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Klaatu baraka nikto!
Per gli appassionati del genere, i film di fantascienza americani del periodo della guerra fredda, dall’inizio degli anni ’50 alla fine degli anni ’60, sono una fonte inesauribile di suggestioni tra le più varie, dal pacifismo alla celebrazione dell’american way of life.
S.O.S. Naufragio nello spazio, di Byron Haskin, del 1964, ripropone le vicende di Robinson Crusoe in chiave fantascientifica, appunto, approfittando dell’occasione per affermare la supremazia americana sul resto dell’universo.
Il pianeta proibito, del 1956, diretto da Fred M. Wilcox , è la rappresentazione mostruosa del comunismo che nasce nella mente perversa di uno scienziato, contro il quale si batte un valoroso equipaggio.
Ma il mio preferito è senza alcun dubbio Ultimatum alla terra (The day the earth stood still), di Robert Wise, 1951, con Patricia Neal e Michael Rennie nei ruoli che, nel deludente remake del 2008 (stesso titolo italiano e inglese), noto ai più, saranno ricoperti da Jennifer Connelly e Keanu Reeves.
Ultimatum alla terra parla di pace e democrazia, in un momento in cui non era facilissimo parlarne negli U.S.A.: si era in pieno maccartismo e, soprattutto la Neal, dimostrò molto carattere in quel periodo.
La storia è nota: un’astronave aliena atterra a Washington e i militari la scambiano per un soggetto ostile, arrivando a colpire l’alieno che ne esce.
Tuttavia, una vedova di guerra, un bambino e uno scienziato lo convinceranno a concedere un ultimo avvertimento alla Terra che, in caso continui con gli esperimenti nucleari e con la guerra, rischia di essere annientata dalla Confederazione Galattica di cui egli è messaggero.
Con un simbolismo cristiano evidente – l’alieno assume il nome terrestre di carpenter (falegname), viene ucciso dai soldati, ma poi risorge per dare a tutti gli uomini una speranza di pace – e un richiamo a John Donne – nessun uomo è un’isola e nessun pianeta può progredire senza rispettare gli altri – il film dice cose che in America, nel 1951, in pochi avevano il coraggio di dire, sottolineando come, in ogni caso, la coscienza individuale sia decisiva.
Come la splendida Ponza, che crede di essere un’isola, ma nessuna isola è un’isola…
Accadono cose preoccupanti, di cui tutti sussurrano, ma nessuno parla.
E invece bisognerebbe farlo, prima che arrivi un alieno dotato di superpoteri.
Arrivano figure portatrici di notizie di controllo alieno – leggi Guardia di Finanza – che, come Klaatu, dovrebbero essere prese nella dovuta considerazione.
E invece, tutti zitti, a parlare d’altro, guai a chi apre bocca, “non tocca a noi”… per fortuna, la pavimentazione di Corso Pisacane è quasi ultimata, ma aspettiamo trepidanti notizie del belvedere a Chiaia di Luna.
Attenti: o si è protagonisti del proprio destino, o arriva la Confederazione galattica…
Immagini dal film Ultimatum alla Terra del 2008 (ndr)