segnalato da Tonino Impagliazzo
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Da uno studio sui costi ambientali ed economici della dissalazione applicato alle isole minori siciliane le interessanti considerazioni sul possibile uso dei dissalatori mobili marini
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Da il sole 24 ore (askanews) del 7 marzo
Roma, 7 marzo
Acqua bene comune ma a caro prezzo per le Isole minori.
E’ quanto emerge dalla presentazione presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati dello studio “Costi ambientali ed economici della dissalazione”, con un case study sulle isole minori siciliane.
Dallo studio si apprende che il costo medio di produzione di acqua dissalata da impianti fissi è di circa 12 euro/mc. Gli impianti di Lipari e Lampedusa consumano poi energia per 2,8 milioni di euro all’anno, con costi totali di gestione annui che superano i 12 milioni di euro per produrre 1,5 milioni di mc/anno di acqua, mentre lo scarico concentrato di salamoia in un punto fisso vicino alla costa sta provocando la distruzione degli ecosistemi marini nelle aree di sversamento.
Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione Univerde: “È importante una efficace valutazione scientifica dei costi economici, sociali e ambientali di qualunque opera. L’iniziativa di oggi prevede un focus sugli impatti della dissalazione con impianti fissi, che in base ai dati presentati possono essere molto rilevanti. Dobbiamo tenere conto di soluzioni meno impattanti e, in molti casi, meno costose per la fornitura di acqua potabile e per il risparmio idrico. È anche una questione di buon senso, poiché disseminare le isole minori o interi arcipelaghi di dissalatori fissi, energivori e particolarmente dannosi per la salute dei cittadini e per gli ecosistemi costieri non è una buona politica. L’ipotesi di adottare dissalatori mobili marini, realizzati con tecnologia italiana, rappresenta una valida risposta sia al consumo di suolo che alla necessità di tutelare flora e fauna marine e oggi rappresenta la soluzione più sicura per la fornitura di acqua potabile di qualità alle isole minori. Questo è il senso dell’iniziativa di oggi e dell’appello che rivolgiamo a Governo e Parlamento per una efficace funzione di indirizzo”.
In questo allarmante scenario, i dissalatori mobili marini rappresentano una risposta innovativa, efficace e sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, alla domanda idrica delle isole minori italiane, anche nei periodi di alta stagione o in caso di prolungate emergenze.
On. Patty L’Abbate, Vicepresidente Commissione Ambiente Camera: “La siccità è un problema che si sta intensificando pertanto occorrono azioni concrete per contrastare cambiamento climatico. A livello locale, quando parliamo di isole minori, dobbiamo renderci conto che il dissalatore fisso ha il suo costo e può creare anche una problematica di natura ambientale perché la salamoia che viene fuori come scarto dall’impianto danneggia l’ecosistema. Una soluzione alternativa può essere quella del dissalatore mobile, ovviamente con una valutazione del rendimento e dei costi economici e ambientali. Un ulteriore punto da evidenziare riguarda la necessità di evitare gli sprechi d’acqua attraverso i fondi previsti dal PNRR per il risanamento delle condotte presenti in Italia, che causano le perdite di acqua potabile. Infine, bisogna sempre valorizzare il concetto di economia circolare dell’acqua e quindi da un lato evitare gli sprechi di acqua, ma anche poter riutilizzare l’acqua piovana nel miglior modo possibile, oltre che utilizzare l’acqua reflua in agricoltura, soprattutto per quelle coltivazioni che non sono di prodotti ad uso umano”.
Fondazione UniVerde e Marevivo rilanciano dunque l’appello a Governo e Parlamento a porre maggiore attenzione alle sfide e ai costi dell’approvvigionamento idrico alle isole minori italiane, secondo modelli che siano davvero sostenibili sul piano ambientale ma anche sociale ed economico. I dissalatori mobili marini sono una valida alternativa per il diritto ad acqua potabile e sicura, da un punto di vista sanitario, della sicurezza dell’approvvigionamento ma anche per difendere gli ecosistemi marini e le aree marine protette.
Mario Antonio Scino, Capo di Gabinetto MASE: “Cogliamo l’opportunità di discutere di questo studio ‘Costi ambientali ed economici della dissalazione’ presentato dalla Fondazione UniVerde e dalla Fondazione Marevivo per approfondire a livello normativo e amministrativo le migliori soluzioni per accompagnare le tecnologie volte a risolvere le problematiche rappresentate nello studio stesso, anche in attesa dell’approvazione del regolamento europeo sulle acque”.
NdR: in merito all’argomento trattato leggi anche, a proposito del dissalatore di Cala dell’Acqua a Le Forna, l’articolo del dic. 2020 proposto dalla Redazione: Dissalatore mobile marino, una proposta per Ponza