Storia

Ponza, tratti di storia delle nostre radici a Le Forna

di Biagio Vitiello

.

Premetto un breve excursus-riepilogo sulla colonizzazione borbonica avvenuta a Ponza nel 1734 e nel 1772. I riferimenti storiografici sono ripresi dal ‘mio’ Tricoli (ediz. 1976).

Il Regno Pontificio (atto del 26 marzo 1542), nella persona del cardinale Alessandro Farnese ‘donò’ le isole Ponziane a suo padre Pier Luigi, duca di Castro, Parma e Piacenza; il fine che si voleva perseguire è che dalle isole venissero snidati i terribili pirati turchi.

Quando l’ultima discendente di questo potente casato (Elisabetta Farnese) andò in moglie a Filippo secondo re di Spagna, le isole entrarono a far parte della corona dei Borboni con Carlo III, figlio di Filippo e di Elisabetta, divenuto re delle due Sicilie.

Siccome gli Ischitani erano molto devoti alla mamma del re Carlo, questi decise di colonizzare Ponza con le famiglie di Ischia che ne fecero richiesta (1734). Questi coloni occuparono solo i terreni intorno all’emiciclo del porto, non andando oltre per timore dei pirati, i quali potevano essere contrastati solo dalle difese che erano nel porto, e pertanto tutta la parte nord di  Ponza  restò disabitata per lungo tempo (circa 40 anni).

Morto Filippo (redi Spagna), gli successe al trono il figlio Carlo (già re delle due Sicilie) e al suo trono andò  il figlio minore Ferdinando IV, che – spinto dall’emergenza del terremoto di Torre del Greco – provvide a risolvere il problema della colonizzazione di Ponza nord, col suo primo ministro Tanucci, non prima di avervi costruito parte della chiesa attuale, col caseggiato intorno e il forte  Papa, questo nella zona della attuale ex SAMIP.

Quadro della Colonia:

A queste famiglie provenienti da Torre Del Greco,  che avevano perso case e  averi a causa della eruzione spaventosa del Vesuvio 1770, il re Ferdinando diede la possibilità di rifarsi una vita a Ponza, come  riportato dal Tricoli qui di seguito (altro che reddito di cittadinanza!).
La successiva pagina 243 (dal Tricoli) mostra in dispaccio, che cosa il re offriva alle famiglie della colonia Torrese:

Albero genealogico della Famiglia Vitiello a Ponza:

Io (Biagio Vitiello) sono riuscito a completare il mio albero genealogico, che può essere utile a tutti i Vitiello che vogliono sapere dei loro avi.
La ricerca è merito soprattutto dal mio parente Filippo D’Arco (nipote di mia nonna materna Lucrezia D’Arco)  professore emerito alla Sorbona di Parigi; devo inoltre ringraziare anche Giuliano Vitiello di Aldo, per il suo contributo nella ricerca dei fratelli del mio bisnonno.

Ho notato che il padre del mio bisnonno (1803), si chiamava Silverio e in quel tempo il nome Silverio non era diffuso (il Santo omonimo non era diventato co-patrono di Ponza con Santa Domitilla)

Altra cosa che ho notato: fino dal 1831, i figli presero l’usanza di rinnovare con la nascita del primo figlio maschio, il nome del genitore. Per questo motivo mio padre aveva due cugini con lo stesso nome e cognome, cosa molto comune a Ponza. La tradizione, che a Ponza ancora non si è persa, è che al primo figlio maschio, si da il nome del genitore. Io questa tradizione l’ho seguita molto volentieri, e spero che un giorno mio figlio Filippo possa continuarla.

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top