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I giorni di Sanremo

segnalato da Sandro Russo

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Somiglia a una delle nostre ‘epicrisi’ questa sequenza di avvenimenti della settimana compilata da Concita De Gregorio, tra le nostre (mie) giornaliste/scrittrici preferite, proiettata sullo sfondo di Sanremo.

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Il mondo oltre Sanremo
di Concita De Gregorio – Da la Repubblica dell’11 febbr. 2024

 Da domani si torna chi più chi meno alla realtà: ecco una serie di notizie che sono occorse nel frattempo nel mondo

Ghali al Festival di Sanremo (ansa)

Lo so, non è bello rovinare la festa a dieci-dodici milioni di persone: è pur sempre durata quasi una settimana, tuttavia, e poiché da domani si torna chi più chi meno alla realtà favorisco qui una serie di notizie che sono occorse nel frattempo nel mondo là fuori. Brutte, avviso. È un compito ingrato, ma non vorrei che usciti dallo specchio deformante del lieto paese che non c’è qualcuno si ritrovasse indietro coi lutti e le disgrazie, le angherie su cui indignarsi. Con il conto di chi è venuto intanto a mancare, o non si sente molto bene. Piccolo riassunto incompleto.

Tunisia, Italia. A Reggio Emilia non è morto ma ha tentato di uccidersi un detenuto di 40 anni di origini tunisine che dieci agenti carcerari hanno incappucciato con la federa di un cuscino, fatto cadere a terra con uno sgambetto, spogliato e picchiato in corridoio per dieci minuti. Riportato in cella, picchiato ancora, l’uomo si è volontariamente ferito con un frammento di lavandino nel tentativo di tagliarsi le vene. I fatti risalgono al 3 aprile, il video delle telecamere interne è stato diffuso venerdì 9 febbraio, la serata dei duetti. La serata in cui Ghali, rapper milanese di origini tunisine, appunto, ha cantato prima una melodia in arabo e poi “Sono un italiano vero”, assai commovente gesto artistico e politico.

Ungheria, Italia. Dopo il video del processo in cui Ilaria Salis, attivista antifascista, è stata portata in aula al guinzaglio sono iniziate trattative per garantire alla prigioniera italiana condizioni di detenzione compatibili con i diritti elementari. Salis è in carcere da dodici mesi durante i quali le autorità italiane, emerge da testimonianze circostanziate, erano al corrente del trattamento a lei riservato. Solo dopo la diffusione del video Giorgia Meloni ha chiamato l’amico Orbán, premier ungherese. Non sembra ci siano novità confortanti, al momento. Nel frattempo è comparso a Budapest un murale in cui Salis pende impiccata alla forca, sul suo corpo c’è scritto “Ila antifa”. I giornali ungheresi hanno scritto editoriali infamandola, questo nella sera in cui Teresa Mannino ha declamato l’acclamato monologo sulla differenza fra avere “potere su” e “potere di”.

Ponte Galeria, terra di mezzo. Disordini nel centro di detenzione, detto per il rimpatrio, di Ponte Galeria, a Roma, dopo il suicidio di Ousmane Sylla, 22 anni, ghanese, che ha lasciato scritto sul muro con un mozzicone di sigaretta “se dovessi morire riportate il mio corpo a mia madre”. Questo il giorno del ballo del qua qua, la polemica sullo sponsor delle scarpe e su chi ha pagato l’ingaggio di Travolta.

Ucraina, Striscia di Gaza. Le guerre continuano. L’Ucraina è ancora invasa, Putin ha rilasciato un’intervista in cui pone condizioni improponibili sullo scambio di prigionieri; la striscia di Gaza è ancora sotto assedio delle forze militari israeliane, Netanyahu ha rifiutato la proposta di Hamas per il cessate il fuoco, le ha definite “condizioni deliranti”. Si accinge anzi a procedere verso Sud dove i civili sono stati nel frattempo invitati a recarsi e a realizzare così la “vittoria totale”. È morta Hind Rajab, la bambina palestinese di 6 anni di cui tutto il mondo ha ascoltato le parole di una lunghissima straziante telefonata registrata. Unica sopravvissuta nell’auto dei parenti bombardata (“dormono”, ha detto) nascosta sotto i cadaveri è riuscita a chiamare la madre, Wissam, che ha cercato per tre ore di calmarla, distrarla, fino all’arrivo di un’ambulanza. Leggete il pezzo di Fabio Tonacci se potete. L’ambulanza della Mezzaluna rossa che ha infine e finalmente prelevato Hind dall’auto è stata a sua volta subito dopo bombardata. La bambina è morta carbonizzata insieme ai due soccorritori. Questo a Gaza city.

Italia. A Roma la Digos presidia i teatri, identifica — in tenuta antisommossa, coi caschi — gli spettatori che entrano a vedere lo spettacolo (già non è che siano fiumane, non un grande incentivo). A Terni il sindaco dimissionario Stefano Bandecchi, quello di “un uomo normale guarda il culo di una donna e se può ci prova”, ha detto se serve un Duce eccolo e si candida premier: “Se ogni cinque anni dobbiamo avere un Duce allora il prossimo sarò io”. Meloni ha concesso uno sconto sull’Irpef agli agricoltori sui trattori, non a tutti però: si attende una grande manifestazione al Circo Massimo, Roma, giovedì prossimo. Parteciperà anche l’ex leader di Forza Nuova Giuliano Castellino, già condannato a otto anni e sette mesi per l’assalto alla Cgil del 2021. I sondaggi indicano che stanno con gli agricoltori 8 italiani su 10. Questo mentre il conduttore di Sanremo legge un comunicato concordato con la categoria (dei lavoratori agricoli, non degli assaltatori forzanovisti alla sede della Cgil), dal palco del teatro Ariston. Bankitalia avverte che avremo un problema di conti pubblici, c’è all’orizzonte una questione enorme di debito pubblico. Sono morti Carlo Formigoni, immenso artista e uomo di teatro, suicida in mare. Maria Fida Moro, figlia di Aldo. Vittorio Emanuele di Savoia, re senza regno dell’isola di Cavallo, i funerali si sono celebrati alla presenza di numerose teste coronate (Alberto di Monaco aveva di passaggio fatto un salto all’Ariston) cerimonia solenne nel duomo di Torino. I funerali nel giorno, assai piovoso, della contestata finale. Carlo d’Inghilterra ha un cancro, a proposito di case reali, e anche Kate non sta molto bene. Se ne parlerà parecchio, a Festival terminato: le storie The Crown sono un intrattenimento irresistibile. Di cancro e di difficoltà ad avere assistenza e cura nella sanità pubblica si parla molto anche in Italia, non bene. La giornalista Carlotta Dessì è morta a 35 anni, per lei un pensiero di luce. È stato il giorno successivo a quello in cui in cui Loredana Bertè, imperatrice rock, ha avuto il premio dei giornalisti della sala stampa. “Mi sono odiata abbastanza”, dice la sua canzone. Prima ti dicono sei pazza poi ti fanno santa. Eh. Dopo però. Da morta, di solito.

[Di Concita De Gregorio da a la Repubblica dell’11 febbr. 2024]

3 Comments

3 Comments

  1. Luisa Guarino

    13 Febbraio 2024 at 19:20

    Premetto che non sono l’avvocato difensore del festival di Sanremo, e che pur stimando Concita De Gregorio non condivido ‘a prescindere’ tutto ciò che scrive. Per quanto riguarda gli avvenimenti gravissimi accaduti durante lo svolgimento della kermesse canora di cui parla, ritengo che siano notizie da telegiornale, come lo sono state: un festival non può fare cronaca. Concita però non cita (mi scuso per il gioco di parole) gli argomenti importanti e ‘sensibili’ affrontati nel corso delle serate. Ne ricordo solo alcuni: la testimonianza di Giovanni Allevi, che combatte con unn mieloma, a proposito di malati, medici, ricerca; le morti sul lavoro, con la musica di Paolo Jannacci e le parole di Stefano Massini; e il grido “Stop al genocidio” di Ghali nell’ultima serata: sì, proprio quel giovane artista di origine tunisina che aveva cantato “L’italiano”. Il suo richiamo ha creato un caso politico di carattere internazionale, con la reazione immediata dell’ambasciatore d’Israele a Roma.
    Ma forse De Gregorio ha visto il festival solo in parte, e non ha neanche letto tutti i giornali nei giorni successivi. Così non si è accorta che in questa 74a edizione più che mai non ci sono state “solo canzonette”.

    • Guido Del Gizzo

      14 Febbraio 2024 at 19:21

      Premesso che io non sono un estimatore di Concita De Gregorio, credo non ci sia bisogno di spiegare a Luisa Guarino, nella sua romantica e rispettabile difesa del Festival di Sanremo, che ciò che hanno condotto Amadeus e Lorella Cuccarini è tutt’altra cosa, ad esempio, rispetto allo spettacolo diretto, negli anni ’70, da Elsa Martinelli e Carlo Giuffré.
      Quello era un Festival della Canzone, questo è un format di comunicazione e vendita di spazi commerciali.
      Anche il mezzo televisivo ha una funzione molto diversa.
      Quando, nel 2008, Vladimir Luxuria vinse l’Isola dei Famosi, dichiarò entusiasta che finalmente i valori LGBT erano stati sdoganati nella cultura di massa: stupidaggini, significava solo che facevano ascolto e quindi fatturato; esattamente come, già nel 2000, la comunità omosessuale era oggetto sistematico di rilevamenti marketing, per il lancio delle iniziative commerciali al centro di Parigi.
      La società – e soprattutto i più giovani – era già molto più avanti della cultura ufficiale raccontata dai media.

      Infine, a proposito delle partecipazioni qualificanti a Sanremo, secondo Luisa: se si aggiunge un fiore ad un mazzo di fiori, questo diventa più ricco e colorato.
      Ma se si aggiungono due secchi di crema pasticciera ad un cumulo di letame, alla fine, si ottiene sempre e solo letame: poi, se si vuole andare lì con un cucchiaino, è solo una questione di gusti…

  2. Luisa Guarino

    15 Febbraio 2024 at 16:01

    Caro Del Gizzo, mi dispiace ma mi fa anche piacere che senta il bisogno di rintuzzare sempre quello che scrivo. Preciso tre cose: la mia non è una ‘difesa romantica’ di Sanremo; Amadeus non ha presentato il festival con Lorella Cuccarini; non ho parlato di ‘presenze qualificanti’ per i tre interventi che ho portato come esempio, ma solo di argomentazioni legate all’attualità. Fiori e letame? Un binomio già sentito, ma sempre valido… se si vuol fare effetto.

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