di Francesco De Luca
‘Caro mio Bambino Gesù’, canta Tonino Esposito… e ci ritroviamo nel ricordo tutti là, accostati all’armonium, in chiesa, a scandire il versetto canoro, nella novena.
La sua funzione, col vespro, suggellava nel sentimento corale la giornata. In attesa del Natale.
Quel tempo ha forgiato il nostro essere giovani, e amici, e ponzesi. Tre aspetti che si sono stemperati nel tempo. Alcuni… persi per sempre.
La gioventù, ad esempio. Sciocca è l’espressione: si è giovani dentro… A mio vedere è soltanto consolatoria, perché la gioventù dentro – come si dice – si avvale del vigore fisico, dell’ intraprendenza reattiva, della curiosità competitiva.
Oggi, chi ci era a fianco nel gioco e nella competizione o è defunto o è avvilito da dolenti mali. E l’amicizia, quella emulativa, quella imitativa, si è ridotta a pochi soggetti intorno.
La stessa ‘ponzesità’ ha assunto una connotazione propria. L’essere ‘ponzese’ oggi significa magnificare le bellezze naturali a fini commerciali. Manca il sostrato conoscitivo (storico) e quello sentimentale (dialetto).
Noi si agognava a tornare all’isola per le feste natalizie perché volevamo farci sorprendere dal ‘presepe’, dal buio avvolgente e amico delle stradine del paese, dall’essenziale delle luci, dei doni, della gioiosa cornice sociale. L’essenzialità, che era scarsezza di beni e abbondanza di affetti.
Il debordante addobbo delle città, dei negozi, delle merci, dei sorrisi d’occasione, lo si lasciava alle spalle. Senza rimpianti. A Ponza ci aspettava la casa. Che era famiglia isola, chiesa.
Quell’attesa non mi sembra ci sia oggi. L’isola, con la sua ruvida schiettezza, è abbandonata. Il Natale si crede che sia più propizio se ridondante di cose, colori, di luci, di apparenze.
A Ponza continua a imperversare l’essenzialità di ciò che serve, continua a dominare la spontaneità di ciò cui il sentimento aspira.
E a cosa aspirano i sentimenti? Alla pace. Che è concordia col vicino di casa, accoglienza di chi ha diverso colore di pelle, compartecipazione con gli altri di quanto la vita offre.
Il vento è più freddo di notte, eppure nell’arco di Frontone qualche barca pesca a calamari, il paese con le lucette colorate alle case appare un presepe a dimensione umana, e Tonino, a mo’ di zampognaro, canta: Caro mio Bambino Gesù…