di Biagio Vitiello
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Alla popolazione di Ponza
All’Amministrazione comunale
All’Ente Parco del Circeo
Sugli investimenti progettuali ed economici finalizzati alla eliminazione delle capre a Palmarola (per preservare la vegetazione) come anche alla eradicazione dei ratti (che predano le uova delle berte) a Zannone, mi dispiace dover constatare – da cittadino e naturalista – che i risultati ottenuti sono stati scarsi o nulli.
Innanzitutto lamento il fatto che nessuno ha mai fornito al riguardo notizie dei costi e dei risultati conseguiti, né da Direzione del Progetto Life Ponderat e nemmeno l’Ente Parco, per quanto riguarda Zannone.
A Palmarola abbiamo potuto constatare che attualmente, le capre sono numerose e stanno facendo tabula rasa della macchia mediterranea: questo sicuramente genererà ulteriori dissesti idro-geologici. Non ci è dato sapere quante capre sono state catturate, né che fine abbiano fatto, né quanto è costata l’operazione.
A Zannone abbiamo recentemente notato che il numero dei mufloni è aumentato, con conseguente danno al macchia: mangiano persino le foglie di mirto e la corteccia di un arancio secolare (nell’area del vecchio Monastero).
Inoltre, sempre a Zannone, nel bosco, abbiamo notato che molti lecci sono stati attaccati da qualche specie di coleottero, perché alla base di essi vi era la segatura del loro scavo.
Abbiamo dimenticato in tutto questo che purtroppo anche a Ponza abbiamo un problema acuto con le capre allo stato selvatico, che hanno fatto scomparire perfino i fichidindia dal monte Guardia, accentuando così il rischio di caduta massi.
Succede spesso che molti progetti, pur animati dalle migliori intenzioni, falliscano.
A mio parere soprattutto perché non viene coinvolta la popolazione locale che potrebbe dare un valido contributo, sia nella localizzazione e cattura degli animali, sia – attraverso la capillare conoscenza del territorio – nella preservazione della flora.
Cari Amministratori, mi meraviglio che certe tematiche ambientali (almeno le più evidenti) non siano state ancora affrontate: la prevenzione dei dissesti idrogeologici, la pulizia delle zone panoramiche da spazzatura e “ingombranti” di varia natura che deturpano i panorami bellissimi di Ponza; e poi la salvaguardia del verde, che non consiste solo nella pulizia dei sentieri dalle sterpaglie.
Inoltre avete/abbiamo il “problema Zannone” che da “isola gioiello” quale è, versa in uno stato totale di abbandono. Per risolverlo ci vuole un miracolo di qualche santo, oppure trovare il modo di prendere il controllo dell’isola, per esempio chiedendo alla Marina Militare l’approdo dietro al Faro e l’uso dell’unico appartamento vuoto al Faro, per farne una base di volontari (che avranno appreso la storia dell’isola e un poco di botanica), che faranno da guida ai turisti in visita, e la pulizia dei sentieri che in alcune parti sono dissestati o/o inagibili.
Molti propositi virtuosi, ma da qualche parte bisognerà pur cominciare!
In spirito di collaborazione
Biagio Vitiello
Immagine di copertina: le pendici del Monte Guardia lato Scarrupata, prima ricche di fichidindia, ora sono brulle