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Prendo al volo l’occasione che mi è porta su un piatto d’argento (o meglio di celluloide) da Gianni Sarro (leggi qui), per un mio personale omaggio a Anna Magnani.
F. Z.
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Attrice straordinaria con una grande forza espressiva, con l’irruenza derivata dal suo sangue romagnolo (la madre era originaria di Fano) e la testardaggine di un calabrese (il padre, mai conosciuto, era un giurista nobile di Tropea), Anna Magnani seppe con le sue molteplici interpretazioni, affermarsi con un profilo ben definito e rimanere per sempre nell’immaginario collettivo come la romana Nannarella, in cui ognuno può identificare l’immagine di donna che può essere diva, icona, sex simbol, partigiana, fruttarola, pesciarola, cantante…
E come quest’ultima figura non si può dimenticare l’interpretazione della canzone ’O surdato ’nnamurato, pezzo del 1915, inserito nel film “La sciantosa” anno 1971.
L’attrice volle al suo fianco un giovanissimo Massimo Ranieri e ne usci fuori un brano la cui interpretazione fu molto profonda e sentita, tragica e commovente.
DA YouTube, ’O surdato ’nnamurato
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Il brano fu ripreso da altri artisti: Claudio Villa, Roberto Murolo, Enzo Iannacci, Roberto Vecchioni che lo portò a Sanremo, Gigi D’Alessio e Pavarotti, quelli che ricordo io, ma furono tutti meno incisivi e partecipati, superficiali e ritmati. Non hanno saputo raccontare e descrivere l’animo e la tristezza di un soldato combattente della prima guerra mondiale che al fronte soffre ulteriormente per la lontananza della donna di cui è innamorato.
Anna Magnani interpretò il personaggio identificandosi nella matura cantante del “cafè chantant”, avvalendosi anche della collaborazione di un giovane Massimo Ranieri e di altri caratteristi (ricordo Gianfranco Barra), ma soprattutto del valore aggiunto dell’arrangiamento musicale di Ennio Morricone agli inizi. Una voce flebile ma melodiosa e parole che pesavano come tanti macigni. E non dimentichiamo che Anna Magnani aveva avuto una non superficiale formazione musicale.
La versione successivamente addolcita e velocizzata nel ritmo, divenne l’inno storico della squadra di calcio partenopea.
Curiosità: pare che rischiasse la fucilazione chi al fronte canticchiava questa canzone. D’altra parte in guerra c’era ben poco da cantare.
Sandro Russo
1 Ottobre 2023 at 17:44
La canzone della domenica di oggi era già stata pubblicata sito. Mi chiedo quanti se ne sono accorti.
Era un doppione e l’abbiamo pubblicata lo stesso?
Essì..! Sono a tutti gli effetti due pezzi diversi, per contesto e atmosfera (solo la canzone è la stessa) e nel pezzo precedente (del 2019) – c’è un parallelismo con Orizzonti di Gloria, di Kubrick (1957) – che mostra come i sentimenti dei soldati siano comuni, in tutte le guerre (oltre ad essere stata la scena ‘galeotta’, perché l’attrice che canta diventerà poi la moglie del regista).
Franco Zecca
3 Ottobre 2023 at 13:15
Ieri 2 ottobre in TV su RAI 3 alle ore 20,15, è andato in onda il programma “Via dei matti numero zero”, un breve intrattenimento musicale a volte molto impegnato e interessante (20 min. circa), con Stefano Bollani e Valentina Cenni – coppia anche nella vita – lui ottimo pianista compositore, famoso e intraprendente, alla maniera del compianto Ezio Bosso – lei, moglie, brava cantante e attrice (vedi: A. Genovesi, E. Crialese, C. Bonivento, G. Capitani).
Ebbene a chiusura del programma, come sigla finale, hanno intonato insieme la “nostra” canzone della domenica, una ennesima interpretazione, fatta in maniera leggera e quasi da “trenino delle festa con ballo”. Comunque un simpatico ricordo con appropriata citazione.
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Per di più, facendo zapping, vedo sui canali Mediaset uno spot pubblicitario: Dolce e Gabbana presentano il loro ultimo profumo con la colonna sonora del “O surdato ‘nnamurato”
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E vai..!