di Francesco De Luca
Com’ è che provo un novello piacere a sorseggiare un bicchiere d’ acqua fresca in questo pomeriggio dal caldo fuori stagione? E… a vedere l’oleandro del cortile tingere di rosa tutt’intorno… mi si allagano gli occhi? E… provare un tonfo al cuore… vedere… all’imbarco Carletto, fiondatosi doverosamente a votare sull’isola e partire col primo traghetto, per rientrare ai suoi interessi?
Com’ è?
Tanta aleatorietà, che anni fa trapassava fugace e leggera, ora è diventata tanto corposa da non poterla non rilevare.
Tonino mi invia messaggi futili, eppure lamenta che il suo ginocchio non regge più e gli è difficoltoso camminare. “Proprio ora – rispondo io, cavalcando il suo finto sorriso – proprio ora che viene san Silverio?”
Centro di gravità permanente: il 20 giugno. Festa, gioia, palpito, fede.
Non è più così… Dal telefono vengo a sapere che Gino s’è ritrovato il cuore in difficoltà. “Quanta?” – domando. Tanta… che dovrà essere ricoverato e operato…
Non solo sta venendo meno ogni centro di gravità permanente ma l’aleatorietà si sta impossessando di tutto l’areale respirabile.
Il ricordo di un uomo, oggi imbolsito e padre di famiglia, e ieri – decenni fa – che mi girava intorno mentre si preparava con la sua classe la rappresentazione di Natale.
Quel ricordo, che lui rinverdisce in me, a me, impastoiato nel dolore alla schiena, nella vescica ballerina… che sollievo… quel ricordo: nella Scuola Media, Nino Picicco alla tastiera e lui, ragazzo che mi girava intorno per partecipare, per collaborare, per trovare il modo di affermarsi.
Affermarsi… in proposito mi sovviene quella teoria che afferma come la vita sia il pronunciamento affermativo nella congerie magmatica delle forze in fermento nel caos. Insomma è il SI’ che si impone, rivaleggiando contro l’entropia. La quale pure vittorie ne coglie, e distrugge strutture, organizzazioni, disegni. La vita si corrompe e dà vigore ad altre forme di vita organizzata.
Un ottimista direbbe che la forza vince sempre.
Storta va, deritta vene
sempe storta nun po’ gghì
Spesso ‘u male porta ‘u bene
po’ tardà ma haddà venì…
Sono formule che hanno accompagnato il nostro vivere sinora. Questo secolo vedrà nuove realizzazioni.
Attualmente è la corruzione a dominare i rapporti sociali. Eppure la Storia ci insegna che talvolta le idee bislacche, quelle ideali, quelle appese a convincimenti sentimentali e non a guadagni materiali, hanno ingravidato i fatti, tanto da dar volto ai sogni.
L’Europa è un sogno.
Oggi martellante come un incubo. Bisogna crederci per veder sbocciare i fiori della solidarietà in una Comunità di Stati, che mirano alla Pace.
Quanti balzi sto facendo fra concetti, realtà e speranze… !
Com’ è…? – chiedevo.
Provo a dare qualche risposta…
La vita passa attraverso molte stagioni. La vita… quella di un uomo, quella di uno Stato, quella di una piccola isola… Il mutamento è la regola che ne permea l’intimo scorrere. Se non si prende coscienza di come funziona il flusso degli eventi si rimane prigionieri di schemi. Sì… è vero… ma chi garantisce che la comprensione sia quella giusta?
L’aleatorietà è associata all’incertezza. Eppure bisogna vivere… bisogna affermare… non si può rimanere sospesi nell’indeterminatezza. E allora? Allora ci si prova, si fanno tentativi. Col cuore sincero, privo di schemi preconcetti e con consapevolezza.
Il caos lo vince il caso… quando diviene necessità, ossia quando i suoi traguardi divengono comportamenti, guidati da leggi, e queste dettate da principi morali.
NdR: foto di copertina di Rossano Di Loreto