Con la scomparsa di Adalgiso Coppa un altro importante pezzo di Storia di Ponza se n’è andato, e leggendo ieri la testimonianza di Gino Usai ho avuto più che mai modo di rendermene conto. Tanti suoi trascorsi e circostanze che lo hanno visto protagonista e militante non li conosco: anche per questo ho letto quanto scritto con grande attenzione e curiosità. Il mio ricordo di lui è più di carattere familiare, essendo Adalgiso cugino di mio padre Francesco (la mia nonna paterna, Elisabetta, era anche lei una Coppa). La sua figura bonaria, sempre incline al sorriso, è impressa nei miei occhi. Quello poi che maggiormente colpiva in lui era l’operosità costante, che lo vedeva sempre impegnato, oltre che in campagna, nella sua cantina-laboratorio in cui era occupato senza posa nella costruzione di geniali marchingegni il cui funzionamento, che sapeva spiegare nei minimi dettagli, lasciavano sbalorditi amici, conoscenti, parenti e chiunque si soffermasse a parlare con lui. Ricordo in particolare lo stupore e l’ammirazione di mio marito Dante, geologo ma anche scienziato, curioso e informato di ogni cosa riguardante il mondo delle scienze, di ritorno da una visita nella ‘grotta magica’ di Adalgiso, vero e proprio genio alla Archimede Pitagorico.
Negli ultimi anni però il suo cervello si era come assopito, quasi per la stanchezza di avere accumulato e metabolizzato nell’arco di un’intera vita tante informazioni, tanti dati, tante possibilità speculative e pratiche. Finché il fisico ha retto ha curato la sua campagna, con una strabiliante forza fisica. Per non stare lontano dalla sua terra, finché ha potuto non si è voluto allontanare da Ponza neanche in inverno, facendo ‘disperare’ tutta la famiglia, che solo raramente riusciva a convincerlo a soggiornare a Latina, dove poteva comunque disporre di uno spazio all’aperto da coltivare. Poi il suo fisico non ha retto più, e a poco più di un anno dal traguardo centenario Adalgiso se n’è andato in punta di piedi. Il suo ricordo più recente e bello risale ad alcuni anni fa, quando era ancora in ‘smagliante’ forma fisica nonostante l’età, il giorno della Madonna della Civita, un 21 luglio, disponibile e sorridente come sempre. Ricordo soprattutto un particolare: io avevo raggiunto l’aia della Civita iin taxi in compagnia di mia cugina Rosanna, lui era arrivato ‘fresco fresco’ a piedi…