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Per chi non va a votare, dalla “Posta” di Natalia Aspesi sul Venerdì di Repubblica

La Redazione

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Avevamo proposto come blanda provocazione qualche settimana fa un articolo ripreso dalla Posta dei Lettori di Michele Serra, sul Venerdì di Repubblica nell’intento di stimolare qualcuno a interrogarsi sulla  propria scelta di non votare – leggi qui – ma la “maggioranza silenziosa” è tale non per modo di dire. Sullo stesso tema, in mancanza di Commenti dei nostri lettori, proponiamo un commento da “Questioni (non solo) di cuore”, la rubrica strenuamente tenuta da Natalia Aspesi, un monumento del giornalismo, dall’alto dei suoi novant’anni (…e passa!)

Natalia Aspesi: chi non vota vota Giorgia
di Natalia Aspesi – da Il Venerdì di Repubblica del 24 maggio 2024
QUESTIONI (NON SOLO) DI CUORE. Ogni settimana le risposte alle lettere dei lettori

Illustrazione di Mojmir Jezek (da la Repubblica)

Cara signora Aspesi,
nel leggere la sua rubrica sul Venerdì del 3 maggio sono stato colpito dal titolo “Sognando una premier di sinistra” che, se mi consente, vorrei commentare: nonostante tutti i miei sforzi non vedo né ora né all’orizzonte nessun leader di sinistra sia donna che uomo… e la Meloni potrà dormire sonni tranquilli ancora per molto tempo. Purtroppo morti Tina Anselmi, Nilde Iotti, De Gasperi, Berlinguer, Moro, Spadolini, La Malfa c’è il vuoto assoluto. Io sono uomo di sinistra, ma la sinistra di oggi, e da tempo oramai, non ha nulla a che fare, come diceva Montanelli parlando della destra, con quella patacca che la rappresenta. Da anni non voto più perché come diceva sempre Montanelli di cui (come avrà certamente capito) sono un estimatore, «Io sono per l’eutanasia» e il modo più indolore di praticarla a un sistema politico in sfacelo e alla classe che lo rappresenta è di toglierle quello che la legittima: il voto. Grazie per l’attenzione e cordiali saluti,
Guglielmo Le Rose – Paderno d’Adda (LC)

La risposta di Natalia Aspesi
Lei mi scuserà se da sempre detesto chi non va a votare, e temo che tra un po’ sarò la sola che arrivi a farlo. Ai miei tempi, e intendo dire da almeno ottant’anni, chi non andava a votare veniva segnalato come un malfattore; credo, se non mi sbaglio, che da qualche parte fosse scritto “non è andato a votare”, fino a quando questa dicitura scomparve. Lei da anni avrà le sue ragioni e mi chiedo che cosa posso ribatterle sul “sistema politico in sfacelo”. Indro Montanelli veniva spesso a cenare da me al mare, ed era persona molto piacevole, diventato di colpo di apparente sinistra dopo che Berlusconi aveva comprato la maggioranza del Giornale da lui stesso fondato. Lei rimpiange gente che fu meravigliosa ma non avrebbe sopportato il cambiamento dei tempi. Non votando, lei ha molto favorito la vittoria di Meloni e di quella destra che all’inizio della Repubblica, ricordando il tragico e recente passato, raccoglieva solo qualche nostalgico. Poi il tempo è passato, anche il mondo della guerra si è capovolto e noi ce ne siamo dimenticati. Anche io, pur piena di dubbi e scontenta della sinistra, ho comunque votato per la sinistra, sperando senza successo di non dover sentire il battito di un cuore nascente prima di ottenere, per le altre donne, il permesso di abortire.

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