di Tonino Impagliazzo
.
La scelta di aver annullato la linea a mezzo nave da Terracina è condivisibile per una serie di motivi: per l’insabbiamento dell’area portuale, per il naviglio vetusto e piccolo, per un collegamento ferroviario da Priverno non più attivo e per l’assenza di collegamenti tra l’area portuale ed i servizi territoriali.
Attualmente la città di Terracina esprime maggiore attenzione verso la balneazione locale anziché offrire idonei servizi all’isola dirimpettaia. In alternativa invece, ritengo positiva ed appropriata la scelta di riservare al luogo un collegamento con mezzo veloce per dare continuità ai flussi turistici che scelgono quella zona per la vacanza, con l’opportunità di scoprire e conoscere l’isola di Ponza.
Altro tema che i cittadini delle isole considerano poco condivisibile è quello che si sia taciuto su alcuni cambiamenti, come l’aver sostituito sulle linee di Anzio e di Formia, previste nella convenzione dello svolgimento del servizio, il termine “aliscafo” con il termine “mezzo veloce”, senza che sia stata sollevata alcuna obiezione nei confronti della Regione Lazio e della rappresentanza amministrativa, come pure nulla è stato eccepito sulle caratteristiche tecniche dei battelli, visto l’utilizzo di monocarene veloci, adatte forse per essere impiegate più all’interno del golfo di Napoli che a navigare al largo senza prescrizione tecnica aggiuntiva. Mezzi ancora oggi utilizzati per navigare a circa 32 miglia dalla costa che potremmo definire in mare aperto, condizione che obbliga dotazioni tecniche notoriamente diverse. Questa variazione si è consumata in un perbenismo di maniera che da qualche anno va diffondendosi anche sulle nostre isole.
Di recente alcuni Amministratori hanno ritenuto che la rinuncia della linea a mezzo nave sociale da Terracina avrebbe aperto la strada con la Società Laziomar ad una maggiore velocità di crociera sulla linea Formia/Ponza e viceversa, mentre gli stessi, poco dopo, hanno potuto rilevare che per aumentare la velocità delle navi sociali sarebbero state necessarie ulteriori risorse finanziarie. E pertanto, qualcuno ha sospettato che il naviglio in gestione della Laziomar fosse alquanto vetusto e che non avrebbe potuto consentire alcuna miglioria o salto di qualità sul servizio e sull’offerta turistica del Territorio.
Oggi le isole di Ponza e Ventotene richiedono battelli da Formia con caratteristiche tecniche e servizi meglio qualificati a favore degli abitanti e degli ospiti, con l’obiettivo di avvicinare l’offerta turistica dell’Isola ai livelli dei nuovi parametri europei.
Guardare avanti
Oggi sono necessari battelli sociali nuovi, idonei per i portatori di handicap e dotati di servizi igienici e di relax di buon livello, con tempi di percorrenza accettabili (1 ora e 35/45 minuti) al fine di consentire agli abitanti delle isole di soddisfare, nel corso della stessa giornata, le molteplici esigenze sociali, sanitarie, culturali per le quali raggiungono la terraferma. E fronteggiare così, senza sostenimento di costi eccessivi, i disagi che l’insularità per sua natura esprime nel settore dei servizi (Tribunale di Cassino, Agenzia delle Entrate, assistenza sanitaria specialistica, ecc.)
Alla luce dei fatti accaduti sabato scorso, trasmessi dai telegiornali nazionali oltre che dalle tv locali, non si evidenzia che la Società Laziomar o la Regione Lazio siano orientate alla realizzazione di battelli di nuova generazione con dotazione di alettoni stabilizzanti al rullio, almeno tre motori con eliche laterali (due in testa e due a poppa) per migliorare l’accosto nave alla banchina e il disormeggio. Battelli in grado di mantenere una velocità di crociera rivisitata (quasi doppia rispetto a quella attuale) per realizzare servizi turistici/sociali di elevato livello e garantire quella “continuità territoriale” che l’art. 119 della Costituzione ricorda, là dove afferma che la Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità. L’adozione di mezzi più idonei, capaci di soddisfare i ruoli sia delle navi che degli aliscafi, può anche portare alla eventuale rinuncia degli aliscafi sulla linea di Formia, con il conseguente risultato di abbattimento dei costi di gestione.
Non aggiungo dettagli ed opinioni affrettate ma esprimo forte convinzione che le isole di Ponza e Ventotene meritano dalla Regione Lazio qualcosa in più in termini di efficienza e di qualità dei servizi offerti sia ai cittadini residenti che agli ospiti.
silverio lamonica1
27 Gennaio 2024 at 18:01
Caro Tonino, ciò che sto per scrivere l’ho già messo nero su bianco più di una volta su questo sito, in merito alla privatizzazione dei collegamenti marittimi:
1) Questa sorta di privatizzazione ha segnato la fine del libero mercato e il regime della libera concorrenza
Infatti
2) E’ subentrato un oligopolio privato
Per cui
3) Le compagnie che operano nel Golfo di Napoli, affidatarie di Caremar e Laziomar, si sono spartiti “gli accosti” ossia i collegamenti tra isole e continente
Inoltre
4) Le suddette da una parte incamerano ingenti contributi regionali
D’altra parte
5) Tendono a diminuire al massimo i costi di gestione
Perciò,
specie nel caso di Ponza e Ventotene
6) Saltano almeno il 30% di corse coi così detti mezzi veloci per avverse condimeteo (spesso pretestuose) e non le recupoerano
Quindi
7) risparmio del 30% di spesa annua di carburante.
E ancora
8) Scarsissima manutenzione dei mezzi e prove di emergenza (v. Rapporto C.P. Gaeta su Nave Quirino)
Quindi
in questo “quadro”, caro Tonino
9) Se ne sbattono dell’Art. 119 della Costituzione
Concludendo
10) Luvammacell’ a capa ca questi armatori “realizzino battelli di nuova generazione con dotazione di alettoni stabilizzanti al rollio”
N. B.
11) Il Quirino, e altre navi gemelle, in origine avevano gli alettoni stabilizzanti, non si sa perché li hanno tolti.
P. S.
12) Il Quirino in origine apparteneva alla Laziomar, poi “noleggiato” dalla Medmar, la quale a sua volta, lo “rinoleggia” alla Laziomar.
E non ho detto tutto!
silverio lamonica1
27 Gennaio 2024 at 18:26
https://www.ufficiocamerale.it/4647/laziomar-spa
La visione del bilancio Laziomar è a pagamento