Editoriale

Epicrisi 465. La calma è la virtù dei porti

di Giuseppe Mazzella

 

Giocando un po’ con le parole, ma senza attenuare minimamente l’importanza del problema, la questione più rilevante oggi sul tappeto è quella del porto di Cala dell’Acqua e della portualità di Ponza in generale. In queste ultime settimane, infatti, è di grande attualità, anche alla luce della recente sentenza del T.A.R. nei confronti della società Cala dell’Acqua e del Comune di Ponza. Una questione che sta molto a cuore non solo agli abitanti della frazione di Le Forna, ma a tutti gli isolani. Un problema che ha fatto alzare i toni, con prese di posizioni contrapposte, e che attende ancora una risposta definitiva da parte dell’amministrazione.

Vari e interessanti i contributi ospitati sul sito (leggi qui e qui) prima dell’incontro tenutosi a Le Forna martedì 21 (leggi qui), presenti una ottantina di persone, tra cui i rappresentanti del Comitato S.a.m.i.p. e Guido Del Gizzo, in rappresentanza della società Cala dell’Acqua. L’ingegnere Aniello Aprea ha sottolineato che qualsiasi iniziativa per realizzare il tanto sospirato porto non può prescindere dalla riqualificazione del comparto 13, i terreni cioè di proprietà del Comune di Ponza che sovrastano la baia. Del Gizzo, dal canto suo, ha messo in risalto che l’assessore regionale Giancarlo Righini ha valutato positivamente e in linea con l’attuale legislazione il progetto presentato dalla sua società e che è auspicabile una partecipazione del Comune nella misura del 20%.

Che ci sia la necessità di uno scalo a Le Forna, è fuori dubbio. Sono troppi anni che si aspetta che venga realizzata un’opera che darebbe un notevole sviluppo sociale ed economico e allenterebbe l’enorme pressione sul porto di Ponza dei mesi estivi. E’ ragionevole che non si possa realizzare una struttura di tale rilevanza, privata, pubblica o pubblica e privata si vedrà, in un contesto ancora così degradato e tutt’ora da bonificare. Un porto vive e alimenta un contesto di attività, altrimenti diventa un club privato senza ricadute positive economiche e sociali sulla popolazione. La domanda che mi pongo e pongo, da osservatore: è stato fatto uno studio sugli effetti pratici e sulle attività da realizzare a terra perché l’opera abbia benefici sui fornesi e sugli isolani tutti?

Credo che si possano trovare delle convergenze, per esempio con l’affittare i servizi a terra alla società realizzatrice del porto, per il periodo che il Comparto 13 possa essere ripensato e trasformato da uno stralcio al piano regolatore. In questo modo il Comune avrebbe da subito delle entrate da utilizzare proprio nella valorizzazione della zona. Ovviamente le ipotesi di collaborazione possono essere molte altre e ben vengano – come ha scritto Martina Carannante -, confronti pubblici in cui la popolazione è fatta partecipe di decisioni che potranno cambiarne il destino. Ad una maggiore riflessione e calma invita Paolo Iannuccelli (leggi qui) innamorato da sempre della nostra isola e profondo conoscitore delle sue contorte dinamiche.

La settimana è stata segnata, purtroppo, dalla scomparsa di Maria Rosaria Di Fazio, (leggi qui e qui) ai cui familiari rinnovo la mia più viva partecipazione.

Franco De Luca continua a raccontarci piccoli ma significativi aspetti della vita isolana (leggi qui e qui), e a commentare con analisi approfondite l’autobiografia “Navigando la vita” di Salvatore Balzano, per tutti noi Ciciotto.

Oggi è San Silverio dei Pescatori, (leggi qui) che si celebra a Le Forna. Una tradizione che resiste al tempo. Un incontro nel segno della religiosità e della fraternità. Condividere la venerazione al nostro grande Santo Papa, è ritrovare quella solidarietà tra noi che negli ultimi tempi sembra essersi sempre più diradato.

Voglio chiudere con i complimenti a Matteo Mazzella, appena laureato in Giurisprudenza. A lui e a tutti i giovani che vivono a Ponza o fuori voglio fare un appello. Questa piccola voce di Ponza Racconta per tredici anni ha cercato di informare e di raccogliere quanto era possibile per salvare la nostra storia dall’oblio. Noi redattori ci stiamo inoltrando nell’età avanzata, per non dire vecchiaia, e necessitano nuove leve. Il nostro è uno spazio a disposizione di tutti, aperto al confronto educato e civile. Mi aspetto e mi auguro di avere nuove adesioni.
E ancora buon San Silverio a tutti.

 

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