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Per il primo articolo della serie di Stefano Cappellini, leggi qui
Viaggio nel cospirazionismo italiano/2
Dai vichinghi di Trump a Meloni, l’ossessione per i poteri occulti
di Stefano Cappellini – da la Repubblica del 26 ottobre 2023
Dall’assalto a Capitol Hill alle allusioni della premier, torna la teoria divulgata da Qanon che ha fatto proseliti anche nel nostro Paese
Alcuni dei protagonisti dell’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021
Il cospirazionismo è come una slot truccata ma al contrario: per vincere comunque. C’è sempre un modo di “dimostrare” che la tesi complottista è vera, anche quando l’evidenza dimostra il contrario.
Uno degli esempi più clamorosi è l’assalto golpista a Capitol Hill del gennaio 2021. Come difendere un atto così violento e antidemocratico? Semplice: sostenendo che non era un assalto e tanto meno un golpe. Le porte del Campidoglio sono state aperte a trabocchetto, e i manifestanti gentilmente accolti all’interno, solo affinché le intemperanze di qualche testa calda potessero essere scaricate su tutti i manifestanti e sul loro nume tutelare, The Donald. Una surreale versione sostenuta già il giorno dopo i fatti, sul canale Byoblu, dall’ex giornalista Rai Fulvio Grimaldi, ex Lotta continua ed ex Rifondazione comunista: “L’ingresso deve essere avvenuto perché la polizia che presidiava il Parlamento ha aperto i cordoni e permesso loro di entrare. Il risultato, come prevedibile, è stato l’unanime condanna verso Trump”.
Ma c’è di più: Grimaldi traccia un parallelo tra la tattica usata dalla polizia statunitense e quelle adoperate da Francesco Cossiga, quando era ministro dell’Interno, contro il movimento del ’77: “Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università. Infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino. Dopodiché, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri”. L’analogia di Grimaldi non è solo tecnica. Tende un parallelo tra i contestatori dell’ultrasinistra e i vichinghi trumpiani: in entrambi i casi una lotta per sovvertire il sistema.
Byoblu è da svariati anni una centrale del rossobrunismo italiano: un misto di antimperialismo da campo Hobbit e anticapitalismo da Terza posizione, servito in salsa complottista. Nel suo libro manifesto del 2021, Il disallineato, pubblicato da Rizzoli, il fondatore Claudio Messora, ex M5S, si presenta così: “Ho deciso di raccontarvi quello che ho imparato negli anni, osservando come si muovono dietro le quinte i guru dell’informazione, spesso più importanti dei politici stessi. Ho lavorato al loro fianco e appreso le loro tecniche senza tuttavia mai utilizzarle perché credo in una dimensione diversa dell’impegno per il bene comune. Perché quel mondo funziona solo se nessuno rende pubblici i suoi segreti”. Il fatto che il principale spin doctor al cui fianco Messora ha lavorato quando era in politica sia Rocco Casalino dovrebbe già dare il senso delle cose. Ma il cospirazionismo è forte perché non lascia che la verità possa sporcare la bellezza di una narrazione. Agli adepti si offre l’ebbrezza di un doppio livello esoterico: da una parte c’è il Sistema, che custodisce i segreti grazie ai quali domina e opprime la massa, dall’altro un manipolo di coraggiosi che lavora a scoprirli e denunciarli.
L’iniziato vede ovunque indizi del complotto e chiavi per decrittare i misteri del potere. Per questo sui forum di discussione in Rete e nei canali Telegram le chat cospirazioniste sono indistinguibili da quelle degli appassionati di crime che si scambiano informazioni e pareri sulla soluzione dei cold case. Da notare il passaggio di Messora sul fatto che gli spin doctor siano i veri depositari del potere, ben più dei politici, loro burattini. Una suggestione che contiene al suo interno uno dei pilastri della trama cospirazionista: il deep State, lo Stato occulto, l’idea che il potere non stia nelle mani di chi lo detiene formalmente bensì in quelle nascoste e avide e omicide e sataniche di chi gestisce il Piano. Se pensate che questa griglia di lettura sia usata solo da frange di fanatici, riascoltate il discorso che Giorgia Meloni ha inviato ai militanti di Fratelli d’Italia domenica scorsa: depurata degli eccessi, c’è dentro tutta la mitologia del deep State che sabota il governo democraticamente eletto, che briga, trama, spodesta.
L’esistenza del Piano è uno dei capisaldi del pensiero, a definirlo tale, di Qanon. Cos’è Qanon? Una comunità e una corrente politica, una teoria del complotto e al contempo un gioco di ruolo, un horror alla Wes Craven e una trama di Dan Brown. Per i seguaci di Qanon la Terra è minata da una setta occulta di potenti, Cabal, accento sulla prima a, chiaro rimando agli ebrei, che tutto controlla e dispone e che rapisce bambini per seviziarli e ucciderli, ma soprattutto per estrarre dalle loro ghiandole adrenocromo, una sostanza usata come elisir di lunga vita.
L’adrenocromo, inteso come sostanza alchemica, nella paperinesca tavola degli elementi dei complottisti si affianca al grafene, il metallo che sarebbe iniettato a tradimento nei corpi dei “sierati”, versione spregiativa dei vaccinati. Tra i principali esponenti di Cabal ci sarebbero Hillary Clinton, George Soros, Bill Gates, attori e cantanti come Tom Hanks e Beyoncè. Ci sarebbe però all’opera un’altra setta segreta, questa volta di buoni che combattono Cabal, il cui capo in incognito è Donald J. Trump. Lui, Trump. Arrivato infine alla presidenza per completare l’opera di distruzione di Cabal grazie all’unica istituzione rimasta immune al potere pervasivo dei satanisti pedofili, cioè l’esercito (Vannacci, ci sente?).
Su Telegram il canale italiano The Storm Q-17, che deve il suo nome a una battuta di Trump adottata da Qanon come il segnale dell’inizio della rivoluzione, “the quiet before the storm”, la calma prima della tempesta, ha radunato 41 mila iscritti. Questa è la chiamata alle armi: “Nulla è come appare. Sappi che tutto ciò che vedi accade per un motivo ben preciso. Ogni pedina del sistema corrotto sarà fatta fuori al momento giusto. È in atto l’operazione di intelligence più grande della storia. La chiave siamo noi. Abbi fede. Enjoy the show”.
Qanon deve il suo nome a Q, un fantomatico funzionario infiltrato nel Sistema che dal 2017 – prima sulla piattaforma 4Chan, quindi su 8Chan – ha cominciato a pubblicare brevi e criptici messaggi, una via di mezzo tra la Sibilla cumana e Chance il giardiniere, il personaggio del film Oltre il giardino che diventava un guru di Palazzo grazie alla sua naturale produzione di aforismi idioti che i politici scambiavano per geniali consigli o premonizioni.
In Italia la maggior parte degli sherpa complottisti ha un curriculum sinistrorso, ma anche negli Usa sono numerosi i fan di Bernie Sanders risucchiati da Qanon dopo la delusione per la mancata nomination del leader dell’ala sinistra dei dem.
Quando due anni fa il mensile del Fatto quotidiano (giornale che gode del primato di citazioni nei canali Telegram qanonisti) ha pubblicato un numero monografico sul cospirazionismo italiano, il curatore delle interviste ha preso atto che alcuni tra i più attivi membri del Qanon italiano erano elettori di sinistra che avevano smesso di essere tali.
Il rovesciamento delle parti o, se preferite, il cambio di segno – una cornice di sinistra per un quadro di destra – è particolarmente evidente in Italia e ha una spiegazione che precede Qanon e ne prescinde, E ha anche un nome: Beppe Grillo.
Viaggio nel cospirazionismo italiano/2. Continua
Il file .pdf dell’articolo: La Repubblica del 26 ott. 2023. S. Cappellini Inchiesta sul complottismo.2
[Di Stefano Cappellini . Da la Repubblica del 26 ottobre 2023]