di Bruno Pianigiani
Probabilmente l’ex vicesindaco, il Sig. Silverio Lamonica, non ha dimestichezza con il Manzoni e con il Leopardi e che quel che non comprende o non vuol comprendere diventa sproloquiare.
Che, nel suo rozzo attacco diretto alla mia persona, chiamandomi, con ostentato dispregio, “Pianiggian jr”, poi “Pianeggiani jr” e non Pianigiani, dimostra di appartenere alla categoria dei Tribal Ricciuti.
Lungi da me l’idea di parlare dei meriti o dei demeriti della giunta di cui ha fatto parte, tantomeno di chieder conto delle delibere comunali tra il 1975 ed il 1980 e degli appalti relativi a centinaia di milioni.
Ho parlato solo della mancanza di un dialogo costruttivo fra Società e Comune, che ha portato alla perdita del posto di lavoro non solo di circa cento operai a Ponza, ma anche di impiegati e funzionari a Roma ed alla perdita di risorse essenziali come strutture, macchinari ed attrezzature per miliardi di lire.
Dal suo scritto si evince che il progetto di riconversione era osteggiato dalla giunta perchè avrebbe portato maggiori profitti alla S.A.M.I.P. e non che era funzionale alla sopravvivenza, al trasferimento della S.A.M.I.P. ed alla salvaguardia dei posti di lavoro di cento padri di famiglia.
“Muoia Sansone con tutti i filistei”.
Non si è mai chiesto se la condivisione di quel progetto, con le opportune modifiche da parte del Comune, avrebbe potuto portare benessere all’Isola ed ai suoi abitanti?
Quali secondo Lei potrebbero essere le attività alternative al turismo ed alla pesca?
Pensa che il turismo di poche settimane l’anno possa far vivere e prolificare la popolazione residente?
Pensa che l’evasione fiscale per necessità ed il lavoro nero rimpinguino le casse comunali, migliorando conseguentemente la qualità della vita dei cittadini.
Non pensa che l’isolano dentro di sé ragiona come il Principe di Salina: “Che tutto cambi perchè nulla cambi”. E che tutti quelli che arrivano sull’Isola sono degli intrusi?
(Mi perdoni se mi sono permesso di citare Tommasi di Lampedusa, ma i grandi scrittori lasciano degli insegnamenti alle persone pensanti).
Non pensa che, in fondo in fondo, anch’io, egoisticamente, preferirei una Ponza senza intrusi, senza miniere, senza automobili. Solo mare, terra e cielo?
Ma come vivrebbero gli isolani?
Forse non pensa.
Concludo dicendo che non era mia intenzione suscitare polemiche e reazioni così esacerbate.
Le auguro una nuova feluca, stavolta di quotidiano.
Distinti saluti.