segnalato da Sandro Russo, dalla stampa
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Apprendiamo dai media che l’orso M90 è stato abbattuto nel pomeriggio di martedì 6 febbraio, nei boschi della bassa Val di Sole, in Trentino.
L’abbattimento di M90 “per ragioni di sicurezza” ha scatenato la rivolta di ambientalisti e amanti della natura. Da giorni invocavano misure di sicurezza alternative all’uccisione: ora sono decisi ad accedere agli atti per chiarire i dettagli dell’abbattimento, annunciano per sabato manifestazioni di protesta e azioni giuridiche di livello europeo, mirate a scongiurare «altre vere e proprie esecuzioni» di esemplari protetti.
Per il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, «la soppressione non può essere l’unica alterativa, ma la soluzione estrema». «Se quanto fino ad oggi messo in campo con la Provincia di Trento non è stato sufficiente — sostiene Picchetto — l’impegno di tutti deve essere quello di moltiplicare gli sforzi per individuare ogni soluzione possibile a garantire una convivenza pacifica nei territori».
L’appello del ministero è arrivato tardi.
M90 è stato identificato dalle guardie forestali grazie all’osservazione di radiocollare e marche auricolari. «Era un animale pericoloso — spiega la Provincia — alla luce dell’eccessiva confidenza e frequentazione di aree urbane e periurbane». Di tutt’altro avviso il mondo ambientalista, che accusa Fugatti di «una politica miope, una gestione sanguinosa e nemica degli animali, che non rispetta la biodiversità».
In fondo a questo articolo, in file .pdf la pag. de la Repubblica dedicata al fatto, con delle immagini schematiche con i precedenti e con i dati della presenza degli orsi in Trentino.
Dalla stessa pagina, qui di seguito, l’opinione di Luigi Boitani, zoologo all’Università ‘La Sapienza’ di Roma
“Decisione giusta la convivenza spesso richiede scelte dolorose”
di Elena Dusi
«È stata una decisione trasparente.
M90 era un orso pericoloso e i tentativi di dissuasione non sono serviti. L’abbattimento è avvenuto con il permesso e il supporto scientifico di un ente come Ispra.
Non era mai accaduto prima in Italia». Luigi Boitani, fra i più profondi conoscitori degli animali selvatici in Italia, zoologo dell’Università di Roma La Sapienza, è dispiaciuto. «Perché l’orso è un animale meraviglioso». Ma è anche convinto che con M90 si sia seguita la strada giusta.
Perché la strada giusta?
«Per la prima volta nel nostro paese un animale selvatico, non solo un orso, è stato abbattuto seguendo un percorso trasparente, con una valutazione di pericolosità e un parere dell’Ispra, l’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
L’anno scorso in Trentino sono stati trovati 7 orsi morti, ufficialmente per cause misteriose. In realtà non è difficile immaginare che nei ricorsi e controricorsi fra gli enti pubblici qualcuno abbia deciso di farla breve e imbracciare il fucile».
Ancora non lo sappiamo?
«I referti dell’Istituto Zooprofilattico sono stati trasmessi solo alla magistratura. Noi non sappiamo nulla, ma credo che gestire gli orsi come avvenuto con M90 rappresenti una mossa contro il bracconaggio».
Gli animalisti non concordano.
«Ma gestire la natura vuol dire non pensare tanto all’individuo, quanto al benessere della specie. Convivere — ed è l’uomo a cercare la convivenza con gli animali selvatici, non il contrario — richiede compromessi dolorosi. M90 aveva l’abitudine di avvicinarsi all’uomo. Prima di seguire i due fidanzati, era entrato varie volte nei paesi. Lo sappiamo perché i suoi spostamenti sono stati seguiti con il radiocollare. Proiettili di gomma e rumori non gli hanno fatto perdere la confidenza. La conclusione è stata che rappresentava un potenziale pericolo per l’uomo».
Si poteva evitare questa fine?
«Ci sono misure che un ente locale deve adottare in modo inflessibile. I cassonetti anti-orso vanno installati sempre e dovunque. Si tratta di animali intelligenti e opportunisti, imparano subito la strada se una volta trovano cibo. L’informazione su come comportarsi deve essere capillare, sia per gli abitanti che per i turisti. Lo spray al peperoncino non deve essere dotazione solo di poche guardie forestali, ma di chiunque vada a passeggiare nei boschi».
M90 poteva essere catturato?
«Per farlo campare in gabbia, da carcerato, per i 30 o 40 anni della sua vita?».
Se uccidere M90 è stata la scelta giusta, accadrà ancora, magari a lupi o altri animali?
«Potrebbe accadere ancora. Si tratterebbe almeno di una decisione ragionata e trasparente».
La pagina .pdf da la Repubblica del 7 febbr.:
L’abbattimento dell’orso M90. La Repubblica del 7 febbr. pag. 21
[Da la Repubblica del 7 febbraio 2024]
Questa notizia è strettamente collegata ad un libro che abbiamo presentato recentemente sul sito, in questo articolo:
La difficile convivenza con il selvatico intorno a noi.
Immagine di copertina. Orso bruno marsicano (del Parco Nazionale d’Abruzzo)