di Paolo Iannucelli
Google, il primo motore di ricerca internet al mondo, riconosce Ponza come il centro più importante della provincia di Latina. Non poteva essere diversamente, vista la notorietà dell’isola descritta dal magazine “Traveller” tra le più belle del mondo. Il termine “ponzologi”, felicissima definizione del giornalista Giovanni Del Giaccio, definisce coloro che scrivono o parlano di Ponza solamente nel periodo estivo, senza saperne nulla. O quasi. Succede che lo stimatissimo professor Campanella, decente universitario in pensione, muoia – secondo certa stampa poco informata – perché strangolato da un malfattore, invece poi risultata ufficialmente “infarto acuito del miocardio” la causa del decesso durante un’escursione su barca vela. Un operaio di Terni, Francesco Fortunati, mentre stava lavorando sulla parete rocciosa di Chiaia di Luna, è caduto sulla spiaggia, un volo di settanta metri con decesso sul colpo. Si è parlato di omicidio, di storie d’amore, di piste segrete. Alla fine, sul fascicolo dell’ottimo giudice Chinè una dicitura: “Decesso per infortunio sul lavoro”. Il povero Fortunati non aveva allacciato la cintura di sicurezza. Ponza fa sempre notizia, un punto di sutura applicato al Poliambulatorio diventa dieci punti sui giornali nazionali e locali, un grammo di droga si decuplica, un litro di latte scaduto prelevato in un alimentari si trasforma in una grande quantità. Un sequestro di una grotta di pochi metri viene tramutato mediaticamente in lussuosa villa con giardino, un furtarello in un colpo milionario, qualche ombrellone sulla spiaggia non in regola è “un intero villaggio turistico”, la morte di un subacqueo è sempre “un mistero”. Ci siamo abituati a queste cose. Ponza è Ponza, meglio “pompare” le cose. Perchè sempre in modo negativo? I ponzesi sono stufi di essere “usati” per tre mesi l’anno e poi dimenticati davanti ai problemi dell’isolamento invernale, delle navi che non arrivano, dell’acqua che manca, della sanità che non c’è, dei rifiuti solidi urbani, delle scuole senza professori, della mancanza di case per giovani coppie senza un piano di edilizia economico-popolare. Le forze dell’ordine hanno effettuato spesso dei controlli su pontili galleggianti, case in affitto, affittabarche, bar e ristoranti. La situazione non è risultata delle migliori, sono state fatte numerose contravvenzioni, ma c’è una fetta di ponzesi onesti e ligi alle leggi dello Stato che si oppone e protesta: “Non siamo evasori fiscali”. Spesso,sull’isola, i metri di una barca che staziona in un pontile vengono confusi con quelli di una lancetta data in affitto, bisogna stare attenti, cercare di operare con profonda conoscenza del mare, del territorio, della nautica da diporto. E le grotte? I coloni campani che arrivarono nel Settecento, su invito dei Borbone, hanno sempre abitato in quelle condizioni. Le Forna, la frazione a nord dell’isola, si chiama in quel modo perché le abitazioni facevano pensare ai forni. Alberobello è famoso per i trulli, Pantelleria per i dammusi. Le case di Ponza sono ancora, per alcune famiglie, in grotte che vengono ereditate di generazione in generazione, non esiste altra possibilità. Bruno Vespa, il conduttore di Porta a Porta, abita in una casa ricavata da una grotta alla caletta Costa del Sole. I prezzi degli immobili sono saliti vertiginosamente, si parla anche di diecimila euro a metro quadro. Una copia di giovani come fa ad acquistare una casa? E’ impossibile, l’unica realtà è data dalla facoltà di realizzare un alloggio dignitoso in una grotta. A Le Forna, nel corso degli an ni, lo hanno fatto in molti, senza abusi edilizi, solo per vivere come tutti.
martina
11 Ottobre 2012 at 22:29
Egregio signor Iannuccelli
Noto che ultimamente è molto attento alle dinamiche isolane, mi fa piacere, ma non so se, da dove si trova Lei, può esser utile; Ponza non la capiscono neanche i ponzesi figurarsi chi la vive dall’esterno. Ponza, o meglio i ponzesi fanno notizia sempre, ma questa notorietà e i rigonfiamenti li fanno i giornalisti e non noi ponzesi. Di Ponzologi ce ne sono parecchi ( non sto qui a fare i nomi) e mi disturbano immensamente, anche perché fanno solo critiche poco costruttive. Ha detto una cosa vera,che i ponzesi si sono stufati, è vero. Con il nome di Ponza si sono riempiti tutti la bocca: politici, stilisti, giornalisti, attori, pittori e cantanti, ma nessuno si è degnato di darci una mano sincera e senza tornaconto. Vorrei capire, anche, il nesso logico del discorso e come si arriva a Vespa, perché ( forse a causa della mia giovane età e dell’ inesperienza) proprio non c’arrivo. Dove Vuole arrivare??? Alla giustizia sociale o è semplicemete una provocazione a qualcuno della giunta comunale?? Rispondo io: la giustizia sociale nn so fino a che punto può esistere o se ad oggi ancora c’è… Una provocazione?? La risposta è sempre la stessa: dateci tempo. Quindi io proporrei di continuare a fare, quello che in questa sede si è sempre fatto, narriamo di Ponza raccontiamoci e raccontiamo in modo che il tempo non cancelli le tracce, ma solo le critiche futili.
Cordiali saluti,
Martina Carannante