di Luisa Guarino
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Era il 20 luglio, poco meno di un anno fa. Sul sagrato della chiesa di Ponza aspettavo insieme a un gruppetto di persone, riparate e all’ombra, il rientro del breve corteo che aveva accompagnato la statua di San Silverio alla Punta del Molo, per poi fare ritorno e riposizionarla sul suo altare, a un mese esatto dai solenni festeggiamenti del 20 giugno.
Mi si avvicina Mariagrazia (o Maria Grazia, non so), prende una cartolina dalla borsa e me la porge: “Non so se hai saputo” mi fa. Guardo l’immagine a colori che mi sorride e resto di stucco. E’ Maria Tuccillo, ed è morta il 16 aprile 2023, a Latina: ero a Latina anche io, ma non ne avevo saputo niente. Del resto ci vedevamo raramente, e quasi sempre nella chiesa cattedrale di San Marco, dove lei faceva anche la catechista e curava qualche lettura della messa domenicale.
Beh, oggi è l’anniversario della sua scomparsa: non posso non pensare a lei.
Quando eravamo ragazze, lei qualche anno più grande di me, vivevamo entrambe in piazza. Lei, in una di quelle abitazioni sotto gli archi, forse l’attuale farmacia non saprei, mentre io facevo la spola tra la casa/bottega di mia nonna e mia zia, in Via Roma 1, e l’appartamento sulla Parata: vivevamo su, ma a pranzo e cena eravamo sempre al Rifugio dei Naviganti, storica osteria di nonna Fortunata e zia Concettina fin dagli anni Cinquanta.
Ebbene, a parte il tempo che io e Maria trascorrevamo insieme appunto in piazza, a giocare e parlare, ogni giorno, dopo pranzo e in piena ‘controra’, con mio fratello Silverio e a volte anche i nostri genitori, passavamo dietro il Comandante per arrivare a casa. Io mi attardavo sempre un po’: chiamavo Maria e lei mi rispondeva, mi augurava buon riposo e io ricambiavo… non la finivamo più. Questo tutti i giorni, per tutta l’estate. Per me era ed è rimasta “Maria di Cirillo” perché suo padre, che faceva il calzolaio, si chiamava così, Cirillo Tuccillo; la mamma, Velia, era una brava donna, ma sempre un po’ lamentosa e con una visione del mondo a dir poco grigia.
Maria no, era gioiosa, con un gran sorriso, e mi voleva molto bene. Un bene che io cerco di ricambiare anche a distanza di tempo e di spazio, soprattutto oggi, a un anno da quando ci ha lasciato.