Ci scrive Bixio di buon mattino, con una delle sue idee provocatorie e spiazzanti:
Per questo porto, di cui tanto si parla…
Basterebbe ripristinare la piattaforma della miniera per permettere di attraccare una nave crociera e sbarcare migliaia di turisti per Le Forna e Ponza. Almeno una volta apriamo gli occhi!
All’insegna del Perché no?, Sandro ha girato la proposta a Guido del Gizzo, il maggior esperto di porti che lui conosce.
Questa la risposta:
Divertente Bixio, come al solito.
Ammesso che sbarcare “migliaia di turisti” alle Forna sia una buona idea, per realizzare il pontile necessario ad una nave da crociera, come dice lui, occorre rispettare le leggi ed i regolamenti relativi alle Opere Portuali, che sono di origine regionale, nazionale ed europea, oltre, naturalmente, a quanto prescrive il Codice della Navigazione.
Mi mette sempre di buonumore… Bixio la fa semplice, ma per fare quello che dice lui, però, bisogna passare attraverso la stessa trafila necessaria per fare il porto.
Però, già che c’è, si potrebbe progettare un pontile coperto: così sul tetto potrebbero atterrare gli elicotteri…
Alessandro Romano
24 Aprile 2024 at 13:51
Se chi critica una proposta di un residente incallito come Bixio (che conosce nei dettagli i progetti faraonici ponzesi mai realizzati e che ha nel sangue lo spirito pragmatico dei primi coloni che erano abituati a fare solo con ciò di cui disponevano: quasi niente e tanti scogli) non riesce nemmeno a scrivere il nome giusto di “Le Forna”, credo che Sandro Russo debba rivolgersi ad altro esperto. Anche perché per consentire l’attracco momentaneo ad una nave da crociera a Cala dell’Acqua, non occorre attivare le stesse complesse e contestate procedure necessarie per la realizzazione di un porto paesaggisticamente catastrofico. Capisciammè! Uno dei tanti esempi può essere l’attracco momentaneo delle supernavi da crociera nei fiordi norvegesi. Poche ore, molta gente, tanti soldi e via. Eventualmente adeguata (in altezza e consistenza) l’esistente banchina a Cala dell’Acqua (nessun pontile), verificati i fondali, tracciato il canale di “atterraggio” con boe, predisposta una squadra addetta all’ormeggio ed alla manovra in mare (piloti locali), ottenute le varie (poche) autorizzazioni, in primis dall’Amministrazione locale, la proposta di Antonino (detto Bixio) è fattibilissima, immediata e portatrice di benefici a tutta la comunità isolana. Probabilmente urta contro altri interessi non proprio ponzesi ed allora la questione solo grazie al saggio diventa comprensibile a tutti: “quando ‘u ciuccie nun vo beve dice che l’acqua fet”.
Quello degli elicotteri di soccorso, poi, è un altro grande problema che dobbiamo anch’esso risolvere con le nostre forze, considerato che non attira “esperti” pronti a mettere mano alla tasca, né ingegneri in grado di realizzare pontili…..coperti per farli atterrare. Come disse il grande Totò: “Vuagliò, ccà nisciune è fess!”.
Alessandro Romano
Guido Del Gizzo
24 Aprile 2024 at 15:16
Ma roba da matti: anche l’elogio del turismo “mordi e fuggi” in stile scandinavo… Che altro?
Così, Ponza riuscirà ad avere non uno, ma ben due “finti porti”: pardon, porti rifugio.
Bella idea, bravi…
Luigi Maria Dies
25 Aprile 2024 at 02:44
Buongiorno, o buonanotte. Non ho molto chiari i miei ritmi.
Comunque un saluto a tutti. Scrivo perché un po’ addormentato e intontito altrimenti mi sottrarrei a certe dinamiche alienanti di suggeritore per la salvezza del mondo.
Ma ridere fa bene. Anche ridere acido… o forse no!?
Se si tratta solo di ridere è meglio che ridiamo di gusto e fino il fondo. Perciò voglio aggiungere che oltre a rispettare le regole regionali nazionali europee sempre in modo corretto anzi, retto come il famoso angolo, rispettiamo anche tutto ciò che ci viene chiesto, o dovrei dire imposto, da chi ci è sempre passato con i piedi sulla testa, (cioè ormai tutti) e quindi aspettiamoci di vedere una bella portaerei americana, o anche cinese e perché no, russa, ormeggiata sulle boe tra le barchette a noleggio, con gli equipaggi che fanno il bagno tra “la Cantina” e “la Zia Teresa”, con le autorità che li vanno ad accogliere con la fanfara e le motovedette a sirene spiegate, felici di vederli rispettare tutte le regole che a noi infilano sempre dal basso verso l’alto. E gli schieriamo alle fine anche tutte le nostre donne sulla banchina per non fargli mancare nulla che gli ricordi i bei tempi di quando ci liberavano…. dal problema di avere una libertà di cui non sapevamo cosa fare.
Un sincero buongiorno a Ponza. Alla mia isola 100%. A tutti i miei isolani ed amici ponzesi, isolani e non.