Defunti

Vincenzo, buon viaggio

di Tonino Impagliazzo

 

 

Vincenzo Sportiello, detto Vincenzone, è dipartito dalla terra di Ventotene ieri, 6 novembre. Domani 8 ci saranno i funerali sull’isola.

La notizia della scomparsa, che non avremmo giammai voluto udire, suscita nei tanti turisti e nei figli dell’isola rammarico e sgomento.
Non ritrovare sulla banchina del porto dell’isola Vincenzone, l’isolano amato e rispettato da oltre 60 anni, lascia in coloro che lo hanno conosciuto un vuoto non facilmente colmabile.


Vincenzone e Giovanni Impagliazzo che gli fa la barba

Vincenzone ci riporta alla memoria il tema del recupero sociale, di cui è stato un interprete naturale nei territori isolani e nelle aree disagiate.
Un fatto nuovo accadde a Vincenzo quando giunse sull’isola il Maestro di musica e medico Pio Federici di Latina (siamo nel 1986) per impartire alcune lezioni di musica e ricostruire la banda di Ventotene. Il maestro Pio gli consegnò sin da subito due piccoli piatti in rame considerando la sua presenza nella Banda necessaria e a pieno titolo e riconoscendogli, di conseguenza, il ruolo di membro effettivo.
Tale riconoscimento fece emergere in Vincenzone i valori della gratitudine, dell’amicizia e dell’accoglienza senza confini, che non mancò mai di riservare sia a coloro che vivevano sull’isola che a quelli che giungevano da fuori.

Amava trascorrere il periodo estivo con gli amici/studenti nei confronti dei quali, ritornati sull’isola per la vacanza, era sempre generoso, garbato, attento e amorevole.
Ricordo di lui al termine di una “caccia al tesoro” sul terrazzo di Severina questo scambio di battute dal fondo delle scale:
– Giggì, abbasc’ u purtone.
– Geppì, chille ch’ ‘i penn.
– Tonì, abbasc ‘u puorte romane. 
e poi ancora rivolto a Lello
– Maccarone statte zitte tu.

Un sorriso, una garbata attenzione, un qualsiasi gesto di sensibilità che gli ospiti o i compaesani capitava che gli riservassero rappresentavano per lui la giusta ricompensa e la gratificazione per quello che aveva fatto.
Era una presenza continua che si manifestava in tanti piccoli gesti, tipo
– Ciruzze, la cima di terra si è ammollata
– Enrico, la risacca spinge la barca sulla banchina
– Peppì, nella via Parata Grande manca la luce da molti giorni
ed altro ancora.

Vincenzone era l’uomo di tutti, non si rifiutava mai di attendere oltre la mezzanotte per indicare garbatamente la strada ai fragili e ai deboli e, laddove la luce della strada era un po’ fioca o assente, la sua attenzione non veniva mai meno, come quando chiedeva: “Vi posso aiutare?” “Quando venite?” “Cosa vi serve?”…
Alcuni gesti, seppur minimi, hanno fatto di Vincenzo il personaggio mito dell’ isola, sempre rispettato, accolto e amato da quanti lo hanno frequentato o, semplicemente, conosciuto.

 

***

integrazione, a cura della Redazione, delle ore 16,00 del 7 novembre 2023

dall’edizione odierna de Il Messaggero il ritratto di Vincenzo Sportiello a firma di Andrea Gionti

 

(cliccare sull’immagine per ingrandire)

1 Comment

1 Comments

  1. la Redazione

    7 Novembre 2023 at 15:54

    Dalla prima pagina della cronaca di Latina dell’edizione odierna de Il Messaggero il ritratto di Vincenzo Sportiello a firma di Andrea Gionti in calce all’articolo di base.

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