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Quando hai messo un po’ a posto la tua vita di ogni giorno, ti può venire in mente di andare in qualche posto diverso dalla tua abituale stanzialità, per far respirare alla tua anima e al tuo cuore arie diverse. Magari puoi andare a Roma, a Napoli, magari anche a Barcellona o a New York in qualunque momento tu lo decida, ma a Ponza no.
Troppe cose si frappongono e rendono pressoché impossibile la realizzazione del tuo desiderio.
Intanto: che giorno è?
Da dove e a che ora si può partire?
Ci saranno “mezzi” idonei alla traversata?
E il mare, come sarà?
E allora, eccomi alla disperata ricerca con le innumerevoli e strategiche web-cam per vedere come è la situazione meteo-marina dell’isola. Quest’isola che quando stai scendendo dai tornanti di Sermoneta (257 metri sul livello del mare) la vedi molto bene all’orizzonte e che poi quando sei nei porti di partenza (per colpa dei terrapiattisti) non la riesci a vedere se non quando sei quasi arrivato. E poi vai a vedere sull’applicazione “Ponza boa” l’altezza delle onde (che può oscillare da 0.30-2.70 metri!); la direzione e la forza del vento (levante? libeccio? maestrale?); la temperatura e i temporali.
Sicuramente le web-cam non danno la stessa emozione di quando sei arrivato e sei sull’ “amato scoglio”: il calore, i profumi, i suoni, i colori e i rumori che ti avvolgono così come il sorriso degli amici e gli abbracci delle persone care.
Il profumo del sale.
Ci dobbiamo accontentare di questo quotidiano desiderio a metà.
Anche questa volta non sarà possibile andare a Ponza quando lo decidi tu; rimanderai sempre al momento in cui, per una sempre più improbabile congiunzione astrale, si potranno verificare contemporaneamente le condizioni ideali per raggiungerla.
Ponza per caso, quindi.
Una mèta da programmare molto per tempo, nella speranza che le troppe variabili del sistema del viaggio possano coincidere positivamente e rendere realizzabile questa ricerca disperata dell’isola dei nostri desideri più veri e più presenti nella nostra vita.
Questo amato “buen retiro” che si allontana sempre più nel tempo e che ci riporta alla memoria quelle frasi dei ponzesi che, ritornati emigranti dalle Americhe, dicevano che “a Ponza si moriva e in America stavano bene”, anche se dimenticavano che erano partiti a 18 anni ed erano ritornati a Ponza quando ne avevano più di 80.