche remotamente nell’aria; facendo grandi balzi per afferrare palle dirette a volarle sopra la testa, tuffandosi svelta sulla destra o sulla sinistra, caricando in capriola per fare delle prese di pochissimo conto. Più ancora, aveva un’abilità tale da farmi sempre pensare che i lanci sbagliati io li avessi fatti di proposito, come se il mio unico obbiettivo fosse quello di rendere più interessante il gioco.
Mi faceva sempre sentire migliore di quanto fossi, e questo rinforzava la mia fiducia, cosa che a sua volta serviva a renderle meno difficili i miei lanci. In altre parole, cominciai a parlare con lei invece che con me stesso, derivandone un piacere più forte di qualunque altra cosa avessi provato da lungo tempo…’
Raymond Peynet. Due cuori e una panchina
Immagine di copertina, citazione di una frase famosa di Fernando Siciliani (“Fernandino”), il papà della nostra Emanuela:
L’amore è amore! …mica brodo de ceci!
[Love letters (1) – Continua. Certo che continua!]
Annalisa Gaudenzi
6 Luglio 2024 at 14:04
Minime osservazioni.
La prima è che ritagliare articoli di giornale o di rivista o giornaletto comportava una scelta. Perché a volte ci si metteva l’impaginatore a farti capitare due cose utili/belle fronte/retro. E poi dovevi sacrificare comunque l’unicum, per estrapolare quell’estratto, rovinando inevitabilmente e definitivamente il blocco.
Ultimamente – nel riordinare – mi è capitata un’enciclopedia per ragazzi, che ai tempi delle Medie avevo cannibalizzato per le ricerche scolastiche. E per fortuna che nessuno se ne era accorto allora! “Sto invecchiando! E pure parecchio!”, ho pensato, perché la gioia di assaporare quelle sforbiciate, quei buchi immondi, quelle violate pagine è stata unica! Con la memoria sono riuscita a risalire anche ai compiti (non sempre, talvolta…) per cui il massacro si era compiuto… Il gusto della nostalgia, ecco, questo sapore madeleine che resiste alle critiche.
Oggi è diverso. In parte, almeno. Stampi il foglio, nudo e crudo, e l’articolo ti esce estrapolato, con tanto di date esatte, pubblicità correnti, contestualizzazione ineccepibile. Non hai dovuto “uccidere” o, almeno, infierire.
Attendo curiosissima la seconda parte della “Stagione degli Amori”, perché il mood nostalgia ormai mi ha presa. Dato peraltro che il colpo perfetto di Kitty Wu mi ha stregata. Grazie!