Personaggi ed Eventi

Fenomenologia di Vasco Rossi (2)

di Sandro Russo

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Questo scritto, nato come commento breve, si è ampliato mentre lo si stava preparando –  per la prima parte,  leggi qui – con ulteriori notizie e casi emblematici (leggi qui), che toccano aspetti quali la funzione dell’arte e la dibattuta questione dei buoni e cattivi Maestri, per non dire il grande tema del cambiamento e la conferma del famoso detto popolare: “a vent’anni si è incendiari, a sessanta pompieri”.
Con la consueta (per me) tecnica della giustapposizione di testimonianze diverse e senza alcuna presunzione di arrivare ad asserzioni definitive, possiamo concludere la lettura.
S. R.

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Al cinema. Guarda il caso, certe volte…
Stavo rimuginando appunto sulle diverse scelte di vita che corrispondono a veri schieramenti ideologici contrapposti, quando me li sono trovati rappresentati proprio in questi giorni al cinema, in un film abbastanza leggero, agro-dolce, come nello stile di Paolo Virzì.

Ferie d’agosto è un film commedia del 1996, uscito nei cinema italiani il 5 aprile e diretto da Paolo Virzì.
Nel nuovo film dello stesso regista, Un altro Ferragosto, in questi giorni nelle sale, si scontrano due clan, due “tribù” di amici nelle quali si specchia l’Italia di oggi. Intellettuali “di sinistra”, radical chic’, sgualciti e intristiti, intestarditi nelle loro convinzioni, nel loro senso di superiorità; e arricchiti volgari, con un capoclan palestrato, arrogante, e una influencer da un milione di views a ogni diretta Instagram.

Tanto per raccontarne una scena – il film è ambientato tutto a Ventotene –  quando il ‘patriarca’ ex-giornalista Molino (un dolente e un po’ svanito Silvio Orlando) suscita una questione perché era stato spianato il luogo dove c’era un muretto dello storico pollaio di Spinelli (nel senso di Altiero), per far posto a una messinscena pacchiana con le immagini di cartone degli sposi, per il wedding event da immortalare su Instagram. Successivamente l’emissario mandato nel campo avversario per comporre il contrasto, conciliante e bonario, cerca di capire il motivo della lite:
– Ah! pecché avemo buttato giù er muro ‘nd0 ve facevate i spinelli? Eeh! ‘o posso capi’… E chi nunn’è stato giovane! Ma v’o rifamo, quer muretto… più bello de prima!

Sembrerebbe un film “semplice”: destra contro sinistra, più o meno. Ma già Gaber, molti anni fa, in una sua canzone ‘specchio di un’epoca’, ci mostrava quanto fossero sfaccettati questi confini, queste definizioni (Destra e Sinistra, leggi e ascolta qui). E oggi, Virzì ci mostra quante striature, quante sfaccettature, quanti chiaroscuri abbiano queste definizioni. C’è molta dell’Italia di oggi nel suo film. E ci sono anche, in filigrana ad alcuni dei personaggi, molte delle nuove istanze di inclusività che stanno permeando il tessuto sociale. E i conflitti legati ai nuovi scenari.

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Sopravvissuti e supervissuti. Undici anni dopo… rispetto alla data del libro di Alfieri (2012)

Per completare questa “Fenomenologia di Vasco Rossi” (per dirla alla Eco), da icona della musica rock a testimone generazionale dell’antropologia italica – gli è stata recentemente dedicata una serie tv –  ho trovato interessante questo servizio che gli ha dedicato il Venerdì di Repubblica nel sett. 2023 dove appunto sembra trovare conferma l’apprezzamento di Iole dei cambiamenti di cui Vasco  è stato capace… di come per la strada degli eccessi sia arrivato al castello della saggezza.
L’articolo completo (di Luca Valtorta) è riportato in file .pdf a fondo pagina (sei pagine oltre alle due di copertina).
Ma a proposito dell’influenza che può aver avuto sui giovani trascrivo qui il colloquio tra lui e uno dei suoi tre figli (da donne diverse).
È lui che nel ruolo di padre assennato, risponde alle domande dell’intervistatore:

Sei un “supervissuto”, come dice il titolo della serie. Ma in che senso?
«Ho avuto dei momenti di crisi tremendi. Non che io oggi voglia morire, però sinceramente ho già vissuto parecchio per i miei gusti e per quello che pensavo. Anche adesso ogni giorno che viene è un giorno in più rispetto a quello che immaginavo. Non pensavo di arrivare a 60 anni, adesso addirittura 70. Ormai potrei andare che son già molto contento (ride): dovesse succedere fate una bella festa, tutti, perché ho fatto una vita della madonna, ho vinto tutte le sfide, ho frequentato tutti i limiti che volevo frequentare. Mi piace frequentare i limiti delle cose».
Dici che la cosa più difficile è stato smettere con le amfetamine.
«Ho dormito per quasi sei mesi, ho passato tutto l’inverno a letto a tocca, guardando la tv. Mi sono disintossicato, da solo, in casa, ma la dipendenza psicologica è durata anni. Però ci tengo a dire una cosa: io l’eroina non l’ho mai toccata. E infatti sono ancora qua a raccontarlo. Tutti pensano il contrario e io ogni tanto vorrei scriverlo sui social ma poi preferisco evitare il casino, però è così. Non solo non l’ho mai toccata, ma ho sempre detto a tutti i miei amici di non farlo – perché non si può scherzare con quella cosa li (…). Ai miei figli queste cose gliele ho spiegate bene sempre. Il primo è stato Davide.
Quando andavo a Roma e gli facevo il discorso sulle droghe, lui mi guardava e rideva.
“Cazzo ridi?”.
E lui: “Papà, tu sei Vasco Rossi!”.
Ho dovuto combattere anche con l’immagine che aveva di me. Intanto non era vera, e poi proprio perché avendo fatto degli errori a maggior ragione potevo spiegargli meglio di chiunque altro come evitarli. Poi anche Lorenzo, che aveva smesso di andare a scuola. Gli ho detto: “Guarda io sono tuo padre, e ci sarò sempre. Però posso esserci in due modi: orgoglioso e rispettoso di te, oppure, se ti comporti da scemo, il mio rispetto lo perdi. E lui allora se l’è guadagnato (…)

il Venerdì 22 sett. 2023 Vasco Rossi.pdf

[Fenomenologia di Vasco Rossi (2)Fine]

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Appendice del 15 marzo h 22 (cfr. Commento di Iole Pomponi)

La copertina del libro di Vasco Rossi (2019; Ed. ChiareLettere)

1 Comment

1 Comments

  1. Iole Pomponi

    15 Marzo 2024 at 21:53

    Riguardo a Vasco Rossi, siccome sono stata io a cominciare la questione con Sandro, vorrei dire che si è un po’ esagerato a denigrarlo.
    Definirlo “il male”… addirittura! Ce n’è di molto peggio di fenomeni! Lui è un cantante molto odiato, è vero… ma anche molto amato. È anche una persona vera, capace di “cambiamenti”: infatti era quella la canzone che volevo proporre!
    E credo che di attacchi ne abbia avuti tanti, tanto che ha sentito la necessità di scrivere un libro, dove scrive:

    “Ognuno ricorda le cose alla sua maniera, ognuno un po’ se la racconta. Io sono stato franco. Con questo libro di dichiarazioni forse si capirà di più la mia versione… La realtà, a vederla bene, è dura, non sempre giusta, ma io la prendo come una sfida e dico sempre: andiamo a vedere fino in fondo. Questo è ciò che ci fa essere uomini, andare avanti nonostante tutto, anche se intorno la realtà ti fa schifo. Mio padre era socialista e non essere schierato in quegli anni con i comunisti o i preti non pagava a Zocca. Nella comune teatrale di Bologna ho scoperto Bakunin e gli anarchici. Non quelli che mettono le bombe, ma uomini migliori, liberi, talmente responsabili che non c’è più bisogno di uno Stato che ti detti le regole. Non sono mica Vasco Rossi io. Sono una persona, sono un uomo, mica un eroe invulnerabile come Achille. Dove mi colpisci io sanguino, Vasco Rossi no, lui non sente niente”.

    Copertina del libro in fondo all’articolo di base (2), a cura della Redazione

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